Sono lontani, lontanissimi, tutto d’un colpo dimenticati, gli attestati di stima che i giocatori bianconeri hanno rivolto a Luca Gotti nei 2 anni del suo mandato. Eppure li ricordiamo, erano sinceri. Quelli più frequenti venivano da De Paul e Nuytinck, ma in generale tutti i componenti della squadra bianconera riconoscevano le qualità del loro allenatore e sottolineavano l’importanza delle sue capacità e del suo atteggiamento per la crescita del gruppo. Nei momenti critici, erano sempre pronti a difenderlo, in campo e davanti ai taccuini dei giornalisti. Hanno fatto quadrato attorno a lui, si sono compattati e al bisogno, hanno tirato fuori gli attributi per salvare la panchina quando le voci la mettevano in discussione. E’ accaduto davvero.
Ma, a ben guardare, prima di questa stagione, iniziata con il fastidio espresso subito da Deulofeu per i troppi tempi concessi agli avversari. E proseguita con le critiche pubbliche di Arslan e Forestieri a Torino dopo la sconfitta con i granata. Segnali che, forse, avrebbero dovuto far presagire il comportamento dei giocatori oggi, nelle ore seguenti al ribaltone. Ieri solo Destiny Udogie, che ha lavorato con Gotti per 5 mesi, nel pomeriggio e Bram Nuytinck nella tarda serata hanno rivolto pubblicamente un pensiero al mister. L’olandese ha ricordato: “Qualche anno fa lei è diventato allenatore di una squadra che era in difficoltà. Voglio ringraziarLa per la serenità che ci ha dato durante i momenti difficili. Grazie per averci dato la stabilità necessaria nelle passate stagioni. Grazie per le grandi partite che abbiamo vissuto nelle ultime 3 stagioni. Le auguro tutto il meglio. Grazie Mister”. Messaggio a dir poco doveroso.
E gli altri? Pubblicamente spariti. Nessun commento social per l’occasione. Segno dei tempi..
In fondo, il silenzio è calato anche da più in alto.