La partita contro l’Empoli, giunta dopo la grande prestazione di Napoli, rappresentava la classica partita trappola; una delle solite gare nelle quali l’Udinese è chiamata a riconfermarsi dopo due risultati positivi, e che spesso e volentieri fallisce. Ieri, complice anche un Empoli ridotto ai minimi termini quanto ad indisponibilità, e con un assetto tattico più coraggioso confermato, sulla scia di quanto di buono ottenuto ultimamente, la squadra di Runjiaic non ha tradito le attese, sfoderando una prestazione convincete, bella a vedersi e regalando al proprio pubblico un discreto spettacolo.
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La nuova formula con la quale il tecnico bianconero sembra aver ridisegnato la squadra ormai da qualche giornata, sta portando i suoi frutti. Stessa formazione di Napoli ma stavolta la linea a 4 è stata composta da entrambi i terzini con il rientro di Ehizibue e l’esclusione di Kristensen. Un assetto più offensivo se vogliamo con solo due difensori puri, ovvero i due centrali. Gli esterni di centrocampo sono stati sempre Atta ed Ekkelenkamp in un’interpretazione del ruolo un pò Naif. I due nuovi acquisti del mercato 2024, infatti, si allineavano allargandosi solo in fase difensiva per coprire meglio l’ampiezza, per poi venire dentro il campo in fase di possesso e a turno ad aggiungersi alla trequarti per dare man forte a Thauvin. ll movimentismo dei due rappresenta la più interessante novità delle ultime partite dell’Udinese. Atta ed Ekkelenkamp sovente si sono cambiati anche la posizione, si sono trovanti anche entrambi dallo stesso lato, e si sono inseriti a turno anche in area. In particolare il movimento di Atta a venire dentro il campo è servito per gli inserimenti sull’esterno di Ezhibue, mentre quando quest’ultimo tagliava dentro il campo trovava la scalata sull’esterno di Atta. In questo contesto Lovric e Kalstrom sono stati abili ad agire con sincronia, chi si abbassava chi si alzava per accompagnare la manovra. Insomma un movimentismo da parte degli interpreti del centrocampo che non dava punti di riferimento a Grassi e compagni, i quali si sono strovati spesso a scalare in ritardo ed a dover aprire voragini specie sul fianco sinistro nel primo tempo. L’Udinese, con qualche piede buono in più in mezzo al campo (Atta ed Ekkelenkamp oltre a dinamismo garantiscono anche qualità) e un difensore in meno, ha palesato così una manovra ben più fluida, a tratti anche tesa a rubare l’occhio, e che ha portato spesso alla conclusione. L’ex di turno, Silvestri, era dovuto interventire già su Lovric e Thauvin prima di capitolare sul tocco di Ekkelenkamp a deviare la botta da fuori di Atta (toh sempre loro due).
Rischi
In tutto questo l’Udinese ha anche scoperto il fianco in più di qualche circostanza. Nel primo tempo Ehizibue si è lasciato attrarre troppo dall’attacco allo spazio, e un paio di volte ha lasciato scoperto il proprio lato con il solo Lovric a dover aprirsi per chiudere su Pezzella e Henderson che qualche pallone in mezzo lo hanno messo per Kouame, che si è rivelato fortunatamente impreciso. Anche nella ripresa, l’Udinese qualcosa ha concesso, e sempre Kuame ha fallito una comodissima occasione su cross dalla destra, forse abbagliato dal sole. Sono inevitabilmente i rischi che si può prendere una squadra propositiva, che porta tanti uomini all’attacco, anche sei a volte, e che di spazi dietro inevitabilmente concede. La gara, intendiamoci, non è mai stata in dubbio. L’Udinese ha trovato ben presto il secondo gol, su una bella ripartenza, partita dai piedi di Thauvin, rifinita dal tocco di classe di Ekkelenkamp ( in questo caso un non tocco trattandosi di velo) per Lovric, l’apertura sulla destra per Lucca, e azione che trovava la chiusura proprio dell’olandese protagonista di giornata, abile come pochi negli inserimenti. Sul 2 a 0 l’Udinese si è divertita, inoculando qualità agli interpreti in campo (Rui Modesto e Sanchez per Ehizibue ed Ekkelenkamp) e successivamente esagerando pure con Runjiaic a schierare tutta la batteria di attaccanti, chiudendo con il tridente Bravo -Sanchez – Thauvin e Pafundi mezzala: risultato? palla sempre tra i piedi dei bianconeri vestiti, terzo gol di Thauvin, altro gol del francese (scatenato) sfiorato, e rischi 0 per la porta di Sava. Insomma, vero che l’Empoli era di per se crollato, però passare dal vivere l’ultimo quarto della partita osservando l’orologio nella speranza che il tempo passi, con 5 difensori asseragliati nella propria metacampo a difendere il minimo vantaggio, al rammaricarsi che l’arbitro fischi la fine perchè probabilmente con altri minuti a disposizione sarebbe uscito anche il quarto gol, grazie ad un atteggiamento più offensivo, beh, è un bel cambiamento.
Sembrerebbe proprio che Runjiaic abbia accettato l’idea di voler osare maggiormente, in virtù di una classifica che, a onor del vero già prima sorrideva, ma ora certifica una salvezza che ormai è quasi in cascina a San Valentino, insomma, un risultato che in queste latitudini da un pò non si otteneva.
Ora l’Udinese ha il dovere di proseguire su questa linea, continuando a sfruttare il potenziale offensivo notevole, con Davis pure prossimo al rientro, e con due sfide “trappola” alle porte come Lecce e Parma, che se affrontate come questa, sicuramente potranno regalare altri punti per orientare lo sguardo in classifica verso l’alto.
Diciamo quindi prova del nove superata a pieni voti.
Una riflessione sul cambio modulo infine è doverosa: da quando Runjiaic ha schierato la difesa a 4 nelle ultime 3 gare, i gol realizzati sono stati 7 mentre quelli subiti 3 ( tutti su palla inattiva quindi decontestualizzati da qualsivoglia schema tattico ) quindi con un saldo in positivo di +4 , mentre prima con la linea a 5 il saldo era costantemente in negativo. Questo significa che forse Runjiaic ha trovato con la difesa a 4 il tanto agognato equilibrio che prima con il 532 era solo millantato ma di fatto sempre rimasto una chimera.
Paolo Blasotti