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Il Napoli canta, l’Udinese balla

La squadra di Conte ha fatto valere il maggiore tasso qualitativo
Redazione

Finisce con la squadra di Conte che con i suoi cingolati passa sopra le carcasse degli uomini di Runjiaic, incapaci per tutto il secondo tempo di imbastire una qualsivoglia azione e di prevenire gli attacchi partenopei. Il Napoli passa a  Udine liberando tutta la sua cilindrata superiore, mantenendo la scia dell’Atalanta. Cosa dire di questo match ? Ci sarebbero tante cose da dire in realtà. Runjaic ha scelto di giocarsela come se la sarebbe giocata Cioffi ( per chiamare in causa uno degli ultimi allenatori passati da queste parti) ovvero pressing alto e fatto bene, calcio più che diretto e verticale, 3 passaggi a cercare le punte senza troppi fronzoli. Il piano gara funziona per un tempo con Ekkelenkamp a rompere le uova nel Paniere  ad Anguissa, Thauvin a pressare la prima impostazione bassa di Lobotka,  Lovric ( finchè rimasto in campo) su Mc Tominay, Lucca che ripulisce tanti palloni e insomma, Udinese che di palloni alti ne recupera assai. Su uno di questi nasce l’occasionissima cestinata da Thauvin. Non esattamente una conclusione degna della sua classe. Il Napoli per tutto il primo tempo cerca di lavorare l’Udinese ai fianchi specie dal lato debole, quello di Kristensen contro il quale Neres riesce spesso ad avere la meglio. Il vantaggio è un dono dal cielo, ma verso il cielo l’Udinese ha saputo volgere lo sguardo con fiducia e resilienza per tutta la prima frazione.
Tutto bene quindi ? No. Perché quel ritmo nel pressing non può essere portato per tutta la partita. Servirebbe anche saper amministrare il possesso palla. Non si può solo correre. Ma per amministrare la palla serve qualità. Il centrocampo bianconero, anche al completo pagherebbe dazio ai 3 magnifici mediani partenopei. Figuriamoci senza Payero e Lovric, e con un Atta dal potenziale evidente ma ancora acerbo.  Come cala il pressing degli uomini di Runjaic la maggiore qualità dei Mc Tominay dei Lobotka e dei Anguissa emerge, i giri del motore partenopeo salgono di livello, e la difesa bianconera, alta per non farsi schiacciare, viene infilata su palle scoperte. La prima porta al gol di Lukaku in una traccia classica, di quelle che Big Rom predilige. Giannetti non fiuta il pericolo e il gigante belga va in porta. Gli altri due gol fanno ancora più male, perché partono da molto lontano:  Neres  si beve 3 avversari senza che nessuno spenda un giallo,  trovando poi  una fortunosa deviazione in Giannetti, mentre  ad Anguissa basta un velo di Di Lorenzo per mandare a vuoto tutta la linea mediana bianconera. A quel punto la difesa dj Runjaic ha il telepass alzato, col lettore targhe fuori giri. Anguissa era partito dal garage di casa sua. 

Insomma, come sostenuto da Runjaic la differenza di qualità ha fatto la differenza, certo. Solo tra le due linee mediane era notevole, e certo trovarsi senza Payero e Lovric dopo il primo quarto di gara non aiuta. Avesse disposto di Davis magari avrebbe potuto spenderlo al posto di Thauvin sull’1 a 1 ma pure lui mancava. Forse però sarebbe cambiato poco..la qualità di chi lotta per lo scudetto è superiore a quella di chi ha ambizioni di una tranquilla salvezza. 

Non era certo questa la gara da vincere. Da vincere era quella di Monza ed è stato importante vincerla. 

Ora con un Nino scalpitante e un Solet quasi al debutto, Runjac si ritrova due carte importanti da inserire nel mazzo, ma per contro sta perdendo pezzi a centrocampo. Gennaio è vicino e con esso il consueto mercato, chissà se verrà utilizzato per incrementare il reparto. Di certo il continuo impiego di un Ehizibue in fase calante ( aldilà dei noti limiti tecnici ) e il mancato impiego di Modesto,  a 3 mesi dal suo arrivo, pongono doverosi quesiti anche in quella zona del campo, per il mercato invernale.

Paolo Blasotti

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