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Fai con quello che hai, disse il saggio..

Bisogna aggiustare la mira
Monica Tosolini

Mentre il mondo del calcio dimostra di avere poche idee e confuse, sperando che abbiano trovato una soluzione giusta quando voi leggerete questo articolo, posso tranquillamente affermare che la partita di domenica sera può essere magnificamente sintetizzata con un dato statistico: in tutta la serie A siamo decimi per tiri fuori, quartultimi per tiri nello specchio.

Non è vero che non abbiamo fase offensiva. La abbiamo eccome. Contro la Fiorentina abbiamo tirato quattordici volte, ma soltanto due volte abbiamo preso lo specchio della porta. Una su sette è una percentuale mediocre a dir poco. Mandragora continua a tirare e non so perché, visto che non prende la porta da un anno buono; se poi ci si mettono anche Ekong e De Paul a sbagliare, siamo alla frutta. Iachini, che ha ben messo la Fiorentina in campo ma è stato salvato da Caceres (immolato più volte a respingere tiri dei nostri) era venuto a vincere con il Sassuolo, due anni or sono.

Aveva detto qualcosa del tipo “uno fa con la rosa che gli mettono a disposizione, per i risultati dovete chiedere ad altri”. Chiedo scusa se le parole non saranno proprio quelle, ma sta di fatto che gli errori continuano. Come è possibile fare 14 tiri e prendere la porta solo due volte? Gli errori di Mandragora ed Ekong nel primo tempo entrambi liberi di calciare senza che nessuno si opponesse, o quello di Fofana poi fermato per un fuorigioco di Lasagna, hanno del tragico più che del ridicolo.

Non abitando a Udine non posso vedere gli allenamenti. Non so cosa facciano i giocatori, ma ormai credo sia palese che i singoli non investono tempo nel miglioramento dei propri difetti. Se Mandragora non migliora significa che non si allena su questi o lo fa male. E idem per vari suoi compagni. Sembra quasi che si miri a campare.

Del resto, a Udine si mira a campare (traduci, mantenere la categoria e i diritti televisivi) ormai da anni. Non c’è programmazione tecnica, non c’è crescita. Gli ultimi quattro pareggi, due dei quali con porta inviolata, ci dicono che l’Udinese è messa bene in campo. I tiri verso la porta avversaria ci dicono che anche la fase offensiva è cresciuta e di molto. Il fatto che non si riesca a colpire la porta la dice lunga sulle poche capacità o dei giocatori o di chi dovrebbe farli lavorare per aumentare le potenzialità inespresse. Così anche domenica abbiamo giocato una buona partita, combattuta, a tratti gestita bene, ma non abbiamo segnato.

E’ nella prima mezzora, tale e quale alla partita contro il Brescia, che dovevamo passare in vantaggio, ma i tiri andavano a incrinare gli schienali dei seggiolini tristemente vuoti. Nel secondo tempo poi, durante i cambi, c’è stato un parziale scoramento che per fortuna e per bravura di Musso non ha portato al gol della Fiorentina.

Credo sia ovvio ormai che bisogna avanzare il raggio d’azione di De Paul. Tanto più dopo il primo tempo nel quale Jajalo ha dimostrato di saper stare in mezzo al campo e Nestorosky di sacrificarsi per l’altra punta Okaka. La formazione iniziale aveva una sua logica, visto che ci aspettavamo una Fiorentina schiacciata, così come i cambi nel secondo tempo. Ma nulla, puoi essere bravo quanto vuoi a far crescere la squadra, a farla giocare, a farla stare bene in campo e creare azioni offensive. Poi, alla fine, fai sempre con quello che ti danno, e per tutto il resto si prega chiedere più in alto.

Un ultimo pensiero sul momento del calcio. E’ inutile aprire tante polemiche, se lo Stato ti chiede di sospendere lo fai. I soldi sono importanti, ma vengono dopo. Purtroppo non tutti la pensano così.

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