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Mai perdersi d’animo

Dopo tre vittorie consecutive c’era già chi parlava di Europa.
Monica Tosolini

Dopo tre vittorie consecutive c’era già chi parlava di Europa. Dopo il pareggio di domenica c’è chi si strappa le vesti. Nelle ultime quattro partite abbiamo preso tre traverse e ci hanno negato un rigore abbastanza netto (che mi ricordava, più o meno, quello non fischiato al Parma contro la Lazio). Sempre nelle ultime quattro, abbiamo subito quattro gol su errori di quello che solitamente è il migliore dei nostri. Per chi non crede alla sfortuna, questo periodo potrebbe essere ricordato ad esempio scientifico.

Capitolo Musso: l’argentino è senz’altro uno dei migliori dei nostri, lo ha dimostrato tante volte e quest’anno ha avuto un avvio di campionato straordinario. Il calo attuale mi sembra qualcosa di connesso al sillogismo mentale (quando parlando con noi stessi aumentiamo l’autostima o, in questo caso, la paura di sbagliare). Già all’inizio della partita lo avevo visto nervoso e molto ansioso con la palla fra i piedi. L’ennesimo gol subito con tunnel sotto le gambe è stato imbarazzante. Credo sia inutile girarci attorno, è in un periodo di quelli no, quando anche le cose che prima ti riuscivano semplici non funzionano. Certo, deve lavorare sul suo punto debole, le gambe appunto, ma ancora prima deve tranquillizzarsi e ritrovare fiducia in se stesso. Solo così può superare il momento no. Per me avrebbe bisogno di un giorno di ferie in più, di andare in un’osteria, mangiare bene e bere un bicchiere o due di rosso. A Udine lui è giustamente considerato un idolo e non è questo periodo che scalfirà la stima che tutti i tifosi hanno in lui. Contrariamente ad altri casi, sperando che non ci sia nulla dietro, io proverei con l’alleggerire la pressione.

Capitolo difesa: se contro il Milan nel secondo tempo era stata un gruviera, se l’ingresso di Sanchez nell’Inter ne aveva decretato la capitolazione, domenica i nostri hanno giocato molto bene, con attenzione. Ma manca la cattiveria. Chi la ha persa per prima è Ekong, che l’anno scorso era un autentico mastino. A loro invece bisognerebbe far fare allenamenti su allenamenti, prove tattiche su prove tattiche ed insegnare a spazzare, a non aver paura di buttare via il pallone quando sono pressati. Il gol subito pare la fotocopia del primo di Parma. Un gol “gnegnè”, di una difesa che cincischia e non comanda. La colpa è stata data a De Maio, credo abbia inciso di più l’indecisione di Ekong. Nel bene di una sicura crescita come posizionamento e tenuta dell’area di rigore, abbiamo avuto un errore che pare registrare una certa continuità. Lavoro, lavoro e ancora lavoro.

Capitolo attacco: cosa chiedere di più se non un po’ (mica tanta eh… ne basterebbe poca) di fortuna? Se nelle precedenti partite non si arrivava in area di rigore avversaria (ma perché poi, se non ti danno un rigore solare come avvenuto contro l’Inter?), contro il Brescia i nostri sono stati davvero encomiabili. Lasagna bei tiri e una traversa che grida vendetta, Okaka in versione trequartista autore di una partita importante. Finalmente, mi è parso di vedere che l’uno lavorava per l’altro e non che i due lavorassero, entrambi, per la squadra. Le punte vanno preservate come i panda. Ho ancora davanti gli occhi Nestorosky che toglie dalla testa di Okaka il gol del 2.1 per noi. Ho ancora davanti gli occhi la parata sul colpo di testa di De Maio, la deviazione sulla traversa sul tiro meraviglioso di De Paul. Bene così, continuiamo su questa strada!

Capitolo testa: vincere aiuta a vincere, perdere fa venire paura. Le nostre gambe non funzionavano più nel secondo tempo, fino al gol subito. Poi la reazione è stata rabbiosa, decisa, coraggiosa. Segno che non era l’ossigeno che mancava, ma la convinzione e l’autostima. Dopo un primo tempo nel quale a essere buoni dovevamo vincere 2.0, in vari hanno preso paura. E la paura, si sa, si materializza quasi sempre: in questo caso nell’errore Ekong De Maio Musso. Per fortuna che De Paul, ieri a mio avviso uno dei peggiori in campo fino al gol subito, non si perde mai d’animo e ha tirato fuori dal cilindro il gol del pareggio.

Capitolo società: a me fa poca paura una società che manda Pussetto al Watford. Mi spiace più di come si sia arrivati al fatto che Barak volesse andarsene a tutti i costi. E qua ci sarebbe molto da dire sulle precedenti gestioni, su quei DS che venivano qua a prendere lo stipendio, ma non portavano nulla di loro. Mi fa ancora più paura una società che non recrimina, come era giusto fare, dopo Udinese Inter per un rigore solare non dato. Che non recrimina dopo Brescia Udinese per un arbitraggio imbarazzante a dir poco (voglio essere diplomatico vah…). Vi consiglio di andare sul sito della Lega Calcio e controllare i numeri della partita. Come è possibile che i falli fischiati all’Udinese siano stati il doppio o di più di quelli fischiati al Brescia. Quando ho visto Tonali entrare con il piede a martello sulla caviglia di Larsen e l’arbitro dare fallo al Brescia, mi sono chiesto come dovesse essere il vino rosso bresciano, molto buono immagino. A Fofana è stato fatto un fallo da ammonizione, con un calcio sulla gamba senza la minima possibilità di intervenire sul pallone: anche qua fallo per loro. E potrei citare anche altri casi. Una società seria si fa sentire.

Abbiamo Marino che ha tutta la mia stima, spero sappia alzare la voce. Una cosa è cercare alibi nell’arbitro (sbagliato), un’altra non difendere i propri ragazzi!

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