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Udinese, a Roma tra mille incognite

Difficile trovare l'aggettivo giusto per inquadrare Lazio-Udinese, posticipo che domani metterà nuovamente di fronte le due squadre, ad un anno dal successo bianconero firmato da Arslan, Pussetto e Forestieri.
Monica Tosolini

Difficile trovare l’aggettivo giusto per inquadrare Lazio-Udinese, posticipo che domani metterà nuovamente di fronte le due squadre, ad un anno dal successo bianconero firmato da Arslan, Pussetto e Forestieri. Prima di quell’incredibile vittoria, l’ultimo volta che l’Udinese è riuscita ad avere ragione della Lazio è stato il 25 settembre 2014, con la squadra di Stramaccioni che proseguiva così una incredibile striscia positiva di inizio stagione. 

Stavolta si affronteranno due squadre deluse dall’ultimo incontro disputato: l’Udinese si è fatta fermare in casa dal Genoa ed è troppo vicina alla zona rossa, la Lazio è stata strapazzata dalla capolista Napoli ed è scivolata fuori dai posti ‘buoni’ per l’Europa. In casa vorrà sicuramente rifarsi, anche perchè i problemi della squadra di Sarri solitamente emergono in trasferta. Infatti, dei 21 punti totali, 16 sono stati conquistati all’Olimpico (5 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta, con 18 gol fatti e 8 subiti) e solamente 5 lontano dalle mura amiche. L’Udinese, dal canto suo, in trasferta ha ottenuto solo 5 punti in 6 gare, riuscendo a segnare solo 6 reti e subendone 9. 

Una assenza pesante per parte: il difensore Luiz Felipe per Sarri, El Tucu Pereyra per Gotti. E se Sarri può contare su consolidate certezze, modulo tattico compreso, i dubbi di Gotti forse partono proprio da quello. Nonostante l’assenza di Pereyra, il mister sa di avere un potenziale di tutto rispetto, che però non sta rendendo. La qualità c’è, ma in campo non si fa valere quanto dovrebbe. E ora che la panchina bianconera scotta, i discorsi sugli esperimenti tattici non sono più carte spendibili: serve fare punti e affidarsi quindi a determinate sicurezze.

Una di queste, guarda il caso, è proprio il 3-5-2 di guidoliniana memoria. E potrebbe essere proprio che da qui Gotti decida di ripartire per cercare di portare nuovamente a casa punti dall’Olimpico. Quello dello schieramento difensivo è ormai un ritornello che tutti conosciamo a memoria: Silvestri; Becao, Nuytinck, Samir. Si dovrebbe partire così, senza sorprese. Poi, in una mediana che si sta rivelando il vero tallone d’Achille di questa squadra, si tenteranno ragionamenti. Molina se la gioca con Soppy, e per il sostituto del Pereyra mezzala i candidati sono principalmente Makengo e Samardzic. A sinistra Udogie sembra inamovibile, come Walace al centro della squadra. Accanto a lui, molto probabilmente Arslan. In avanti Beto e probabilmente accanto a lui Deulofeu, che si spera ritrovi la sua vena migliore. 

Così in caso di 3-5-2 ma, come detto, Gotti sta facendo tutte le riflessioni del caso per riuscire a far rendere il gruppo al meglio: dal modulo ai giocatori all’atteggiamento.

E’ assolutamente importante per la squadra ma anche per lo stesso mister: i due ritiri ravvicinati sono stati i primi provvedimenti della società. Bisogna evitare che ne arrivino altri.

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