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Verona-Milan 0-2

Il Milan torna a vincere proprio nel momento in cui l'emergenza sembra arrivata ai massimi livelli.
Monica Tosolini

Il Milan torna a vincere proprio nel momento in cui l’emergenza sembra arrivata ai massimi livelli. Persi in mattinata Hernandez e Tonali, Pioli ha messo in campo contro il Verona al Bentegodi una squadra capace di controllare la gara fin dall’inizio, indirizzandola verso i 3 punti con due splendidi gol per il 2-0 finale: Krunic (punizione) nel primo tempo e Dalot (azione splendida) a inizio ripresa. Ora i rossoneri aspettano il risultato dell’Inter.

LA PARTITA

Il grande chef si vede quando nella sua cucina vengono improvvisamente a mancare gli ingredienti. Non potrà impiattare il capolavoro che aveva pensato, ma presenterà comunque qualcosa di buono ai suoi clienti. Gli ingredienti che mancano a Pioli cominciano a essere parecchi, perché ore prima della partita di Verona si è fermato Theo Hernandez (che al Bentegodi si è accomodato in tribuna), mentre Tonali non dava garanzie sufficienti dopo il problema di cui aveva risentito a Roma. Ecco allora un Milan inedito o quasi, con Dalot a sinistra, Meitè in mezzo al campo accanto a Kessiè, Krunic trequartista, Leao centravanti. Non si può dire che sia la stessa cosa, ma nei primi venti minuti l’atteggiamento è quello giusto, favorito anche da un Verona in modalità “prudenza”, che regala una sola occasione ai rossoneri, bel cross di Calabria e colpo di testa alto di Leao (che poteva sicuramente fare molto meglio) al quarto d’ora di gioco. Un quarto d’ora iniziale vissuto da Pioli anche con l’incubo Donnarumma, dolore muscolare che il portierone rossonero a qualche esercizio di stretching (con contemporaneo riscaldamento di Tatarusanu) prima di dare cenni d’intesa alla panchina. A volte il bravo chef può anche avere fortuna, nel senso che se butta dentro un ingrediente a caso finisce per dare a quel piatto la svolta definitiva. Così capita che Krunic abbia il suo minuto di gloria, andandosi a guadagnare una preziosissima punizione dal limite dell’area con un’azione di forza e agilità (fallo di Magnani sanzionato con il giallo) e trasformando il conseguente calcio di punizione con una perfetta parabola all’incrocio. Milan in vantaggio dopo 27 minuti di gioco, Milan meritatamente in vantaggio, magari non dominando, ma sicuramente con un’ottima occupazione degli spazi in tutte le zone del campo. In tutto il primo tempo il Verona non crea pericoli alla difesa rossonera, se si eccettua un mezzo malinteso tra Tomori e Donnarumma del quale Lasagna non riesce ad approfittare (ma sarebbe stata necessaria un’incursione alla Superman), zero tiri in porta da parte dei padroni di casa, con Barak e Zaccagni molto meno creativi del solito, con Lasagna costretto a cercare palloni semigiocabili a chilometri dalla porta, con Tameze e Miguel Veloso soccombenti in mezzo al campo contro gli assatanati Kessiè e Meitè. Primo tempo saldamente nelle mani di un Milan operaio, 6 tiri verso la porta, di cui solamente quello vincente di Krunic nello specchio, ma tanta corsa, tanta presenza nella metà campo avversaria, il modo giusto di affrontare una gara che era partita in salita per le assenze impreviste. Riflette Juric nell’intervallo, poi decide di rimandare l’inserimento di Bessa e Dimarco. Non c’è la controprova, ma forse qualche pedina spostata potrebbe cambiare qualcosa negli equilibri di una partita che invece dopo appena 4 minuti della ripresa rotola vertiginosamente dalla parte del Milan, che raddoppia con un’azione ad alto tasso tecnico, galoppata di Saelemaekers, palla verso il limite dell’area, finta magistrale di Leao e botta di Dalot all’incrocio dei pali. Poco, pochissimo Verona. In una manciata di minuti Juric prova allora a cambiarne quattro ma soprattutto toglie i due che in questa stagione hanno regalato i momenti più belli e che stavolta risultano inesistenti, Barak e Zaccagni. Ci sono ottimi elementi per arrivare alla conclusione che il Milan è uscito da una piccola crisi fisiologica. Impressione che era già emersa a Roma ma che poi era stata parzialmente cancellata dalla prestazione negativa contro l’Udinese. Pioli si gode la sua squadra e preferisce non toccarla, il primo cambio arriva a dodici minuti dalla fine in una posizione non nevralgica, Hauge al posto di Castillejo. Il Verona perde anche Lasagna per infortunio e con Favilli prova a metterla almeno sul piano della forza per cercare di raddrizzare il risultato. Dalle parti di Donnarumma, il Verona arriva solo con qualche palla inattiva e con un paio di colpi di testa di Ceccherini in proiezione offensiva. Troippo poco per far paura a un Milan che sembra tornato quello di qualche tempo fa.

LE PAGELLE

Meitè 7 – Stavolta entra in campo con l’atteggiamento giusto, recuperando alcuni palloni preziosi con susseguenti ripartenze della squadra.

Leao 5,5 – Sotto osservazione più di tutti, non diverge molto dalle sue prestazioni medie degli ultimi tempi, da centravanti vero e proprio non funziona come quando può inventare girando al largo.

Krunic 7 – Molte volte sul tavolo di Paolo Maldini sono arrivate offerte per questo giocatore, che invece è sempre rimasto in rossonero e che stavolta dà un contributo importante guadagnandosi e trasformando la punizione che porta in vantaggio il Milan.

Kessiè 7,5 – La sua presenza in mezzo al campo è sempre più rassicurante e sempre più preziosa, il pallone lo prende quasi sempre lui e poi sa cosa farsene. Prestazione gigantesca.

Gunter 6,5 – Difensore di affidabilità assoluta, sempre poco appariscente e poco pubblicizzate, ma puntuale come pochi nelle chiusure. Viene sacrificato per il cambio di modulo.

Lasagna 6 – Interpreta sempre molto bene la parte dell’attaccante operaio, che non gode di privilegi ma si mette a disposizione degli altri, anche a costo di stazionare a distanza siderale dalla porta avversaria.

Tomori 6,5 – Partita dopo partita dimostra sempre di più la sua importanza, per la maniera in cui applica la sua velocità di base alle esigenze difensive della squadra.

Barak 5 – Viene da un periodo di grazia, con gol segnati e con la partecipazione ai gol degli altri, ma stavolta ma a sbattere contro un blocco molto ben schierato. E non la vede mai.

Lazovic 5 – Inarrestabile nelle uscite precedenti, occupa stavolta senza particolare convinzione la sua fascia di competenza.

Dalot 6,5 – Parte un po’ timido, poi inizia a occupare con autorevolezza la fascia sinistra. Non è Theo Hernandez, ma nel suo piccolo si rende protagonista di un capolavoro come il gol del 2-0.

Zaccagni 5 – Non riesce mai a esprimere il suo tasso tecnico, forse frenato dalla stanchezza di una stagione che lo ha visto sempre dare il massimo sotto tutti i punti di vista.

IL TABELLINO VERONA-MILAN 0-2

Verona (3-4-2-1): Silvestri 5,5; Ceccherini 6, Gunter 6,5 (12′ st Dimarco 6,5), Magnani 5,5; Faraoni 6, Veloso 5 (12′ st Ilic 6), Tameze 6, Lazovic 5; Barak 5 (8′ st Salcedo 6), Zaccagni 5 (8′ st Bessa 6); Lasagna 6 (29′ st Favilli sv). All.: Juric 5. A disp.: Berardi, Cetin, Lovato, Udogie, Dawidowicz, Sturaro.

Milan (4-2-3-1): G. Donnarumma 6; Calabria 6,5, Tomori 6,5, Romagnoli 6,5, Dalot 6,5; Meitè 7, Kessiè 7,5; Saelemaekers 6, Krunic 7, Castillejo 6 (33′ st Hauge sv); Leao 5,5. All.: Pioli 6,5. A disp.: Tatarusanu, A. Donnarumma, Kalulu, Gabbia, B. Diaz, Kjaer, Tonali, Roback.

Arbitro: Orsato

Marcatori: 27′ pt Krunic (M), 4′ st Dalot (M)

Ammoniti: Magnani, Bessa (V) Espulsi:

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