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Regressione 2.0 

Prestazione scialba dei bianconeri a Marassi
Redazione

La luce della Lanterna genovese illumina la terza sconfitta di fila dell’Udinese. Se la lanterna è accesa e illumina, l’Udinese è spenta e non da segni di vita, almeno per tutto il primo tempo. Proprio come a Milano. Stavolta non è bastato cambiare modulo e riproporre la formula “vincente “ degli ultimi tempi per sovvertire il trend. Non è bastato riaffiancare a Lucca un altro attaccante, nella fattispecie Bravo. Non sono bastati i propositi della vigilia, che sottolineavano quanto la squadra avrebbe tenuto a dimostrare di non aver già staccato la spina dopo la prematura salvezza raggiunta.
Di fronte ha trovato un Genoa più agguerrito, più determinato, più voglioso di prendersi la partita, e più pronto sulle seconde palle e sui contrasti. E ancora, più pericoloso sulle corsie laterali, laddove non è bastata la disposizione a due linee da 4 dell’Udinese per limitare le scorribande genoane sulle fasce. In teoria il 442 è il miglior modulo per coprire il campo in ampiezza, eppure qualcosa nel meccanismo non ha funzionato. Il fatto è che puoi avere un piano battaglia idealmente e tatticamente azzeccato, ma se la bilancia della voglia e della determinazione pende dalla parte contraria, puoi fare ben poco.
Poi siccome il calcio è subdolo, e spietato, il Genoa è riuscito a marcare il gol del sorpasso proprio nel suo momento di difficoltà, combaciato con il miglior momento dell’Udinese, in cui era finalmente riuscita a prendere le misure agli uomini di Vieira ed a rialzare la testa, soprattutto quella di Modesto, bravo ad impegnare il portiere del grifone. Però, come dicevo, il calcio è subdolo e detta sempre le stesse regole: se sbagli, paghi. L’Udinese nel suo miglior momento ha anche fallito un’occasionissima laddove era più facile insaccare che metterla fuori, con il suo bomber principe.
In una gara da filo sul rasoio, un errore è fatale. Poi certo, alla fine della fiera, la vittoria ha sorriso alla squadra più meritevole. Il Genoa è stato, e va rimarcato, superiore in quasi tutti i numeri della gara: è la squadra che ha cercato fin da subito la vittoria; ha dominato il primo tempo. Ha resistito alle difficoltà della ripresa punendo gli errori dei bianconeri, che anche in occasione del gol partita, si sono fatti sorprendere sugli esterni, e in area  nonostante la superiorità numerica schiacciante ( 6 contro 3) si sono fatti sorprendere da Zanoli (già mattatore all’andata), in una situazione deprimente laddove tutti i difendenti guardavano la palla ma non gli uomini. Insomma, l’episodio del gol annullato nel recupero a Modesto (per un off side millimetrico quanto ridicolo)  avrebbe mascherato una prestazione scialba e regalato un pareggio insperato, e forse non del tutto meritato agli uomini di Kosta Runjiaic. Avrebbe forse fatto passare in secondo piano una prestazione al di sotto delle aspettative, a dispetto di un risultato positivo ( anche un punto a Marassi, campo difficile, non è da buttare). L’annullamento di quel gol, invece, ha l’effetto del refolo di vento che fa volare via la foglia di fico dietro la quale coprire certe vergogne, che ora, con la sconfitta rimangono scoperte e al vento.

Runjaic dovrà interrogarsi in settimana sui motivi di questa regressione o flessione fate un po’ voi, che sta prendendo i contorni di un trend preoccupante. L’assenza di Thauvin è pesante, certo. Quelle di Davis, Sanchez e Zemura, tolgono importanti soluzioni dalla panchina certo; ma è emblematico che il tecnico, come anche tutti noi, si aspettasse qualcosa di più da alcuni interpreti su tutti Iker Bravo, sul quale Runjac non ha proprio speso parole al miele. Lo spagnolo ieri ha mostrato tutta la ruggine accumulata da un anno in panchina. E’ comprensibile. La panchina arrugginisce i veterani figuriamoci i giovani. A mio modesto avviso, l’iberico, sulle cui qualità non nutro alcun dubbio, avrebbe bisogno di giocare con continuità per ritrovare convinzione e smalto perduto, e l’assenza perdurante di Thauvin, gli regalerà altre occasioni per mettersi in luce, con un rendimento che sicuramente andrà in crescendo; la prestazione di ieri però è stata negativa, come anche quella di Ekkelenkamp,  Lucca ( sul quale pesa come un macigno quell’errore a inizio ripresa), Kamara, e pure Solet è apparso in difficoltà come mai lo avevamo visto, mentre l’impiego di Zarraga in mezzo non ha aggiunto nulla. Linfa nuova è sopraggiunta ancora una volta dagli innesti, come a Milano, di Modesto e Pafundi, con l’esterno che è stato di gran lunga il più propositivo e pericoloso tra il colpo di testa e il bel gol annullato, mentre l’ex primavera è pure entrato con la gamba giusta, la voglia di puntare l’avversario e di creare, e di prendersi anche nel finale un fallo importante non ravvisato al limite dell’area. Per lui sarebbe necessario un maggior minutaggio poiché 10 minuti alla volta sono davvero pochi per spostare gli equilibri del match. Deludente e confusionario, invece, stavolta l’apporto da subentrato di Payero. Insomma, Runjiaic dovrà dimostare nelle restanti gare che questa squadra non ha staccato la spina. C’è del lavoro da sbrigare ancora, perché quota 50 è ancora lontana, e giocando così forse irraggiungibile. Attenzione, non conseguire tale punteggio, con questa rosa, sarebbe, a mio avviso, un mezzo fallimento, che potrebbe portare anche a riflessioni importanti nella stanza dei bottoni. 

Paolo Blasotti

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