Home » L’Udinese smarrita

L’Udinese smarrita

Inspiegabile il ritorno al 3-6-1
Redazione

L’Udinese contro il Milan ha proseguito nel trend negativo. Ne ha dato continuità anziché sovvertirlo. Personalmente all’annuncio delle formazioni non mi aspettavo niente di diverso. Sono sempre più convinto che non sia la squadra ad aver staccato la spina; è la squadra che interpreta uno spartito sbagliato. Il perché si ritorni ormai all’atavico 361, modulo che non ha MAI pagato, soprattutto quest’anno, rimane e rimarrà un mistero gaudioso che forse non troverà mai la luce di una risposta a 360°.
Le motivazioni che portano e hanno portato negli ultimi tempi il mister Runjiaic a sconfessare il 442 con il quale si aveva vinto e si aveva convinto, resteranno sempre un mistero. Il giocattolo si è sgretolato tra le mani del tecnico, il quale dopo aver trovato la quadra, in queste settimane, ha fatto di tutto per riprendere vecchi cammini accidentati, irti di difficoltà, giocatori fuori ruolo, poco coraggio e, come al solito, una regressione ad una punta. 
Già una punta. Il motivo per il quale una volta salvi il tecnico abbia deciso di abbottonarsi e difendersi, rimane incomprensibile. A Milano Runjaic si era inventato Ekkelenkamp alle spalle di Lucca. Contro il Milan è stata la volta di Atta. Forse la prossima volta potrebbe toccare a Payero chi lo sa, sta di fatto che se attacchi una squadra avversaria, nel contesto il Milan, squadra che ultimamente aveva le sembianze di un gruviera, dall’alto di due gol presi a partita, con 5 difensori e 4 centrocampisti, e con nessuno che salti l’uomo, beh non possiamo meravigliarci se poi i tiri in porta scarseggiano (uno solo in tutto il primo tempo, uno nella ripresa), e se riusciamo a far passare una serata tranquilla ai portieri rossoneri (il fischiato e poi applaudito Magnan prima, Sportiello dopo) che negli ultimi tempi a furia di raccogliere palloni nella propria rete rischiavano il colpo della strega.
Tutto come da copione insomma. Vedere un’Udinese che pronti via  manda in scena lo scontro tra Bjiol e Kristensen per la serie oggi le comiche, con Okoye subito costretto agli straordinari, o con Kristensen che sulla linea di fondo avversaria,  dall’alto dei suoi 196 cm non riesce a difendere un pallone per proteggere un corner, ma se lo fa soffiare come la merenda a scuola, favorendo una ripartenza rossonera, e un corner avversario, è piuttosto cringe. Rivedere di nuovo il tanto compassato gioco dal basso con i 3 difensori che riprendono ad avere l’80% del possesso palla della squadra, che dopo essersela passata e ripassata 32 volte, lanciano su lungo alla ricerca dell’inserimento di Kamara, aggiunge ancora più tristezza al piatto. Vedere Atta, che nei piani del mister avrebbe dovuto fare il trequartista sotto punta, venirsi a prendere la palla davanti alla difesa, rimane poi disarmante, almeno quanto rivedere i due quinti balbettare imbarazzo ad ogni sospiro di manovra, perché fuori ruolo. E si che da terzini da difesa a 4, in quel mese e mezzo in cui era stata provata,  anche loro avevano cominciato a trovare una certa continuità di rendimento, ma non per caso, ma perché finalmente chiamati a fare quello che sanno fare, ovveri i terzini! 
A Milano Runjiaic pensava di arginare Dimarco coprendosi, nella sua testa, con il 532 e Kristensen ed Ezhibue contemporaneamente in campo, risultato? I pericoli erano giunti tutti da quella parte. Insistere nella formula sa di accanimento terapeutico, visto che i gol si prendono lo stesso e Leao, il Babau della serata, viene comunque lasciato solo soletto a battere a rete dal limite dell’area, dopo una palla persa in modo banale da Lucca.
Ci si chiede poi anche perché all’intervallo, sotto di due gol non abbia inserito una punta in più, e abbia perseverato sul medesimo canovaccio tattico, al punto da “azzardare” Iker Bravo a mezz’ora dalla fine, e Pafundi al 18’ e già sul 3 a 0. Le parole dopo Genova del Mister su Bravo suonavano come una bocciatura, ma aldilà che ad un giovane andrebbe offerta fiducia, e che dopo un anno passato in panchina un pò di ruggine ci può stare, giudicando la gara di Genova ancor meno Lucca avrebbe dovuto scendere in campo.
L’Impressione è che dopo la salvezza acquisita con largo anticipo, il tecnico anziché intraprendere la strada della spensieratezza e della baldanza, di chi non ha nulla da perdere, abbia innestato la retromarcia, coprendosi inspiegabilmente, regredendo un progetto tattico che stava offrendo gioco e risultati, e bruciando nel contempo, anche alcuni giovani rampanti che avrebbero potuto mettersi in luce, sfruttando le defezioni dei senatori del reparto avanzato. L’impressione, è che senza quei senatori il mister non si senta sicuro, e che siano proprio quelle assenze ad indurlo a coprirsi. I risultati però, sempre negativi, avrebbero dovuto suggerirgli altro. Coprirsi non paga. Il Milan, sceso in campo con un insolito 343, ha potuto chiudere  l’unica punta bianconera in una morsa a tripla mandata, e le punte e gli esterni hanno potuto dedicarsi sostanzialmente solo a spingere, perché non dovevano difendersi da  niente e da  nessuno.
Se l’attacco è la miglior difesa, difendersi è il miglior modo per favorire gli attacchi avversari. Il Milan di colpo ha potuto scoprirsi più bello di sempre. Il Milan quest’anno ha dimostrato di essere una squadra che va in grosse difficoltà se attaccata, e Runjiaic decide di non farlo o di farlo con interpreti dalle caratteristiche difensive e non offensive. Già questo sembrerebbe un paradosso. Affrontarla come se fosse la banda di Van Basten Gullit e Rjikkard, ha fornito a Conceicao terreno fertile e facile per coltivare un successo insperato; così facile da indurli ad illudersi di aver risolto tutti i problemi ma sappiamo bene che di certo il 4 a 0 finale non ha cancellato le magagne del diavolo, ma sono state  solo ben mascherate dalla paura degli avversari.
Cosa aspettarsi da questo finale di campionato per l’Udinese invece, non è dato saperlo. A continuare su questa falsa riga nulla di buono direi. Quota 50 con questa paura e timidezza rimane lontanissima, e per il tecnico, dovesse continuare su questo trend, sembra a rischio anche la conferma.

Paolo Blasotti

Articoli Correlati

©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia