Tornando alla fine del recente mese di maggio, mister Marco Baroni oggi al timone della Lazio, risultava essere uno dei candidati più autorevoli alla guida dei bianconeri. Il Cagliari per sostituire Ranieri, lo stesso Monza una volta perso Palladino diretto a Firenze, avevano offerto la guida tecnica al 60.enne fiorentino, salvo successivo diniego cagionato dalla caparbietà di Claudio Lotito, il quale lo ha voluto contro tutto e tutti alla guida degli “aquilotti” bianco-celesti. Il pedigree del tecnico toscano non sarà forse d’effetto, ma quanto ottenuto a Verona nella passata stagione, rende estremo merito ad un tecnico che si é fatto la “gavetta” senza trovare alcuna scorciatoia come avviene per contro nei confronti di diversi colleghi.
Novità in mezzo sia per i padroni di casa che per gli ospiti. RUNJAIC nel consueto 3412 schiera KARLSTRÖM al posto di LOVRIC e Baroni risponde con Vecino in mediana davanti alla difesa – uno che quando vede Udinese si esalta – in luogo di Rovella.
Le ultime due al Friuli con i capitolini corrispondono ad altrettante sconfitte, per trovare addirittura una vittoria é necessario andare indietro di oltre un decennio, ai tempi di Guidolin; per Baroni altresì l’ultima a Udine richiama quel 3-3 rocambolesco col Verona.
Bene l’Udinese in avvio come a Bologna peraltro, con la differenza sostanziale che questa volta su assist delizioso di esterno sinistro di THAUVIN, un colpo di testa chirurgico di LUCCA abile nello smarcarsi del suo Casale-Romagnoli, si andava ad insaccare alle spalle di un incolpevole Provedel. 2’ di VAR convalidavano un errato fuorigioco segnalato dal guardalinee ai quali vien persino insegnato di tenere giù la bandierina anche nel dubbio… mah! Udinese ancora molto aggressiva che spesso arrivava prima sulle seconde palle, e piazzava KARLSTOM (forse ancora poco servito) davanti alla difesa a mettere ordine.
Il gioco aggressivo dei friulani non trovava altresì negli esterni due cursori capaci di offendere quanto necessario nelle fasi di ripartenza. Sia KAMARA che EHIZIBUE non arrivavano quasi mai sul fondo, preferendo di sovente articolare passaggi all’indietro privilegiando la copertura tattica. Poco prima del cooling break al 25º era OKOYE a leggere bene un filtrante capace di tagliare una difesa non sempre ben posizionata sui lanci lunghi generati dai difensori ospiti. Peccato che ad una manciata di minuti dalla chiusura di frazione una bella ripartenza non si sia conclusa con un passaggio maggiormente calibrato sull’accorrente KARLSTRÖM imbeccato da un generoso THAUVIN. Al 49º (6’ di recupero sono sembrati ingiustificati) l’occasione più ghiotta per il possibile pareggio degli ospiti; OKOYE veniva superato da un colpo di testa da angolo, ma EHIZIBUE nell’occasione eseguiva la sua miglior giocata della partita, salvando sulla linea di porta un gol già fatto. Frazione che si chiudeva con il vantaggio dei bianconeri.
Alla ripresa tutti si attendevano una Lazio protesa alla ricerca del pareggio, ma l’aggressività degli uomini di Runjaic e la voglia di arrivare primi sulle seconde palle, favoriva un recupero importante a centrocampo con Guendouzi – il migliore dei suoi – che raddoppiato finiva con perdere palla innescando una partenza micidiale palla al piede di THAUVIN. Bello vedere che quest’anno al fianco del capitano accorrevano ben 4 uomini per rifinire l’azione. Il capitano tuttavia si metteva in proprio resistendo agli attacchi dell’intera difesa e presentandosi a 15 metri da Provedel, il quale dinnanzi al tocco di esterno-punta da campione del mondo quale è il francese, non poteva che inchinarsi. 5º al primo, 5º di gioco al secondo, nonché due marcature che indicano come sembrano davvero essere cambiate le statistiche rispetto al recente passato, quando una volta fuori dagli spogliatoi la squadra diventava una pecora pronta a farsi azzannare dal lupo.
Bene, perché il 2-0 metteva la gara entro i binari sperati, lasciando alla Lazio una serie di corner infruttuosi dove i granatieri bianconeri giganteggiavano. Ci pensava però KAMARA a riattivare i cuori forti, facendosi scioccamente espellere a trequarti gara per un fallo inutile a centrocampo, compromettendo seriamente il risultato di una gara dalla valenza fondamentale per tutti.
Giocatore intelligente vale più di “gamba lunga” narrava un allenatore di fama internazionale….
Ogni modo il successivo imminente “cooling break” veniva in soccorso ai bianconeri consentendo al mister di dare adeguate disposizioni tattiche. EKKELENKAMP entrato pochi minuti prima del misfatto si posizionava sulla sinistra ad occupare il posto dell’espulso, mentre gli ingressi di ZARRAGA, KABASELE, LOVRIC andavano a portare forze fresche in centro al campo.
Fortuna che la LAZIO si limitava a girar palla senza velocità nonostante gli innesti dalla panchina. L’ingresso poi di DAVIS, nonostante un PEREZ colto dai crampi ma stoicamente in campo, ha consentito la squadra di respirare, date le qualità dell’inglese nel gestire il possesso palla. Meno sportellate di LUCCA, ma grandi abilità tecniche.
La difesa bianconera nonostante una traversa di VECINO sul finale, si rivelava imbattibile per 94’ , quando il subentrato Isaksen riusciva con un tap-in a riaprire la gara al 4º dei 6 minuti concessi nel recupero. In inferiorità numerica si sa, non si puó mai esser tranquilli. Al 95º di gioco, DAVIS si conquistava comunque applausi scroscianti quando teneva in scacco 4 difensori ospiti difendendo palla, guadagnando tempo prezioso e facendo di fatto respirare l’intera squadra.
Con qualche sofferenza di troppo si chiudeva dunque la gara per la gioia di un intero popolo, che dagli spalti mai e poi mai aveva fatto venir meno il proprio rimarchevole sostegno, dopo i tanti bocconi amari ingoiati nella stagione passata.
Anche se i numeri statistici non sono forse quelli che il mister ambisce a raggiungere (34% di possesso palla con il 72% dei passaggi riusciti, 3 tiri in porta) abbiamo l’impressione che il vento sia cambiato e che questo gruppo guidato da un leader carismatico come THAUVIN abbia tracciato il solco per una stagione dignitosa. Certo c’é ancora da crescere, ma la grinta , la voglia di far bene e di giocare un per l’altro, sembra ricalcare il primo scorcio di stagione di Sottil. KARLSTROM ci è piaciuto molto, mai in affanno sempre pronto all’appoggio più efficace, EKKELENKAMP sembra abbia una voglia matta di ritagliarsi il proprio spazio, e LUCCA se ben servito grazie ai suoi 2 metri passati, qualche grattacapo alle difese avversarie sembra poterglielo dare.
Se proprio vogliamo evidenziare un limite, non é la prima volta che lo scriviamo, é la forza potenziale espressa dalle corsie esterne.
Si possono fare anche esperimenti per carità, ma i 4,5 elementi designati a presidiare le fasce non sono né UDOGIE, né Dusan Basta, tanto per ricordare il 40º compleanno dell’ex capitano a cui ci uniamo di cuore visto la veste di doppio ex.
Ecco se dal mercato qualcosa deve arrivare auspichiamo vada a rafforzare proprio quel settore specifico.
RUNJAIC infine merita una riflessione a parte. Il personaggio piace, poco da eccepire. Sa porsi e sembra saper tirar fuori il meglio dai suoi. È giusto però aiutarlo in questa fase che potrebbe divenire molto delicata poiché da ora si tenderà a respirare un’aria fresca dal rinnovato entusiasmo. Da una parte l’entusiasmo tra i giocatori é un propellente come pochi altri, pur tuttavia é giusto che Kosta venga messo in guardia, che chieda e pretenda i giocatori mancanti, e che cerchi di evitare le cessioni in difesa, rischio purtroppo concreto in vista delle ultime ore di mercato.
Non sarà altresì così agevole vincere 2 partite di fila in casa, dopo l’astenia della stagione trascorsa, primo perché il Como arriverà affamato di punti e con l’aggiunta di giocatori di grande qualità repetiti proprio sul mercato, secondo perché l’Udinese di RUNJAIC verrà studiata attentamente nelle proprie debolezze, che purtroppo non mancano.
Siamo tutti felici chiaro, ma antenne assolutamente ritte mister!
AM