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Pareggite

Pareggite. Ne è affetta la squadra di Sottil.
Monica Tosolini

Pareggite. Ne è affetta la squadra di Sottil. La diagnosi è chiara, il decorso del male conclamato. 3 pareggi di fila; una vittoria che manca dal 3 Ottobre quando i bianconeri fecero la festa all’ex tecnico Cioffi. Da allora solo pareggi, alcuni nobili, altri più sporchi come quello di ieri sera, e una sola sconfitta. L’Udinese ha frenato la corsa a perdi fiato che l’aveva caratterizzata a Settembre. Ora che però il fiato è più corto riesce comunque a limitare i danni: una sola sconfitta e tanti pareggi alla fine rappresentano tanti brodini ricostituenti che si spera riporteranno all’Udinese la salute perduta e assieme ad essa quella fame di punti che fino alla decima gara la contraddistingueva. Personalmente ritengo che affrontare il periodo di down fisico, condizionato anche da alcune assenze di rilievo (anche ieri Udogie, Becao, Makengo oltre al lungodegente Masina che ieri avrebbe fatto comodo), dividendo la posta con gli avversari, non sia poi così male.

Parliamoci chiaro, negli anni scorsi in periodi del genere si inanellava filotti di sconfitte, ora i filotti ci sono, ma muovono la classifica e se è vero che nell’era dei 3 punti farne uno alla volta può sembrare poca roba, prima o poi si ritornerà alla vittoria, e sarà allora che i tre punti daranno valore a tutte queste gocce che riempiono il vaso piano piano, ma lo riempiono. Lo riempiono come riempiono una classifica che è decisamente buona. L’Udinese si è stagliata alle spalle delle 7 big, con un confortante margine su quelle che le stanno alle spalle ( 7 punti) e con la zona Champions molto più vicina ovvero a 3 punti. Se guardiamo alle squadre che stanno davanti, nessuna è inferiore all’Udinese, a differenza dello scorso anno quando a guardare l’Udinese dall’alto verso il basso erano formazioni del calibro di : Sassuolo, Verona,Torino e perfino l’Empoli. Allora si c’era di che rammaricarsi e di provare invidie e frustrazioni; non quest’anno. L’Udinese sta dove dovrebbe stare; fa il suo e bene; semmai era prima che stava facendo quel qualcosa di più che autorizzava sogni impensabili. Il presente è comunque roseo, e restituisce in fin dei conti lo specchio del vero valore di questa squadra. Molti farebbero la firma per avere questa classifica a fine campionato. Io compreso.

Se l’Udinese non perde, dicevamo, in fase down e con assenze di rilievo, è perchè ha struttura e identità. Badate bene, pareggiare contro squadre come Cremonese,Lecce e Spezia, potrebbe sembrare un affronto, visto il caviale e champagne al quale si era abituati a inizio campionato con lo scalpo delle big che penzolava dalle cinture bianconere; le partite della serie A però sono tutte battaglie, e a volte bisogna anche alimentarsi di pane e salame, e brindare con un bicchiere di nero, evitando che il nero riempia i nostri orizzonti. Lo Spezia aveva fatto dannare il Milan solo 3 giorni fa, Milan che ha impattato pure lui ieri a Cremona. Non è facile per nessuno contro le piccole. Il calcio non è matematica, non era scritto sui sussidiari di nessun istituto scolastico che l’Udinese avrebbe dovuto totalizzare 9 punti nelle ultime 3 sfide solo perchè affrontava squadre sulla carta inferiori, come lo stesso sussidiario non ha mai scritto che non si potesse battere quelle sulla carta più forti come Inter e Roma, eppure è successo.

Le partite vanno giocate e il campo è l’unico referto attendibile, che può rendere la carta straccia in qualsiasi momento. Martedì Sottil ha insistito con un 352 arrabattato, e monco. Senza Udogie, ha recuperato a destra la catena Pereyra e Lovric, e a sinistra ha dovuto adattare Ebosse inserendo Nujtinch dietro. L’impressione è che senza interpreti per il suo calcio, sia difficile per Sottil applicarlo, come è difficile portare avanti il 352 senza dei quinti d’assalto. Minuto 13′, Nuytinch accorcia in avanti, la palla viene persa, Holm parte in contropiede con Ebosse che è veloce ma non quanto Udogie per bloccarlo: ne nasce l’occasione da gol di Nzola che solo un super Silvestri disinnesca. Questa è la dimostrazione che con determinati uomini è difficile applicare il calcio di Sottil e questo modulo.

Il calcio del tecnico Piemontese impone di prendersi dei rischi alzando la linea di difesa scommettendo, in caso di palle perse, sulla gamba di certi elementi, in grado di recuperare eventuali ripartenze avversarie. Con Udogie si può fare, senza no! Minuto 53′ , Ebosse si applica in un cross sbilenco, fuori radar per le punte, dalla parte opposta la palla raggiunge il quinto di destra: Ehizibue che la rimette in mezzo in modo altrettanto sbilenco: ​ l’azione sfuma! Dimostrazione che senza quinti di ruolo e di qualità il modulo non è sostenibile e che con queste premesse è inutile inserire Beto, perchè va da se che non riceverà un cross degno di nota in mezzo all’area e rimarrà senza rifornimenti; cosi è stato. Il primo tempo dell’Udinese si è basato sulla catena ritrovata a destra con Lovric e Pereyra a costruire, e con il consueto scivolamento di Deloufeu a triangolare con loro. Si è basato anche sulla presenza di Success, un fattore al centro dell’attacco bianconero. Un faro luminoso in mezzo a tanta nebbia che farebbe smarrire anche i marinai più esperti.

La gara di martedì per buona parte si è sorretta su questi elementi (più un insuperabile Bjiol che ha saputo tenere a bada Nzola, e super Silvestri). Non è un caso che il gol annullato a Success sia nato da un filtrante di Lovric, mentre il gol buono lo abbia cucinato sempre il buon Success per l’inserimento ottimo dello sloveno. Gol di pregevole fattura. Le nebbie, e le secche, nelle quali si è infilata l’Udinese però sono troppo dense e profonde perchè due appigli nella manovra possano bastare. Gli uomini di Gotti dopo il gol annullato hanno suonato la carica: Verde e Agudelo sono stati abili ad infilarsi nei mezzi spazi tra difesa e centrocampo bianconeri, e a mettere in moto i quinti dello Spezia che hanno vinto spesso i miss match con i dirimpettai bianconeri (Reca e Holm dominanti su Pereyra ed Ebosse). Il gol è nato su questi territori, e altre occasioni, fin troppe, si sono sviluppate con i medesimi protagonisti. Mai come tra il 30′ e il 40′, in questo campionato, l’Udinese aveva ballato la rumba, con Silvestri a tenere il ponte in asse, quando perfino un nostromo coriaceo e navigato come Walace aveva perso momentaneamente la bussola. Il gol di Lovric, aggrappato all’ancora di salvataggio Success, è stato per tale motivo una manna dal cielo, anche per la tempistica con il quale è giunto, a fine primo tempo. Nella ripresa 2 certezze parevano incontrovertibili: inserire Ehizibue per limitare Reca sulla destra (immarcabile per Pereyra) e togliere il graziato Arslan la cui prestazione si era tinta ben presto di giallo (che non era quello della sua maglietta) con striature tendenti al rosso, magari passando con una linea a 4 dietro togliendo uno dei difensori (Nuytinch?). Sottil compie una rivoluzione a metà, avvicenda proprio loro due ma mantiene il modulo, almeno fino all’80’. Fortuna che lo Spezia dopo aver scaricato il conta kilometri nella prima frazione, non ne abbia più come prima e la gara, per usare un gergo Sottiliano, entra in uno stallo tattico, scosso solo dal mancato rigore assegnato allo Spezia, e dalla traversa di Walace, che avrebbe sancito una vittoria immeritata. Immeritata perchè ai punti lo Spezia avrebbe meritato la vittoria.

Lo Spezia avrebbe meritato i 3 punti più delle due squadre, uniche, che sono riuscite a battere la squadra di Sottil ovvero Milan e Torino. Per la prima volta l’Udinese ai punti è stata messa sotto dall’avversario. Nelle uniche due sconfitte non era accaduto. Ecco questo deve suonare come un campanello d’allarme. La squadra sta mostrando il fianco, piegata da una condizione poco brillante e da assenze di rilievo. La sosta sta arrivando come un’autoambulanza che porta le bombole di ossigeno, ma sabato c’è il Napoli che non vede l’ora di affondare la sua lama su quel fianco scoperto. La partita del Maradona si profila ai limiti dell’ ingiocabilità con queste premesse. Fortuna che però il pallone è rotondo, e la classifica è decisamente buona, e tale rimarrebbe anche con una sconfitta.

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