La settima gara di campionato, ancora non restituisce quello che è il reale potenziale dell’Udinese. O forse si. Sicuramente, a questo punto, si delinea quello che è il rendimento dell’Udinese con Kosta Runjiaic. La squadra in queste prime giornate ha affrontato big ma soprattutto piccole squadre ed il risultato non è proprio esaltante. 9 punti frutto di sole due vittorie (una è quella di San Siro contro l’Inter) e diversi pareggi contro squadre contro le quali sarebbe stato auspicabile conseguire l’intera posta, ovvero Verona e Cagliari in casa ed i pari di ieri sera di Cremona. A referto il blitz di Pisa, l’altra vittoria conseguita che fa da contraltare alla sconfitta di Sassuolo. Insomma, dopo aver affrontato ben 5 provinciali ( su 7 incontri) la media punti è di 1,28 a partita, che per carità porta ad una media ragguardevole di 48 punti finali; insomma piena media salvezza come asseriva anche il buon Runjiaic nella conferenza stampa della vigilia. Va però ricordato che le sfide più difficili, quelle con le big sono in divenire; che fino adesso le gare sono state più facili che difficili e che quindi questa media punti potrebbe essere giocoforza ritoccata verso il basso.
Il problema è quello; dopo la gara contro il Lecce, ospite al Friuli, ci sarà un mini ciclo terribile che vedrà come avversari nell’ordine: Juventus, Atalanta, Roma e Bologna. Premetto che se la media punti dovesse rimanere questa, le critiche che stanno divampando in questo momento verrebbero tacitate, ma la paura, come detto, è che alla luce di quelle difficili sfide, questa media possa scendere sotto l’1 a gara, e allora si ci sarebbe da preoccuparsi. Se si dovesse poi allargare lo spettro alle ultime gare del campionato scorso, beh la media sarebbe di già sotto l’unità. Questo se si deve parlare di numeri e statistiche. Poi c’è il calcio, la tattica, la tecnica, l’aspetto fisico e l’identità di squadra, ancora assente.
Già, quello che non fa propendere per un sano ottimismo, sono proprio i progressi prossimi allo 0 a queste voci. Insomma passano le giornate ma la squadra non fa progressi in nessuno di questi aspetti. Il mister poi aggiunge confusione e dubbi ad una situazione già ingarbugliata: cambia sovente formazione, anzi, possiamo dire che la cambi tutte le volte, e questo stride con la ricerca di un’identità di gruppo. A Cremona decide di partire con Bayo a sorpresa, e ai più viene il sospetto che Davis sia incappato nell’ennesimo infortunio, ma fortunatamente lo si vede in panchina, disponibile e alle prese con le manovre di riscaldamento, e un sospiro di sollievo alleggerisce i brutti pensieri. Poi l’inglese entra in campo a 10 minuti dalla fine, per intraprendere il suo derby personale con l’altro britannico, James Vardy, e in poco tempo riesce a rendersi pericoloso con un buon diagonale alla fine di una bella fuga palla al piede e il solito campionario di sponde. Runjaic avrebbe poi precisato che era stato vittima di una contusione; sarà, ma all’Udinese di Cremona un Davis dal primo minuto è mancato di certo, vista l’inconsistenza unita al costante movimento di Bayo, che tuttavia entra nell’azione del gol del pari. Viene riproposto Ekkelenkamp, che tuttavia pur applicandosi, oltre ad una buona triangolazione per mandare al tiro Atta non va, e ritorna dopo la squalifica Okoye, con qualche filo di comprensibile ruggine. Insomma cambiare costantemente non aiuta.
Preoccupa il fatto che la squadra sembra non far progressi sul piano della manovra: sempre lenta, compassata, con giocatori cercati con la palla addosso e poche volte nello spazio per scatenare la gamba di qualcuno. Come se non bastasse, in un contesto balbettante, ci si mette pure Solet, che guarda la partita con il naso all’insù da francese snob, che da l’impressione che giocare il Lunedì sera a Cremona gli possa stare stretto, e che avrebbe preferito un bel martedì o mercoledì di Champions, in campi più prestigiosi con la musichetta giusta. La presunzione con cui si sente superiore ( e lo è ) lo porta ad errori di sufficienza che rischiano di compromettere il risultato, quello di parità, che già di per se rappresenta il limite della decenza.
Poi c’è la Cremonese. Certo ci sono gli avversari. Quelli di Nicola, un altro dei tanti ex sparsi per il campo dello Zini, dalla porta alla difesa fino al centrocampo, il quale dimostra che la sua creatura non veleggia in zone nobili della classifica per caso, e che se fin’ora ha perso una sola gara contro l’Inter, evidentemente ne ha ben donde. Il ritmo impresso alla gara da Nicola è forsennato: la Cremonese pressa anche l’aria, arriva prima su tutti i palloni, i primi i secondi e i terzi, vince i duelli con una foga agonistica che i bianconeri d’orati non dispongono, e per un tempo imprimono la loro legge, il risultato a favore ( 1 a 0 ottenuto sugli sviluppi di una palla inattiva) che potrebbe essere anche più largo, e fanno fare all’Udinese una grama figura. C’è da chiedersi quanto possano durare con questi ritmi. La risposta è: 45 minuti. Nella ripresa il pressing dei grigiorossi si affievolisce ed esce la maggiore qualità degli uomini di Runjiaic. Le fasce vengono percorse, soprattutto la destra con un Zanoli, che dopo un primo tempo in sordina, sale in cattedra e pennella per il pareggio di Zaniolo. Zaniolo che diventa riferimento tecnico e fisico, e tutta la squadra che diventa padrona del campo per una mezz’ora, al quale manca il colpo del K.O. I cambi, da ambo le parti, spezzano il ritmo, e la Cremonese, che dalla partita non è mai uscita, ricorda a tutti che anche in sofferenza può far male, in contropiede con Vardy (monumentale Okoye) che dispone ancora di soluzioni da fermo con il Mudo Vasquez, e che meriterebbe il colpo del K.O. quando un annoiato Solet gioca la palla della morte ( quella che dai pulcini insegnano a non giocare mai ovvero verso l’interno del campo a squadra spaccata) e Vardy va vicinissimo alla sua prima marcatura in questa sua nuova vita italiana. Il pari alla fine sta benissimo, e induce a tante letture.
Possibile che dopo due settimane di lavoro, con e senza nazionali, tutto ciò che si vede sono 25’ fatti bene nella ripresa? Possibile che con Sassuolo, Cagliari e Cremonese, si siano raccolti solo 2 punti? Possibile che questa squadra non riesca a lasciare i blocchi di partenza per mettersi davvero a correre? Runjiaic ha a disposizione un gruppo numeroso, che rimescola di continuo, ma fin’ora ci sta capendo poco.
La gente comincia a mormorare, e a preoccupare se non è tanto la classifica, è il modo in cui i punti sono venuti e contro chi. Ripeto, dopo Lecce le sfide saranno ben più complicate, e giocando così questa media si abbasserà ancora ed è un attimo a farsi risucchiare nel baratro del fondo classifica. Chi ha orecchie per intendere intenda.
Paolo Blasotti