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Riscatto bianconero

La vittoria convincente con la Cremonese ha spazzato le nubi plumbee che si stavano addensando sullo spogliatoio bianconero
Monica Tosolini

La vittoria convincente con la Cremonese ha spazzato le nubi plumbee che si stavano addensando sullo spogliatoio bianconero, non solo per l’ipotesi del ritiro, annunciato e mai applicato ma che con un’altra sconfitta sarebbe stato insindacabile, ma anche per la piega che avrebbe potuto prendere la stagione, partita in gloria e avviata ad una conclusione indegna. L’Udinese ha ancora delle cartucce da sparare in questo campionato per fare in modo che questa non sia la solita stagione anonima da 14.mo posto, che dal 2014 in su ha caratterizzato i campionati bianconeri. La colonna di sinistra della classifica è ancora un obiettivo assolutamente alla portata, e chiudere nella parte più nobile del campionato conferirebbe un’aria di svolta alla squadra; un segno di rottura con un passato abulico e privo di emozioni. Se una risposta andava data dopo le tre deludenti prestazioni con Bologna Monza e Roma, beh possiamo dire che la risposta è arrivata forte e chiara.

L’Udinese con la Cremonese ha chiuso la pratica già nel primo tempo. Samardzic ha illuminato la sfida con un colpo da biliardo dopo 1 minuto e mezzo. Perez l’ha ipotecata a metà frazione con uno stacco imperioso su punizione battuta magistralmente dal tedesco di orgini serbe, e Success, si lui, l’ha chiusa con la sua prima rete stagionale, a distanza di un anno dalla sua ultima marcatura in quel di Bologna. In questa gara l’Udinese ha messo in mostra molti aspetti non trascurabili e da non dare per scontati se si analizza il cammino bianconero in questa annata; un annata nella quale la squadra di Sottil ha dovuto spesso inseguire il risultato con gli avversari che spesso e volentieri segnavano nel primo quarto d’ora di partita; ebbene al quarto d’ora l’Udinese aveva già messo il muso avanti e creato già altri argomenti per allungare il risultato. Quest’anno poi, la squadra spesso sul vantaggio di un gol si è accontentata amministrando il vantaggio, come nell’ultima sfida con il Monza in casa, mentre contro la squadra di Ballardini ha continuato a macinare gioco e dominato fino al 3 a 0, e solo nella ripresa, con il risultato davvero in ghiacciaia, ha un po’ alzato il piede dall’acceleratore.

La squadra ha convinto per come ha aggredito l’avversario, con ritmo, garra, e con la gestione della palla nella zona mediana: Pereyra che si portava sempre in zona palla in appoggio alla manovra, sfuggendo dai radar dei difensori della Cremonese, che non sapeva se farlo seguire dai difensori o dai centrocampisti; Lovric e Samardzic in costante movimento alterno ad inserirsi, sfruttando i cross che venivano dagli esterni, laddove i braccetti, specie Becao a destra, si inserivano a sovrapporsi ai quinti, che tagliavano invece in mezzo al campo per liberare spazio. In questo modo sono nate le occasioni sugli inserimenti in area di Udogie e Lovric, a botta praticamente sicura. Molto movimento, squadra che accorciava in avanti (Bjiol praticamente da play a centrocampo e autore di qualche lancio da Quaterback) e Success unico riferimento avanzato per la costruzione dell’azione. Il terzo gol, inoltre, è nato da una costruzione dal basso, dedita ad attirare fuori zona i grigiorossi, per far scoprire loro la profondità che Success è stato bravissimo ad attaccare: in sostanza 3 tocchi tra Silvestri, Walace e Bjiol, lancio lungo verso il corridoio lasciato libero, e galoppata del nigeriano che scarica in porta la sua prima gloria personale della stagione. Azione che sicuramente avrà reso fiero Sottil; una di quelle azioni provate e riprovate in allenamento, e che finalmente ritrovano un feedback positivo anche in partita. Insomma, prestazione convincente, anche per l’atteggiamento, e risultato che in parte fa conciliare il numeroso pubblico con la squadra. Diciamo in parte, perchè una punta di amaro questo girone di ritorno l’ha concessa: troppi i passaggi a vuoto concessi, e troppo lunga quella serie di mancate vittorie, a cavallo tra andata e ritorno, che hanno compromesso le ambizioni europee della squadra. Sicuramente la dipartita sportiva di Deloufeu è stata una mazzata pesante nell’economia di una stagione, ma è pur vero che i tanti e troppi pareggi ( ben 12) molti dei quali da leggere alla voce mancate vittorie, hanno creato una zavorra di rimpianti davvero pesante da digerire.

Questa squadra ha bisogno di mettere a fuoco un obiettivo per tenere alta la tensione, poiché ha grossa facilità nell’adagiarsi a situazioni comode. L’ambiente circostante, anche quello generato da una Società non sempre presente, non facilita d’altronde uno spirito battagliero ogni maledetta ​ domenica, e questo spiega perchè la squadra fa fatica, ogni maledetta domenica, a lottare per quel centimetro di gloria, per citare un famoso discorso pre gara cinematografico.

Personalmente credo che arrivati a questo punto, quota 50 e colonna di sinistra della classifica possano rappresentare il minimo raggiungibile per una rosa di questo valore, pertanto l’obbiettivo dovrebbe essere quello, senza gettare alle ortiche quanto di buono la squadra ha fatto vedere quest’anno, e non protocollare anche questa stagione alla voce “ anonima” come le precedenti 9.

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