25 punti ottenuti nel girone d’andata rappresentano un bottino accettabile per questa Udinese proiettata ad un ‘25 possibilmente migliore. Senza qualche indisponibilità di troppo forse i punti potevano esser qualcuno in più, ma inutile rimpiangere quel che poteva essere e in fondo non è stato.
Con l’avvio del girone di ritorno, é vero che registriamo ancora qualche indisponibilità, ma se si escludono i tempi di recupero non così brevi per OKOYE, possiamo in fondo accontentarci per recuperi oramai imminenti.
Di fronte la regina delle provinciali, quell’Atalanta che sta diventando un autentico riferimento per qualsiasi club non metropolitano.
Il Gasp avrà anche un caratteraccio, ma come “manico” non si discute. Molti dei successi passano dalle riconosciute qualità gestionali. A Udine rilancia dal primo Scalvini dietro, rinuncia in partenza all’ex Samardzic, mentre davanti, orfano di Scamacca e Retegui, schiera il duo De Ketelaere – Lookman, assai prolifico in stagione.
RUNJAIC anch’egli orfano dei 2 centravanti in rosa, LUCCA per squalifica, DAVIS per infortunio, schiera l’attacco leggero con ALEXIS SANCHEZ, alla 200.a in A, ad affiancare THAUVIN per un attacco inedito, ma dalla qualità tecnica indiscussa.
Dietro SOLET confermatissimo nel braccetto di sinistra nonché atteso ad una verifica contro una squadra tosta, mentre in mezzo i due interni sono LOVRIC e PAYERO. Il baby PAFUNDI in panchina appare preludio ad una conferma in rosa per la stagione in corso.
Minuto in memoria di Fabio CUDICINI scomparso in settimana, omaggio al grande “ragno nero” che diventò giocatore vero esordendo in A dopo il percorso con le giovanili, proprio con i colori bianconeri.
Il match partiva a ritmi cadenzati e fasi di studio prolungate quasi a testimoniare quanto le squadre si potessero temere. Al quarto d’ora veniva espulso MALECKI secondo di RUNJAIC, per essere uscito dall’area tecnica a seguito di un fallo subito da LOVRIC.
Al 20º si intravedeva qualcosa di buono con un’imbucata di SANCHEZ per EHIZIBUE che scontrandosi accidentalmente con Djimsiti lo costringeva ad abbandonare il campo per trauma cranico. Occasione enorme alla mezz’ora con BIJOL che staccava di testa da non oltre 4 metri trovando un Carnesecchi bravo e fortunato nella respinta sulla linea. L’Udinese sembrava di gran lunga più in palla degli avversari tanto che ad un paio di minuti dall’intervallo la squadra confezionava una tripla occasione dopo un cross di KAMARA sul quale impattava un SANCHEZ assai vivace. Il colpo di testa sul secondo palo era per tempo e coordinazione perfetto, se non che sbattendo sull’interno del legno rientrava proprio sui piedi di ALEXIS che da pochi metri calciava sulla traversa… la ribattuta carambolava sulla testa di LOVRIC incapace di dare sufficiente forza per impensierire un attento Carnesecchi.
La frazione si chiudeva dunque con un clamoroso doppio palo di un atleta finalmente ritrovato nel proprio potenziale e con una Dea, raramente tanto inespressiva, sempre in ritardo sulle seconde palle, incapace di impensierire SAVA – nessuna conclusione in porta – alimentando per contro tanti rimpianti per un’Udinese apparsa tonica e attenta soprattutto nella fase difensiva.
Alla ripresa in molti si attendevano una Dea, peraltro reduce da 8 gg di allenamenti mirati, diversamente aggressiva, ma il campo diceva l’esatto contrario con la percezione che se una delle due squadre fosse stata in grado di sbloccare il risultato, questa sarebbe stata la compagine di casa. In verità alla ripresa, calato come da previsione il rendimento del Nino, la squadra nonostante gli ingressi di EKKELENKAMP, ATTA, BRAVO e RUI MODESTO, non trovava quegli sbocchi necessari ad impensierire Carnesecchi. Un tiro di THAUVIN a metà ripresa a seguito di una bella azione non aveva forza e parabola da impensierire l’estremo orobico. Solo nel finale dopo la sostituzione della coppia d’attacco nerazzurra – marcata perfettamente dai 3 granatieri bn – grazie all’ingresso di Samardzic, la squadra ospite trovava qualche geometria accettabile sino alla conclusione finale dell’ex tedesco n.24, su cui SAVA si opponeva con sicurezza.
La gara terminava regalando ad un soddisfatto RUNJAIC un gran clean sheet – l’Atalanta non rimaneva senza marcature in campionato da agosto con l’Inter – ottenendo il secondo 0-0 consecutivo, che allarga sì il numero dei pareggi, ma rincuora per il potenziale che si inizia a scorgere nel gruppo guidato da Kosta.
SOLET appare una sicurezza e conferisce tranquillità al reparto, KRISTENSEN sta dimostrando del perché lá Premier gli ha messo gli occhi addosso, SANCHEZ sembra esser tornato il giocatore tanto ammirato al Friuli una quindicina d’anni fa quando con Totó si divertiva a far impazzire le difese avversarie. Il pari alimenta persino qualche sano ripianto, ma oggi noi tutti non riusciamo che a vedere solo il bicchiere mezzo pieno, confidando in un girone di ritorno a dir poco “scoppiettante”.
AM