L’Udinese consegue la seconda vittoria in casa consecutiva, migliorando il poco lusinghiero score del passato campionato, già alla terza giornata, e conquista la momentanea vetta della classifica. Lo fa con una vittoria di corto muso, un pò sofferta e pure fortunosa, ma dopo un campionato dove tutto ciò che poteva andare storto andava storto, credo che il credito con la dea Bendata sia ancora da saldare. Fortuna perchè l’Udinese ha incontrato un Como ben messo in campo, che palleggiava bene e non poteva essere altrimenti quando si ha come allenatore uno dei migliori interpreti del tiki taka di Guardiola. Palleggiava e usciva dal pressing alto, fatto bene anche ieri dalla squadra di Runjaic, con disinvoltura tanto da non sembrare per niente una squadra neopromossa. I lariani utilizzavano Strefezza che veniva dentro il campo per inventare, e i terzini che spingevano sulla fascia trovando campo libero davanti in quanto gli esterni di Runjiaic spesso rimanevano pericolosamente alti, al punto che il movimento in orizzontale di Lovric e Kalstrom (ottima partita) era fondamentale per cercare di tamponare lo svilupparsi delle azioni; tuttavia più di qualche volta il Como è riuscito ad andare al cross sia da sinistra (soprattutto ) che da destra, creando più di qualche grattacapo alla difesa bianconera. E’ un rischio che Runjiac è stato disposto a correre; spesso, infatti, soprattutto Ezhibue si faceva trovare più alto di Thauvin, particolare visto già con la Lazio, con il francese chiamato ad abbassarsi per raccordare l’azione, confidando appunto sulla copertura in orizzontale dei due centrali di centrocampo. Ezhibue insomma più delegato a compiti di spinta, e non è un caso che proprio da una sua fuga e conseguente cross sia nato il gol della vittoria, grazie ad una pregevole girata al volo di Brenner.
Anche nella ripresa, con i subentri dei tre nuovi attaccanti, le azioni più pericolose sono giunte sempre grazie ai cross di Ezhibue, imbeccato da un ottimo Ekkelenkamp, almeno due di rilievo, la prima che ha portato alla girata di Davies su sponda di Bravo, l’altra ad un tentativo di conclusione a botta sicura di Bravo chiuso all’ultimo da un difensore con il portiere a terra. Insomma, Da quel lato l’Udinese ha creato di più ma anche sofferto più di qualcosa, con Kabasele, stavolta a digiuno da nefandezze, che a volte si trovava a fronteggiare due avversari quando il centrale non scalava a coprire, e quindi costretto a concedere qualche cross.
Si diceva, quindi, che il Como si è dimostrato abile a palleggiare e ad allargare il gioco, creando situazioni pericolose, ma alla fine poco preciso nelle conclusioni (poco lavoro per Okoje). L’Udinese ha cercato di essere più diretta quando verticalizzava, e sicuramente è stata più cinica.
Ottima mossa poi, quella di Runjiaic, di cambiare tutti e 3 gli attaccanti, in quanto i tre che avevano cominciato la gara erano ormai spremuti, e i subentrati hanno potuto continuare nello sfiancante lavoro di pressing, recuperi con rientri e ripartenze. Ben tre occasioni nella ripresa sono nate da buone combinazioni tra Bravo Davies ed Ekkelenkamp, oltre come detto da Ezhibue.
Bene al suo esordio Bravo. Lo spagnolo ha dimostrato personalità, corsa e qualità; Ekkelenkamp ha dimostrato pure tempi di gioco e visione.
Tra i migliori inoltre va annoverato Kalstrom. Lo svedese non si è mai nascosto; si faceva sempre vedere in appoggio, sempre pronto nelle scalate; ha giocato a 2 tocchi perdendo forse 2 palloni in tutta la gara. Giocatore esperto ed intelligente. Per ora pare davvero un acquisto indovinato.
La fortuna poi. Ha avuto una componente decisiva in seno alla gara. Il rigore fischiato al 92′ per un tocco di mani involontario di Payero, nello scorso campionato avrebbe condotto al solito pareggio degli ultimi minuti, che la squadra di Fabregas avrebbe pure meritato, ma quest’anno il vento pare cambiato anche da questo punto di vista, e Cutrone ha fallito il penalty. Certo va rimarcato che ve n’era pure uno solare su Thauvin all’ora di gioco, e l’arbitro (ieri abbastanza modesto il suo operato) ha voluto incredibilmente sorvolare. Avrebbe potuto chiudere i conti già prima, invece di far perdurare la sofferenza di una partita sempre in bilico.
Insomma, 7 punti in tre giornate. Tutto fieno in cascina per i tempi duri. Lo scorso anno per mettere assieme tanti punti l’Udinese aveva impiegato 3 mesi, quest’anno sono bastate 3 giornate. Insomma, c’è sicuramente tanto lavoro da fare, Roma non è stata fatta in 1 giorno come ha rimarcato anche il tecnico tedesco; di sicuro si può e si deve migliorare nel giro palla, ma intanto la squadra ad ora appare più solida, aggressiva sull’uomo e tenace. Ora la sosta darà il modo di far ambientare i nuovi arrivi, e grazie ad un morale alto visti i primi risultati, sarà più facile. Tutto questo in attesa del ritorno di chi sappiamo: Il Nino Maravilla!
Paolo Blasotti