Dopo un 2020 quasi da incubo per i Pozzo, il 2021 sta regalando grandi soddisfazioni alla proprietà friulana: entrambe le sue creature, Udinese e Watford, hanno imboccato la strada giusta.
L’Udinese ha messo una distanza che potremmo definire ‘quasi di sicurezza’ tra sé e la zona calda, tanto che il Paròn si è lasciato andare alla rivelazione: “Non è la salvezza il nostro obiettivo”, svelando quindi ambizioni da decimo posto in su.
Il Watford va di corsa verso la Premier: cinque vittorie consecutive, secondo posto consolidato e un andamento che va verso la promozione diretta. A questo punto, sempre facendo gli scongiuri che tutto finisca in gloria, è il caso di iniziare a pensare al futuro. Udinese e Watford, hanno sempre sottolineato i Pozzo, sono due realtà distinte che però, al bisogno, sono pronte a sostenersi l’un l’altra. E’ questo il fine principale della famosa sinergia tra i club di famiglia e così, finora, è stato.
All’inizio, quando il Watford nel 2012 è stato acquisito dalla proprietà friulana, era l’Udinese a mandare ‘rifornimenti’ a Londra: i primi furono Angella, Abdi, Battocchio, Ekstrand, Fabbrini, Faraoni, Fanchone, Neuton e Vydra, giusto per dimostrare la buona volontà. Anche grazie a questo supporto, in tre anni gli inglesi hanno ottenuto la promozione in Premier. E, anche grazie ai proventi dai diritti tv, gli investimenti per la squadra giallonera hanno portato giocatori di un livello decisamente superiore a quello che, in Italia, si poteva permettere l’Udinese. Ed ecco il Watford diventare serbatoio per la squadra bianconera dove, in realtà, venivano dirottati per lo più giocatori che per motivi disparati non rientravano nei piani dell’allenatore di turno o anche da ‘sdoganare’. Non avevano entusiasmato molto i prestiti di Zeegelaar e Wilmot nella stagione 2018/19, mentre convinceva di più (almeno per fama) Stefano Okaka. L’anno successivo Ken Sema era un perfetto sconosciuto, sia in Friuli che a Londra, ma a Udine, in pochi mesi, ha saputo consacrarsi per poi fare ritorno, con ben altre credenziali, in Inghilterra.
In un anno travagliato come quello appena concluso, il Watford ha rivissuto il dolore della retrocessione e della conseguente fuga dei big dalla squadra. La proprietà ha cercato di arginare l’emorragia dirottando quanto più possibile i pezzi pregiati su Udine. Pussetto, in realtà, non era considerato tale Oltremanica, ma Pereyra e Deulofeu sì. Quest’anno poi, mentre il Watford faceva buon uso degli arrivi dal Friuli (Ekong, Sierralta e Sema in particolare) nella sua risalita dalla Championship, a Udine ritrovavano condizione e motivazione Pussetto e Pereyra. Anche Deulofeu, nel breve lasso di tempo in cui il ginocchio glielo ha concesso. E adesso, la speranza è di costruire la nuova Udinese partendo da loro. Ma sarà possibile?
Deulofeu ha già visto trasformare il suo contratto da ‘prestito’ a ‘acquisto a titolo definitivo’ e per lo meno un altro anno a Udine sembra doverselo fare. Pussetto tornerà in campo solo in estate: a Londra non si dispererebbero se rimanesse qui. Le quotazioni di Pereyra sono in netta salita e il Tucu, 30 anni compiuti lo scorso 7 gennaio, potrebbe ambire nuovamente a grandi squadre. Tanto più se, come pare ormai assodato, De Paul dovesse alla fine lasciare il Friuli. Lui, però, non per il Watford. Oppure il 37 bianconero potrebbe essere tentato dall’idea di raccogliere la sua eredità in bianconero.
A Udine la sensazione è che con Gotti (se rimarrà) si possa aprire un ciclo ‘solido’, che con adeguati investimenti potrebbe vedere nuovamente la squadra lottare per l’Europa. Una situazione che dovrà far riflettere, e molto, la proprietà. Perché anche a Londra, l’ambiente, avrà grandi aspettative in caso di promozione. Sicuramente bisognerà dimostrare di aver ben compreso la ‘lezione’ dello scorso finale di stagione: impensabile un anno di sofferenza. E’ ovviamente troppo presto per avere dei nomi ‘buoni’ per il prossimo mercato e anche per capire quali potrebbero essere gli eventuali elementi di ipotetico scambio tra i due club dei Pozzo.
Una cosa è certa: con il mercato ancora condizionato dagli effetti collaterali del Covid, l’alleanza tra le due realtà tornerà certamente utile.