Per i lagunari il derby potrebbe valere persino un’intera stagione, per i bn una vittoria convincente potrebbe spazzare via quelle nuvole fastidiose via via addensatisi a partire da questo ‘25 avaro di soddisfazioni. Mr. RUNJAIC a questo punto della stagione, pare obbligato a dimostrare come la scelta ricaduta su di lui, abbia avuto un suo perché, ad onta di una scuola italica che ha veramente poco da invidiare all’estero.
Proposizione di trame offensive, alchimie tattiche imprevedibili, o meglio posizioni di classifica esaltanti qualora si eccettui la prima parte di torneo, paiono di fatto esser venute meno in stagione, lasciando in generale un velo di delusione. Vanno concessi tuttavia una serie di alibi al tecnico, derivanti da “rigorini”contro non sempre cristallini, autogol anche marchiani, squalifiche severe nonché un Var quasi mai amico, infortuni continui, tutte circostanze per lo più sfavorevoli, le quali tuttavia non possono giustificare una mancata vittoria nel derby, pena l’innesco di una crisi assolutamente da scongiurare.
Il mercato giunto oramai alle battute finali, condiziona in parte le scelte in attacco specie in relazione ai due centravanti, LUCCA da una parte seguito da Milan, Roma, Juventus, il finlandese Pohjampalo dall’altra, autore di due rigori all’andata, oramai promesso sposo del Palermo e per conseguenza dirottato in tribuna.
Sull’ariete piemontese per contro, si continua a puntare convintamente, affiancandolo per la sfida da due mezze punte, THAUVIN-SANCHEZ rilanciati tatticamente dal primo di gioco per un 442 richiesto pressoché unanimemente dalla critica con KAMARA pronto comunque a sganciarsi per una sorta di 352 adattato. La sostituzione di KARLSTROM bloccato da squalifica, viene compensata tatticamente dall’inserimento dell’olandese EKKELENKAMP con successivo spostamento in mezzo al campo di LOVRIC. Dietro, naturale e atteso, il rientro del solido SOLET.
Parte il match, ma i ritmi ahinoi sono davvero blandi. Per assistere ad una nota saliente si deve attendere sino al 18º quando il portiere ospite Stankovic (figlio di Deki), si infortuna nel tentativo di un rinvio. Niente da fare per il bravo portiere serbo che lascia il posto a Joronen in passato seguito anche dalla società friulana. Non succede nulla sino alla mezz’ora quando EKKELENKAMP, uno dei più intraprendenti, scaglia un bel tiro da fuori area che viene deviato dal portiere finlandese sopra la traversa. Un tiro successivo non troppo convinto di Yeboah, e poi il nulla sino a fine parziale. E meno male che per il mister, l’Udinese doveva entrare con il fuoco dentro…. L’assenza del metronomo svedese KARLSTROM, forse sul piano tattico pare aver pesato oltre il plausibile.
Qualche fischio (meritato) accompagnava la squadra negli spogliatoi, in attesa di una ripresa quantomeno diversa.
In avvio ripresa in effetti, notoriamente punto dolente, peggio peraltro era difficile fare, l’Udinese sfodera un uno-due in 5’ da autentico ko, non senza la complicità dell’estremo veneziano che prima bucava la deviazione alta favorendo il 9º gol stagionale di LUCCA su cross di KAMARA, poi con la complicità di Candé, consentiva a LOVRIC un facile raddoppio con un piazzato dai 12 metri con porta sguarnita.
Partita apparentemente in cassaforte? Dopo il tiro di THAUVIN fuori di poco all’ora di gioco, tutto lo lasciava presagire… Eppure non andava così…, ci pensava infatti a metà frazione Nicolussi Caviglia, elemento dotato di piede molto educato, a riaprire la contesa attraverso una punizione calciata impeccabilmente da ben 4 metri oltre lo spigolo dell’area di rigore (27 metri), sul palo più vicino.
SAVA nell’occasione si faceva trovare colpevolmente impreparato – ragguardevole come detto la conclusione, pur tuttavia quando si subisce gol sul primo palo, il portiere non può mai essere completamente esente da colpe – dimostrando che c’è ancora margine per migliorare. RUNJAIC per contro, era preposto a 3 cambi pronti ancor prima della realizzazione, cambi a cui non rinunciava innestando ATTA per PAYERO, ZEMURA per KAMARA ammonito, e soprattutto BRAVO per SANCHEZ, un po’ deluso dall’avvicendamento.
Partita ad ogni modo che si riapriva se non altro a causa di un divario dimezzato, ma soprattutto capace di infondere coraggio ad un Venezia che non aveva nulla da perdere ma che non celava peraltro, le note difficoltà nell’arrivare a conclusione attraverso la manovra. Nello sport però l’aspetto psicologico non si può mai marginalizzare, tanto che, mentre i bn tendevano a fortificare la difesa rinculando, i lagunari spinti dal risultato negativo, tentavano il tutto per tutto cercando di sfruttare al meglio i calci piazzati, dove spesso son in grado di ottenere risultati insperati.
Non passava nemmeno un quarto d’ora che gli arancioni-nero-verdi per l’occasione in azzurro turchese, raccoglievano quanto difficilmente ipotizzabile. Corner (78º) calciato da Kike Perez, Cande’ facendosi in parte perdonare in relazione al gol subito, riusciva ad anticipare di testa SAVA deviando di quel poco che bastava per Gytkiær che da rapinatore d’area, da due passi pareggiava.
Anche in questa circostanza SAVA all’interno della propria area di rigore si faceva anticipare dalla testa dall’attaccante senza riuscire a respingere. Il pari mandava nello sgomento l’intera tifoseria, che già rivedeva gli spettri dell’andata quando da una partita dominata nel primo tempo e portata sul 2-0, si materializzó la sventura di subire una tripletta capace di cagionare una sconfitta molto pesante per le ambizioni in divenire.
Fortuna voleva che Mr. RUNJAIC si trovava in panchina un volonteroso PAFUNDI buttato nella mischia in luogo di EKKELENKAMP, il cui talento é fuori discussione, così come quello di BRAVO peraltro, ma soprattutto un elemento la cui caratura si dimostra ad ogni gara di spessore sempre maggiore, ovvero “quell’animale” di Oumar Michael SOLET Bomawaoko.
La strapotenza fisica del difensore francese dalle origini della Repubblica Centraficana, si evinceva nella giocata partorita all’84º di gioco, allorquando arrivato sul fondo dopo un paio di finte e dribbling eseguiti con facilità come se fosse un brevilineo, metteva una palla al bacio per un talento puro come Iker BRAVO, il quale solo attraverso un esterno destro (da biliardo) di rara bellezza, poteva infilare nell’angolo opposto un portiere alto quasi 2 metri.
Entusiasmo alla stelle per una gara che sembrava in pugno sino all’ora abbondante di gioco, ma che si era maledettamente complicata oltre ogni più nefanda previsione a causa di quel colpo galeotto del Caviglia. Gli ultimi 10’ erano da cardiopalma, forse più per paura di non “portarla a casa”, che per la forza di un avversario, il quale con cospicue probabilità, sarà una delle 3 candidate a lasciare a fine stagione la massima serie.
La gara dunque si concludeva con una gioia significativa derivata sí dai 3 punti in grado di allontanare sensibilmente la zona rossa ora a 9 di distanza, ma anche da una vittoria tra le mura amiche che mancava da 99 giorni.
Va detto che la squadra non si é mossa per quanto auspicato alla vigilia. Primo tempo pessimo con poco costrutto e 45’ gettati alle ortiche. Ripresa con un doppio vantaggio cagionato per lo più da un portiere (in passato cercato anche dall’Udinese…) forse non all’altezza della massima serie – con Stankovic forse gli eventi non avrebbero avuto lo stesso decorso…
KARLSTROM è mancato eccome, dimostrando che é elemento imprescindibile per lo scacchiere di RUNJAIC.
SAVA dietro e SANCHEZ avanti da rivedere, come i troppi passaggi all’indietro effettuati anche da centrocampisti tecnici come PAYERO ed EKKELENKAMP che dovrebbero imparare ad assumersi maggiori responsabilità in fase di proposizione.
Per contro, THAUVIN sempre illuminante con LUCCA decisivo una volta ancora, nonostante una gara non propriamente impeccabile.
Ma quello che ha impressionato é SOLET un giocatore dalla cilindrata superiore che temiamo sarà complicato trattenere in ottica futuro anteriore, se non addirittura prossimo. Lui, BIJOL e KRISTENSEN non sono in molti a poterli vantare in chiave difensiva.
I 3 punti sono importanti, forse fondamentali in ottica salvezza, ma serve di più, non si può esser soddisfatti di quanto visto opposti al povero Venezia, poiché la squadra non sempre pare evolvere tatticamente e per fame, tutt’altro diremmo. Elementi tecnicamente validi come BRAVO, lo stesso PAFUNDI, meriterebbero ulteriore considerazione al fine di pungolare gente come SANCHEZ il cui coinvolgimento nel gioco non può essere così limitato. Giocatori del valore di EKKELENKAMP, o come PAYERO o ATTA, devono incidere maggiormente anche in zona gol poiché hanno tutti tempi di inserimento importanti difficili peró a concretizzarsi.
C’è da lavorare insomma per farsi trovare pronti specie nelle prossime importantissime sfide casalinghe, il cui approccio dovrà essere assolutamente diverso.
AM