Home » Esistono due Udinese

Esistono due Udinese

La partita contro il Verona parrebbe suggerirmi che mi sono sbagliato.
Monica Tosolini

La partita contro il Verona parrebbe suggerirmi che mi sono sbagliato. Sì, finalmente c’è la squadra e si è vista in campo; sì, ce la siamo giocata alla pari contro il Verona così come ce l’eravamo giocata alla pari contro il Cagliari. Però manca qualcosa. I gol degli attaccanti.

Il nostro bomber è De Paul, che quest’anno è stato messo a centrocampo. Non più rifinitore ma mezzala: significa che parte anche un venti metri indietro. Eppure segna più lui di Okaka e Lasagna. C’è qualcosa che non va, è evidente. Se contro il Brescia la sfortuna ci aveva baciato in fronte, contro il Verona non c’è malasorte che tenga. Lasagna centra la porta (forse) solo di testa. Quando ha preso la traversa, l’ennesima, era partito in fuorigioco. Il resto dei tiri sono alti o sbagliati. Lo vediamo disperarsi dopo ogni azione, maledire una zolla o la sorte, ma un attaccante deve prendere la porta, non demoralizzarsi dopo. Stesso discorso per Okaka, che gioca più basso per lanciare il compagno e questo lo porta lontano dalla porta avversaria. Mandragora è cresciuto molto ed ora è un buon play, senza di lui la squadra non girerebbe come sta facendo. Creiamo, arriviamo in attacco, ma poi anche lui non prende lo specchio. Inutile commentare lo scempio di Ter Avest o l’errore finale di De Paul (questa volta uno dei migliori in campo per tutti i 90 e rotti minuti).

Il problema non sta nelle poche azioni, quelle ci sono.

Il problema sta nel tirare come si vede fare negli esordienti, schiena storta, sempre indietro, corpo sgraziato, oppure senza mettere forza sulla palla. Sono problemi risolvibili, ma bisogna avere un’altra mentalità. Non quella di prendersela con le zolle che fanno scivolare, ma quella di trovarsi prima all’allenamento e provare i movimenti, infinite volte. Provarli in condizioni di relax e poi in condizioni di stress: palla che cade davanti quando si è girati di schiena, voltarsi e tirare. Ci sono mille e più esercitazioni che si possono fare per migliorare il tiro. Io ho la sfortuna di non vivere a Udine, quindi non riesco a seguire gli allenamenti. Durante la settimana i palloni centrano la porta? Perché per il resto abbiamo giocato al pari di un bellissimo Verona. Va dato onore a Gotti di avere plasmato una squadra che sa lottare per tutto il campo, dalla difesa all’attacco. Provate a dare un Totò Di Natale alla squadra di Gotti e ditemi dove saremmo ora in classifica… Ma la società non vuole investire sull’Udinese, si sa. Non compra un Caputo, non va alla ricerca di un bomber vero. E quindi i risultati non arrivano, quelli che si ottengono sono accompagnati dai rimpianti.

Fateci caso: esistono due Udinese. Una, con Musso; l’altra senza. Quando Musso gioca bene e para facciamo punti e la difesa rimane spesso inviolata; quando l’argentino fa qualche errore sono lacrime amare. E non perché faccia errori tremendi, ma perché abbiamo una squadra che fa fatica a realizzare. Se Musso avesse giocato come ieri anche contro Brescia e Parma ora avremmo tre punti in più in classifica. Ma cosa vuoi chiedere di più al portiere argentino? Che pulisca lo spogliatoio a fine partita? Una squadra che dipende dal suo portiere così tanto, non è una squadra che fa a pieno il suo dovere.

Sta ai compagni crescere ed allenarsi di più, meglio, a livello personale. Da quando è arrivato Gotti solo contro la Lazio siamo mancati dal campo. In tutte le altre partite abbiamo detto la nostra, paradossalmente solo contro il Sassuolo (catenaccio e contropiede) abbiamo segnato tre gol. Anzi, a una squadra ne abbiamo segnati quattro, al Bologna… sabato andiamo al Dallara. Ma senza lavoro durante la settimana sarà nuovamente una partita di rugby (e non perché abbiamo una squadra fisica).

Gotti ha portato anche un’altra cosa, oltre alla squadra, che ne è parte basilare: la meritocrazia. Se è giusto aspettare un Musso in periodo no, è forse giusto mettere le esigenze di squadra davanti alla crisi di Lasagna. Magari spostando in avanti il nostro bomber, De Paul. Starà a Gotti decidere. La partita di domenica lascia l’amaro in bocca, perché l’Udinese che si è vista è davvero una bella squadra, lontana anni luce da quella che eravamo abituati a vedere fino a pochi mesi fa. Bisogna continuare a fare punti, a fare gioco, a correre a perdifiato.

Ultima postilla: sui social si è derisa la difesa dell’Udinese, per quei quattro ragazzi piazzati davanti la porta. Per me quello rasenta l’eroismo. Chi ha giocato lo sa. Musso ha fatto un gesto straordinario a bloccare Borini e loro hanno avuto la giusta e magnifica concentrazione nell’andare a difendere la propria porta a denti stretti. Nel primo tempo ho visto un cross lungo di De Paul. L’anno scorso sarebbe andato in angolo, quest’anno Fofana è corso oltre il secondo palo e ne è nata un’altra azione. Questa è squadra! Undici giocatori che corrono gli uni per gli altri e tutti, dico tutti, solo per l’Udinese. Bisogna continuare, ed amare la maglia. Continuare. Ed amare la maglia!

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia