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Dominante e vincente

Quota 50 è ancora possibile, ma non facile. Serve più audacia

Redazione

L’Udinese ritrova i tre punti e il sorriso in trasferta contro un Cagliari ormai già quasi salvo e forse ancora ebbro dopo la vittoria nello scontro salvezza in settimana contro il Verona. Runjaic non rinnega la formula ad una punta, imbottendo come al solito la formazione di difensori e centrocampisti e delegando ad Atta la libertà di muoversi tra le linee alle spalle di Davis, con la licenza ad inserirsi solita alle mezzali che ieri sono state Zarraga e Lovric scelte quasi obbligate viste le assenze di Payero per squalifica e un Ekkelenkamp a mezzo servizio. Il rientro di Bjiol per squalifica e la proposta dal primo minuto di Modesto, vista l’assenza per squalifica anche di Ezhibue, a completare il quadro. I principi tanto cari a Runjaic, ovvero controllo del gioco e dominio del possesso palla, che erano stati momentaneamente messi da parte contro il Bologna, visto il valore dell’avversario, tornano ruggenti nella sfida all’Unipol Domus.
L’Udinese di fatto rimane sempre in controllo della partita e del possesso palla, che magari spesso è scolastico e accademico, ma a furia di erodere le linee avversarie con triangolazioni e sovrapposizioni, si rende pericolosa e va a dama una volta per tempo, mentre le iniziative del Cagliari vengono puntualmente anestetizzate dalla linea di difesa, sempre puntuale a far scattare la trappola del fuorigioco. In questo particolare Luvumbo in off side ci finisce praticamente sempre, e di fatto il gol del Cagliari nasce dall’unico rilancio dalle retrovie che non viene recepito in maniera corretta dai sensori volumetrici di fuorigioco della linea a cinque bianconera. Il lancio di Makoumbou per l’inserimento di Zortea a fari spenti, non viene letto in maniera corretta dalla difesa con Solet che viene scavalcato dalla traiettoria e con la diagonale di Kamara che parte troppo in ritardo per chiudere la falla. Nemmeno Okoye rasenta la perfezione, in quanto la conclusione è si precisa ma debole. Rimarrà l’unica sbavatura di una partita per il resto piuttosto brillante da parte dell’apparato difensivo di Runjaic sempre sul pezzo.
Nel frattempo l’Udinese aveva già trovato la via del gol (dopo 4 partite di digiuno!!) con una bella combinazione sulla fascia destra, dove Modesto e Zarraga, le due riserve promosse sul campo per questa trasferta, vanno a dama in maniera semplice e lineare: triangolazione sull’out di destra, cross in mezzo ed inserimento del basco che chiude sul secondo palo.
Nella ripresa l’Udinese accelera ulteriormente i ritmi, chiudendo sempre di più il Cagliari nella propria metà campo, dando l’impressione di volere più della squadra di Nicola una vittoria che manca da troppo tempo. Dove non ci arriva con la manovra (al tiro Davis, Karlstrom e Lovric) ci arriva sui piazzati, e dalla bandierina sono le torri dalla difesa a spingere la palla nel sacco: il tacco di Solet e l’addome di Kristensen alla sua prima marcatura in bianconero, chiudono di fatto la gara. Gli ultimi minuti servono solo per dare aria alle punte che sono rimaste in panchina a guardare tutto il tempo: Bravo e Sanchez su tutti, ma sempre con un minutaggio talmente esiguo da non concedere tanto margine per mettersi in mostra.
La linea di Runjaic per questo finale di campionato è chiara: attingere da difensori e centrocampisti il massimo, con l’unico riferimento davanti. Sembra che per tutto il campionato si sia giocato con tre o due punte solo perché c’era Thauvin, e all’inizio si voleva testare l’apporto di Brenner. Evidentemente degli altri attaccanti il mister non si fida, o teme che non possano garantirgli quel famoso “equilibrio” di cui per tutto l’anno l’interprete societario del tecnico ha dovuto riempirsi la bocca nel tradurre dall’inglese le sue conferenze stampa.
Sarà, ma i risultati delle ultime 7 partite non depongono molto a suo favore: 5 sconfitte, 1 pari e 1 vittoria, 3 gol fatti e 11 subiti; i gol fatti segnati da 2 difensori e un centrocampista; chiaramente, come è logico, non si potrà sempre chiedere gli straordinari a difensori e centrocampisti in termini di realizzazioni; sono piacevoli eccezioni non la regola, e va da se quindi che continuando così si dovrà sperare di non subire reti per portare a casa punti, perché davanti sarà sempre difficile farne.
Questa involuzione tattica ha portato alla brusca frenata in classifica, spostando l’Udinese nella colonna di destra di essa, dopo che la squadra aveva stazionato nella zona nobile per tre quarti di campionato. Un vero peccato! Quota 50 è ancora possibile, ma non facile da raggiungere. I traguardi, grandi o piccoli che siano, necessitano di audacia e coraggio per raggiungerli. Con la prudenza si va poco lontani.

Paolo Blasotti

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