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La luce in fondo al tunnel

L'approvazione da parte del Cts del protocollo redatto dalla Figc ha aperto la strada alla ripresa del campionato.
Monica Tosolini

L’approvazione da parte del Cts del protocollo redatto dalla Figc ha aperto la strada alla ripresa del campionato. Non c’è ancora una data, quella arriverà tra poco più di una settimana, ma la serie A sembra finalmente pronta a ripartire.

Lo fa sperare l’atteggiamento di Spadafora, questa sera più possibilista che mai, e il successivo intervento di Gravina. Le squadre potranno iniziare gli allenamenti collettivi propedeutici alla ripresa del campionato. Le due settimane in questa forma non verranno vissute in un ritiro blindato, ogni giocatore e membro dello staff potrà tornare a casa dopo gli allenamenti. Ma l’atteggiamento prudente verrà mantenuto: si vuole ripartire e portare a termine la stagione.

In caso di un elemento positivo, questo andrà a casa e la squadra potrà continuare ad allenarsi ma chiudendosi in un ritiro blindato. Infine, ha fatto sapere Spadafora, “ci saranno dei chiarimenti sui tempi di isolamento dei giocatori eventualmente positivi e si raccomanda che i tamponi non vadano a incidere sulla necessità della collettività”.

Insomma, sembra che stavolta si vada davvero verso la ripresa. Spadafora ha dato un primo appuntamento, quello del 28 maggio in cui, con una situazione più chiara anche sul contagio e tutti gli elementi necessari per farlo, si potrà probabilmente stilare un calendario per la ripresa.

Intanto domani il Consiglio Federale prenderà altre decisioni, tipo quelle sul da farsi in caso di chiusura anticipata del campionato. Una misura che Spadafora sembra sicuro nel voler scongiurare: “La cosa importante credo sia iniziare il campionato per concluderlo, quindi tutte quelle che possono essere le soluzioni per consentire realisticamente di farlo sono importanti. La scelta della Francia di chiudere tutto sarebbe stata la più facile da compiere. Io non l’ho voluta fare così come ho trovato vergognoso che all’epoca mi venisse chiesto di decidere sulla ripresa quando eravamo ancora nelle condizioni di non trovare posti nelle terapie intensive. Il calcio è una grande industria, è giusto che possa ripartire ora che tutto il resto del paese sta ripartendo. Sono stato dipinto come il nemico del calcio, mi ha dato fastidio, ma ora sorrido”.

Parole che dovrebbero precedere un lieto fine…

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