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Inter inarrestabile, la squadra tuttavia non sfigura

La squadra di Inzaghi ha tratteggiato la misura del potenziale in essere
Redazione

Nell’anticipo di sabato, di scena al Friuli l’Inter campione d’Italia. La squadra di Inzaghi a seguito del brusco stop subito nel derby, non vuole assolutamente lasciare ulteriori punti per strada, tanto da annunciarsi alla vigilia piuttosto agguerrita.

Barella é pedina cui il tecnico piacentino non potrà attingere, pur tuttavia la qualità dei sostituti è in grado di rassicurare quanto basta il vincente mister nerazzurro.

Nell’altra sponda Mr. RUNJAIC qualche defezione in più ce l’ha. GIANNETTI e KRISTENSEN si son resi indisponibili, PAYERO si teme possa restare fuori per qualche tempo, EKKELENKAMP e LUCCA son stati schierati come titolari in coppa Italia, e dunque qualche ritocco viene proposto; dentro ZARRAGA e LOVRIC da mezze ali, DAVIS ad affiancare THAUVIN e dietro fiducia a KABASELE e TOURÈ.

Si parte e da subito arriva la doccia fredda. Frattesi (manco a dirlo) la cui pericolosità negli inserimenti é nota persino tra i frequentatori dei peggiori bar di periferia, sfrutta una inevitabile macchinosità di TOURÈ già nelle prime battute. Una volta trovatosi davanti ad OKOYE, lo uccellava attraverso un tiro sporco ma efficace. Il portierone un po’ sorpreso non riusciva nella deviazione peraltro oltremodo ravvicinata. L’Inter pigiava forte del vantaggio sfiorando in più occasioni il raddoppio. L’Udinese peró non é scesa in capo nell’intento di essere vittima sacrificale facendosi pericolosa a metà frazione quando LOVRIC in mezzo all’area destreggiandosi tra tre difensori, trovava una deviazione provvidenziale di Acerbi che salvava per i suoi il possibile pareggio. Al 36º arrivava altresì un insperato pareggio quando KABASELE di testa deviava con arguzia sul palo più lontano difeso da Sommer un gran cross di ZEMURA, buona la sua prova. Qualche minuto prima peraltro, intorno alla mezz’ora di gioco, era De Marco a compiere un mezzo miracolo quando giungendo alle spalle riusciva ad evitare a colpo sicuro la stoccata vincente scagliata a 2 metri dalla porta da un LOVRIC che non solo non riusciva a deviare con impeto necessario, ma la combinava ancor più grossa (e son due dopo la Salernitana!), quando qualche secondo prima della fine di frazione, sciupando palla a centrocampo, favoriva un cross di Di Marco scappato sulla destra d’attacco nerazzurro, su cui L.Martinez trovava una rete un po’ rocambolesca, complice un BIJOL scomposto che lo accompagnava sul proprio fianco.

Si chiudeva così la frazione, con un’Udinese in svantaggio, ma in fondo capace di raddrizzare una gara affatto semplice, opposta ad un’avversario indubitabilmente più strutturato. 

Alla ripresa, legittimo attendersi un reazione caratteriale, gli entusiasmi ahinoi si sopivano quando su imbeccata di Bastoni, Thuram riusciva a destreggiarsi tra BIJOL (non esaltante la sua prova va riconosciuto) e TOURÈ (ancora troppo lento per opporsi alle giocate del connazionale) favorendo l’accorrere di Lautaro che non si faceva pregare per raddoppiare di destro le proprie segnature attraverso un tiro chirurgico dal limite dell’area. 3-1 micidiale che consentiva ai milanesi di gestire la gara con una qual apparente tranquillità.

L’Udinese aveva tuttavia il merito di non scomporsi più di tanto abbandonandosi ai più quotati rivali, inserendo all’ora di gioco sia LUCCA che EKKELENKAMP, quest’ultimo in buona parte rimpianto dalla tifoseria se rapportato all’impiego di un LOVRIC ancora troppo impreciso per giocare in una zona di campo tanto delicata e nevralgica.

Perso per perso Mr. RUNJAIC ad un quarto d’ora dalla fine inseriva ATTA e BRENNER ad apportare forze fresche. Bene il brasiliano che lucido e dotato di buona tecnica individuale riusciva a lanciare LUCCA a 7’ dal 90º , il quale con bravura e fisicità eludeva un tentativo disperato di difesa da parte di Chalanoglou involandosi verso Sommer impotente nel respingere un diagonale preciso del centravanti bn autore del terzo centro stagionale. Un 2-3 corroborante al fine di riaccendere entusiasmi sopiti, purtroppo peró leggermente tardivo e soprattutto non premiato da un recupero risibile (4’ con infiniti cambi fatti) e nemmeno supportato da perdite di tempo cagionate da giocate (vedi Taremi sul finale) prolungate a seguito di falli plateali commessi, con la conseguenza di perder 25/30” senza poi recuperare nulla…

Poca dunque la personalità di questo Sacchi e una riflessione di quanto sia davvero inconcepibile di come a volte i recuperi diventino infiniti, mentre in altre circostanze arbitrariamente corti. Non sarà che dipende dal risultato in essere e dalle contendenti in gioco ? A pensar male si fa peccato…..

Pensare di fermare i campioni d’Italia (favoriti anche quest’anno per il titolo) senza 3,4 titolari e con dei debuttanti, non era onestamente nei pronostici. La squadra non ha sfigurato mostrando carattere e voglia di far gioco. Ci é piaciuta la caparbietà e le giocate di ZEMURA e la lucidità (la classe non occorre sottolinearla) di THAUVIN, vero ispiratore delle manovre. Bene anche LUCCA nella mezz’ora giocata, centravanti che forse non avrà nel proprio bagaglio le giocate di DAVIS, ma rispetto al quale sembra possedere un maggior senso della rete. Da EKKELENKAMP per noi non si puó prescindere, e bene anche ATTA quando è entrato sul finale. TOURÈ a tratti é sembrato macchinoso, ma con un po’ di lavoro tecnico tattico potrà tornare utile. Certo, aver in organico un certo Oumar SOLET (svincolatosi dal RB Salisburgo) e non poterlo utilizzare genera qualche legittimo rammarico. Non é difficile pronosticare che il 24.enne francese, una volta in campo, diverrà un titolare inamovibile.

Il confronto con la squadra dal maggior tasso tecnico in Italia, ha fatto senz’altro comprendere a mister RUNJAIC cosa manca per conferire al gruppo quella forza, quegli atout per affrontare le gare senza sudditanza o remore. Bene il gioco offensivo (si portano spesso diversi giocatori in area avversaria) anche se le occasioni create non sono poi molte – 9 tiri di cui 3 in porta – non eccellente la capacità di difendersi date le ripartenze e le occasioni (troppe, se consideriamo i 16 tiri subiti) concesse agli avversari. Il 40% di possesso palla si puó accettare, forse andrebbero sfruttati meglio i corner (7) se hai in organico giocatori come i nostri difensori e attaccanti alti da 1,90 a 2,06 mt.. forse qualche schema in più andrebbe architettato e messo a terra.

Effetto RUNJAIC anestetizzato? No, non crediamo, anche se i precedenti, vedi GOTTI, TUDOR, SOTTIL, CIOFFI non incoraggiano in tal senso; buone, a volte eccellenti partenze e poi l’anonimato. La squadra é viva, lo asserisce anche il mister, ovviamente non può valere né la ROMA né tantomeno l’INTER, ma voglia e impegno non sembrano mancare, ci sarà da essere un po’ più attenti alla fase difensiva per non partire sempre con un gol da recuperare. Quando saranno disponibili i vari SANCHEZ, i SOLET e l’ambientamento dí EKKELENKAMP e ATTA si sarà compiuto, allora vedremo una squadra indubitabilmente più sicura dei propri mezzi. Oggi accontentiamoci di una classifica ottima, ponendo la massima attenzione alla gara con il Lecce, sfida che ci darà la misura relativamente al potenziale coinvolgimento o meno in area retrocessione. La squadra ha un potenziale da oltre 50 punti a nostro avviso, ecco allora che vincere e convincere contro la la squadra di Gotti – non scordiamoci come abbia fatto soffrire non poco in Piemonte il Torino di Vanoli – potrebbe darci qualche certezza in più sul positivo proseguio della stagione.

AM

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