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Severa punizione ad aggravare una sostanziale mancanza di idee. Vietato accontentarsi dei 40

I soli 175”(record) di recupero, dimostrano come Ayroldi per l’Udinese sia una vera jattura
Redazione

Il derby triveneto con il Verona proteso alla ricerca di punti salvezza, vede i padroni di casa dover rinunciare alla classe del suo capitano THAUVIN fermatosi per un piccolo risentimento muscolare. La sosta prossima per di più, consentirà al talentuoso francese di ricaricare per bene le pile in vista di un finale di stagione tutto da scoprire.

RUNJAIC per giunta vara un mini turn-over nel 442 da opporre agli scaligeri, innestando oltre ad ATTA ed al Nino affianco di LUCCA, PAYERO al fine di far rifiatare EKKELENKAMP e KRISTENSEN in luogo dí EHIZIBUE. ZEMURA sostituisce a sinistra nel ruolo, lo squalificato KAMARA.

ZANETTI oppone in contesa, un 3421 molto coperto, destinato nelle intenzioni ad ingessare la creatività degli uomini bianconeri.

La gara prende avvio attraverso ritmi non esagerati, con gli ospiti molto attenti a non concede spazi utili ai cross per LUCCA. I friulani fanno la gara, mantengono possesso palla oltre a palleggi maggiormente efficaci, arrivando però con  difficoltà dalle parti di Montipo’.

Non benissimo le alternative schierate, con KRISTENSEN troppo falloso, PAYERO e ZEMURA timidi e SANCHEZ a girare spesso a vuoto. 62% di possesso palla non giustificano l’efficacia di un primo tempo che produce poco per dirsi soddisfacente.

Finisce il primo tempo con un nulla di fatto e poche emozioni.

La scintilla, le idee mancavano anche alla ripresa nonostante gli inserimenti di EHIZIBUE ed EKKELENKAMP. La partita veniva sempre condotta nei tempi dagli uomini di RUNJAIC incapaci però di effettuare un giro palla rapido, intenso e dunque di sfondare il muro eretto dagli uomini di Zanetti, abili in una difesa molto bassa. Tiri efficaci non ne sortivano, mentre la fame non sembrava quella dei momenti migliori. Hai visto mai che anche stavolta i 40 punti raggiunti non abbiano di fatto appagato i protagonisti ?

Montipo’ non si doveva sporcar troppo le mani poiché le conclusioni verso i pali da lui difesi erano veramente ridotte, nonostante l’ingresso all’ora di gioco di BRAVO, avesse vivacizzato un tantino le trame offensive.

OKOYE sino ad allora letteralmente inoperoso, si trovava peró violato al 70º quando Duda, in virtù di una punizione magistrale, calciava con ragguardevole bravura dai 25 mt con estrema efficacia. Il presunto fallo nasceva da troppa disinvoltura tecnica di SOLET, il quale pur abile, tocchettava un po’ spavaldamente con la palla tra i piedi ad una trentina di metri dalla porta, finendo con il perderla, cagionando per conseguenza la punizione che di fatto decideva le sorti di un match, evidentemente non troppo ben interpretato dagli uomini di RUNJAIC. Gli inserimenti finali di DAVIS e PAFUNDI, incapaci di andare oltre l’inerzia di un match piuttosto “sfigato”, a soli 10’ dalla fine, non sortivano l’effetto sperato.

L’arbitro che purtroppo porta “pece” come nessun altro, aveva poi l’ardire di concedere non oltre 2’e 55” di recupero, nonostante 5 sostituzioni, 6 interruzioni per cartellino e una serie molteplici di falli che hanno portato la ripresa ad un gioco effettivo inferiore ai 26’ di gioco. Se non é un record, poco ci manca!

Oggi non sarebbe cambiato nulla per carità, non attacchiamoci a questo, sarebbe avvilente, ma qualcuno ci spieghi per favore come ci si possa opporre ai benpensanti del pallone invocanti il gioco effettivo, limitando tale inconsulto arbitrio a certi direttori di gara.

Partita in fin dei conti mal interpretata come più volte detto, tanto da evidenziare come la leadership di capitan THAUVIN oggi rappresenti per la squadra un punto fermo, essendo l’ex campione del mondo qualcosa in più di un elemento di carisma e qualità.

In tutta onestà ci saremo attesi qualcosa in più dai sostituti, pur tuttavia al di là del rendimento espresso, il rischio vero sta ora nell’appagamento dato da una salvezza prematuramente raggiunta.

E qui il mister si gioca una preziosa credibilità ottenuta attraverso il buon operato sino ad ora dimostrato. Tenere alta la tensione, lavorare al fine di evitare immotivati cali di tensione, riuscire laddove in molti tra i predecessori hanno fallito, costituirà la vera “mission” per il valente tecnico tedesco dalle origini balcaniche.

AM

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