Due passi falsi consecutivi, seppur pronosticabili, impongono ai friulani la ricerca dei 3 punti da ottenere ancora davanti ai propri tifosi. RUNJAIC chiede miglioramenti generali e capacità di dimostrare quella personalità vista in parte, a tratti, con Lazio e Parma.
La rinuncia forzata al fantasista THAUVIN, LOVRIC e PAYERO a centrocampo, oltre a KRISTENSEN in difesa, impone al tecnico scelte quasi obbligate con il rilancio di EKKELENKAMP e LUCCA dal primo al fianco di BRENNER, oltre alle conferme di ZEMURA, KABASELE e ZARRAGA nei rispettivi reparti. Curiosità per il gigante TOURÈ opposto al forte danese Dorgu, confermato a sinistra in attesa del recupero totale di GIANNETTI.
Sulla sponda giallorossa GOTTI l’ex (87 panchine in bn), che buoni ricordi ha lasciato in Friuli tanto da ricevere un significativo saluto alla vigilia da parte dei suoi ex tifosi, cerca al Friuli punti pesanti per una classifica assai bisognosa di essere rimpinguata; 5 punti dopo 6 gare, 3 soli gol seppur attraverso partite in buona parte ben giocate, non lasciano del tutto tranquillo il tecnico di Contarina, che nell’occasione deve rinunciare a Banda, Bonifazi e Kaba, ma recupera Sansone e lo squalificato Guilbert. Attacco giallorosso peraltro oltremodo pericoloso con i Rebic (Inler lo voleva a Udine), i Krstovic, i Dorgu, tutte intuizioni del bravo d.s. Corvino.
Parte bene l’Udinese tanto che al 2º di gioco, KABASELE iniziava la sua personale sfida con Falcone. La supremazia e il pressing alto bn, si estinguevano peró in pochi minuti tanto da lasciare iniziativa al Lecce per una buona ventina di minuti. Piu ordinata e precisa la squadra di Gotti, più lenta e affidata ai lanci lunghi quella di RUNJAIC con molti, troppi passaggi all’indietro con EHIZIBUE recordman in tal senso (qualcuno vuole spiegargli che si segna passando in avanti anziché all’indietro….?), e BRENNER sin troppo evanescente. Mezz’ora di gioco in cui il Lecce dopo un avvio stentato pareva prendere le misure alle sfuriate bn, e dove purtroppo emergeva inequivocabilmente la mancanza di un creatore di gioco (non a caso si annotava il vuoto generato da un certo THAUVIN).
La pericolosità dei friulani era per lo più generata da KABASELE (il che é tutto un dire), che con i suoi colpi di testa metteva sistematicamente in difficoltà (al 32º con una traversa respinta e ZEMURA incapace di trasformare da un metro un’occasione ghiotta, ma anche al 36º sempre di testa) la difesa ospite. L’occasione più eclatante si materializzava al 40º quando ZARRAGA si vedeva respingere dal palo interno un tiro dal limite deviato da Baschirotto.
RUNJAIC in conferenza stampa dirà che il primo tempo, paragonato a quello di Parma “non gli è affatto piaciuto”.
Possesso palla ok, ma manovra ancora da rivedere per gli uomini in bianconero che chiudono la frazione con il nulla di fatto.
Secondo tempo con inserimento immediato di DAVIS per un impalpabile BRENNER. La gara di fatto veniva condotta unicamente dagli uomini di RUNJAIC con gli ospiti che sin dalle prime battute pensavano a mantenere il punteggio in essere rinunciando ad offendere come in parte avvenuto nel primo tempo. Molti i cross in direzione dei due lungagnoni bn, ma irrilevante il costrutto.
La svolta avveniva quando all’ora di gioco mr RUNJAIC toglieva “inverter”EHIZIBUE inserendo KAMARA indottrinato a spingere nella propria fascia di competenza, quella sinistra con relativo spostamento di ZEMURA sul lato opposto. Non che il cambio fosse in grado di produrre effetti nefasti per i salentini, ma in un’incursione dell’ivoriano si profilava un’opportunità al limite dell’area ospite a causa di un fallo di Ramadani. In campo come noto non c’era THAUVIN, uno dei pochi a possedere piedi educati al calcio franco, e ogni tifoso sugli spalti e fuori, si chiedeva chi potrebbe essere il deputato a “tradire” per l’ennesima volta (ben 2 anni) le aspettative dei tifosi, anche in questa circostanza encomiabili. Sulla palla si predisponevano ZARRAGA e ZEMURA due brevilinei (guarda un po’…) con in capo al nome la Z di Zorro, pronta a lasciare il segno come l’uomo mascherato. Il basco si posizionava a sinistra per calciare di destro, ma alla fine declinava in favore dello Zimbawuiano – altra Z ma guarda un po’…- spostatosi a destra per essere pronto a pennellare il sinistro. L’esecuzione era un capolavoro balistico, degno del miglior Zico – ancora Z…? – quel calcio sinistro (per il Lecce) scagliato ad un solo quarto d’ora dal termine si dimostrava a dir poco chirurgico, imparabile persino per il miglior Oblak.
Il gioiellino insaccatosi nel sette alla sinistra del bravo Falcone, dava a tutti l’impressione di valere moltissimo in chiave risultato, in virtù di un Lecce fin troppo remissivo, difficilmente in grado di invertire trend e mentalità. Infatti, complici anche cambi tattici in grado di spezzare il ritmo di gioco effettuati da Kosta (molto promettente l’ingresso e la prova di ATTA) nel tempo rimanente, le occasioni per i giallorossi stentavano a concretizzarsi, nemmeno attraverso mischie o tiri della disperazione. Il più pericoloso si rivelava Gallo il quale partiva dalle retrovie di sinistra dei suoi.
Vittoria dunque pregustata e vittoria ottenuta con doverosa festa sugli spalti, più per i punti che per il gioco, se vogliamo essere onesti intellettualmente. KABASALE é parso il migliore dei suoi, ma anche TOURÈ ha dimostrato di poterci stare la’ dietro attraverso un contributo di sostanza (perché poi non sfruttare quei 206 cm per corner e punizioni dalla tre quarti?).
La classifica vista oggi é persino fuorviante – 13 punti in 7 gare con 4 vittorie di cui 3 in casa dopo il campionato scorso – non potranno divenire un trend ripetibile, nemmeno con il ritorno di THAUVIN e il pieno recupero del Nino.
Sarà dunque bene non abituarsi a queste altitudini, pena il rischio di giramenti di testa e perdita della realtà.
La squadra sino ad oggi ha di fatto massimizzato i punti a disposizione, ha margini di crescita vero e ulteriore potenziale da sfruttare. Il recupero dei vari PAYERO, LOVRIC, KRISTENSEN, GIANNETTI, ALEXIS, PIZARRO non potrà non avere un peso specifico importante per il proseguio del torneo.
Non trasformiamoci però ancora una volta in pompieri, evocando il classico ritornello del celebre “fieno in cascina”, godiamoci altresì da “incendiari” questa bellissima partenza da anni latitante – se si esclude il primo Sottil – alle nostre latitudini. Non saremo probabilmente da Coppa, forse nemmeno da retrocessione (almeno speriamo), siamo comunque poco considerati dai media nonostante la classifica – conosciamo le motivazioni – questo modo di viaggiare a fari spenti in fondo potrebbe rappresentare un discreto vantaggio (vedi Bologna anno scorso).
La strada imboccata e il piglio mostrato comunque in fronte a tante assenze, incoraggia pensieri solo positivi.
Immaginiamo solo per un attimo i nostri giocatori capaci di offrire il loro massimo rendimento, chiudiamo gli occhi, e perché no, sogniamo se ne siamo capaci… – oggi si può!
AM