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Lu vevi dite

E lasciatemi vantare un po'.
Monica Tosolini

E lasciatemi vantare un po’. La vittoria contro il Sassuolo andrebbe titolata “From Watford to Udin” dove Udin non è il nome della amata città in inglese, ma in furlan. Non contano nulla i soldi, non conta quante squadre hai o dove vanno gli investimenti. Conta solo e unicamente la variabile più economica di tutte: l’organizzazione, e con essa le competenze.

Se non ricordo male, scrissi che a Udine mancava un Marino, per la prima volta, quando c’era Colantuono e dopo un ottimo girone di andata, la squadra era andata a farsi benedire (ovviamente non a Castelmonte…). Pierpaolo venne intervistato e si capiva lontano chilometri che serviva lui. Ho dovuto avere pazienza, vedere la fede vacillare, prendermi crampi alle gambe e mal di pancia a non finire, ma alla fine Marino è tornato all’Udinese.

Lasciatemi dire la mia un’altra volta. Marino è uomo di calcio, aveva capito che il buon Tudor non era adatto. Non basta vincere le partite contro squadre già in ferie per essere un allenatore. Ed ecco che ti pesca il jolly. Ti porta a Udine un Gotti che ha lasciato ottimi ricordi ovunque sia stato, che dirige meravigliosamente la squadra dalla panchina contro il Torino. E lì a Marino saranno sorti i dubbi. Scommetto che non lo ammetterà mai, ma l’idea per me lo ha sfiorato. Perché Gotti è il miglior allenatore dopo Guidolin. Non me ne vogliano Delneri e Nicola (che ora apprezzo in quel di Genoa, con un Behrami al quale continuerò sempre a volere come, come a Felipe). Gotti sa mettere la squadra in campo, Gotti ha resuscitato Fofana, Gotti sa scegliere fra De Maio e Becao in base a chi bisogna fronteggiare sul centro destra. Gotti ha capito che Nuytinck è un top player. Gotti ha capito più di tutti il ruolo di De Paul. Gotti parla poco ma quando parla zittisce tutti, Gotti non vive il calcio nell’uno contro uno ma crede nel gioco di squadra.

Nel secondo tempo un giocatore del Sassuolo parte in contropiede, i loro attaccanti hanno piedi formidabili, i nostri difensori sono lenti e fisici. Rimangono Nuytinck ed Ekong, uno è sbilanciato, l’altro non va sotto l’uomo ma lo aspetta, lo ferma, gli ruba l’energia e alla fine gli rubiamo la palla senza che questi possa tirare. Lo faceva Nicola, ora lo fa Gotti… in serie A lo sanno fare in pochi, è per questo che poi in campo internazionale le perdiamo. Perché il calcio moderno è ignoranza. E’ vero, la disposizione tattica conta poco, è più importante l’atteggiamento in campo, la carogna addosso, come la chiamo io. Ma la tattica di squadra, invece dell’individualismo, vince e questa porta al coraggio, e il coraggio porta alle imprese. Sema o Okaka per un 2 a 0… from Watford tu Udin. Se la proprietà capisce che a Londra va una testa e a Udine un’altra, allora possiamo divertirci; se la proprietà capisce a chi delegare e lascia a questi potere di delegare e decidere, allora i risultati arrivano. Nelle ultime tre partite mi aspettavo cinque punti, ad essere pragmatico e un filino ottimista… ne sono arrivati nove. Nove, NOVE! Che bel numero!!! Ed è tutto merito di gerarchia e meritocrazia. Come ho scritto qualche settimana fa la meritocrazia è circolare. Fofana, che pareva il peggior giocatore degli ultimi anni, è diventato ora uno dei più importanti (ma davvero oggi c’erano i più importanti in campo e i meno?)… sotto chi tocca, avanti chi ha la carogna addosso!

Okaka e Sema sono arrivati dal Watford, come l’anno scorso quel Zeegelar che spero di rivedere da noi. Le sinergie esistono, e funzionano! Basta che chi comanda capisca determinate cose. Gino ci ha messo anni, forse è stato più il caso che altro, non lo so e non mi interessa. Per me conta solo quello che c’è ora. E quello che c’è mi fa innamorare, girare la testa, smadonnare ed esultare. Ho voglia di tornare al Friuli, mi manca il suo freddo e il suo calore, le grida e il profumo di erba bagnata dopo anni che avevo abdicato. Non per i risultati, ma per il DNA che si portava in campo!

Ora ci aspettano tre partite dalle quali possiamo ricevere tranquillamente tre sconfitte (Juve, Milan e Parma). Ma non conta nulla, l’Udinese, come Lazzaro, è risorta. Viva l’Udinese, gloria all’Udinese!!!

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