È indubitabile che la vittoria in Brianza abbia tonificato la classifica oltre a rasserenare un ambiente che iniziava a dare qualche segnale d’allarme a seguito di qualche battuta d’arresto di troppo.
La sfida con gli azzurri di Conte rappresentano dunque un eccellente banco di prova per capire a quali ambizioni sia ragionevole tendere nel proseguio del torneo. Un Napoli obbligato a vincere per non lasciar scappare un’Atalanta sempre più sorprendente.
RUNJAIC sa bene che una vittoria con i partenopei, considerato quanto essa stessa rappresenti per la tifoseria, sia intrisa di un valore emotivo in grado di andare ben oltre ai punti conquistati, divenendo un vero e proprio trofeo da esibire per un ragionevole periodo di tempo, tanto manca una netta vittoria sugli “indigesti” campani.
Conte perde Kvara, uno che quando vede bn si accende, ma rilancia Neres, un peperino che in breve potrebbe affermarsi come e quanto il forte georgiano. Dopo 2 sconfitte di fila con la Lazio i molti tifosi accorsi al Friuli (il 4.5.22 festeggiarono lo scudetto), si attendono una impennata dai loro beniamini.
Kosta RUNJAIC per contro, dopo aver perso in settimana ZARRAGA, ricalca il 352 abituale con KRISTENSEN dal primo come braccetto di destra, forte altresì di un certo Nino Maravilla accomodatosi in panchina, ormai vicino al pieno recupero fisico.
Parte bene il Napoli con un possesso palla che testimonia le qualità di cui son dotati gli uomini di Conte. L’Udinese cerca ripartenze aspettando gli ospiti che già dopo pochi minuti hanno un’occasione importante con Neres. Occasione pareggiata al 10º da THAUVIN che idealmente libero al limite dell’area sciupa con un tiro sbilenco offuscando l’immagine di giocatore dal gran talento.
Il Napoli gioca sfruttando le fasce ma l’Udinese non dorme. A metà frazione dopo una fase di efficace pressing alto un cross di ZEMURA incrocia il braccio di Lobotka provocando un giusto rigore per i padroni di casa. Disputa LUCCA – THAUVIN con penalty calciato da quest’ultimo. Non sempre peró i giocatori di qualità si giovano di una serenità tipica degli specialisti dal dischetto. Il rigore fallace di Bologna andava cancellato negli intenti del francese, peccato che di fronte c’era un portiere cresciuto e formatosi nella rinomata canterà bianconera in grado di parare il tiro dal dischetto. Fortuna vuole che la ribattuto si finta di nuovo sui piedi educati dell’ex campione del mondo che non trovava difficoltà alcuna a capitalizzare il tap-in di contro. 1-0 forse insperato ma in fondo legittimato da una aggressività alla fine premiante. Giusto per non farsi mancare l’ennesimo infortunio, data l’indisponibilità di PAYERO e quella di ZARRAGA, pensava bene LOVRIC di chiamarsi fori dalla mischio a causa di un risentimento muscolare intorno alla mezz’ora di gioco. Il giovane ATTA, verso quale il coach in settimana aveva dispensato giudizi lusinghieri, veniva gettato inevitabilmente nella mischia in quanto ultimo centrocampista disponibile. Si chiede la frazione con oltre il 70% di possesso;palla per gli ospiti.
In avvio di ripresa, noto punto dolente della gestione attuale, l’Udinese non si smentisce dimostrando quanto siano deleteri gli inizi ripresa situazione in cui la squadra di RUNJAIC é di gran lunga la peggiore. Ma cosa combineranno negli spogliatoi anziché trovare energie rinnovate? Fatto sta che non solo in 5’ gli ospiti pareggiano su incursione centrale di Lukaku che prende il tempo al duo centrale BIJOL- GIANNETTI, ma trova il temuto vantaggio con una azione personale di Neres conclusasi con l’ennesimo autogol, questa volta di GIANNETTI. L’Udinese provava a intensificare il forcing per raggiungere il pari, ma alla fine era Anguissa a sigillare il risultato con una azione centrale conclusasi con la rete finale del 3-1.
Che dire se non come il Napoli allo stato attuale non possa essere all’altezza di una candidata allo scudetto. La maturità degli uomini di Conte alla fine ha legittimamente prevalso.
Dispiace constatare come non si sia riusciti ad evitare l’ennesimo autogol ne ad evitare la consueta caduta di tensione ad inizio ripresa come troppo volte accade… Qui il tecnico dovrà intervenire e presto, specie sull’aspetto mentale, poiché non é accettabile veder vanificare dei primi tempi, qualora ben condotti, con atteggiamenti alquanto passivi. La classifica rimane premiante, almeno sino a che ci si abitua a vederci in quell’area; scorgersi diversamente in area di sinistra, obbliga a tenerla costantemente e rigorosamente d’occhio, pena farsi risucchiare in area sempre troppo perigliose.
AM