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Spadafora: impossibile definire una data certa per la ripresa dei campionati

Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha parlato nel "question time" alla Camera.
Monica Tosolini

Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha parlato nel “question time” alla Camera. Tra i temi trattati, ovviamente, quello principale riguarda la possibilità di ripresa della Serie A e del resto del calcio italiano: “Posso assicurare che sin dall’inizio dell’emergenza ho mantenuto un rapporto quotidiano con Figc, con un confronto costruttivo e rispetto dei ruoli. Il simbolo di questo stop per lo sport è stato il rinvio delle Olimpiadi, gli Internazionali d’Italia di tennis o il Giro d’Italia. Quello che serve è avere sempre in primo piano la tutela della salute, nell’interesse di tutti i cittadini italiani. La Road map resta valida: 4 maggio ripresa allenamenti individuali e anche di squadra, ma a livello singolo. Un percorso validato dal Comitato tecnico scientifico. Il 18 maggio, questa ripresa avverrà con le medesime modalità per gli allenamenti”.

“Per il calcio – ha continuato il ministro – è stato ritenuto però di fare approfondimenti dal Comitato tecnico scientifico, ci sarà un’audizione domani. Bisogna considerare che il calcio non consente distanza di sicurezza, né utilizzo di misure di protezione. Sottolineo poi un dibattito politico inasprito negli ultimi giorni. L’idea di definire con urgenza ora e subito le date va in contrasto con esigenza di analizzare i dati. Le uniche decisioni prese in Europa sono quelle relative a chi si è fermato. Anche l’Inghilterra ha appena posticipato la decisione. Confermo la mia linea e del governo: auspichiamo tutti che i campionati possano riprendere. Ma oggi è impossibile identificare una data certa, dobbiamo vedere come reagirà la curva di contagi. Solo due giorni fa è iniziata la Fase 2 nel paese. Il mio impegno è raccontato dai fatti: due decreti che contengono misure straordinarie relarive a questa situazione, compreso il calcio. Un’occasione per lo sport per rigenerarsi e ripartire più di prima”. Parole attesissime quelle del ministro, che nelle ultime settimane aveva parlato a ripetizione dell’argomento, con dichiarazioni a volte contrastanti tra di loro e lasciando comunque intuire che non fosse una sua priorità. Dichiarazioni che avevano provocato delle bordate nei suoi confronti a livello politico, sia da parte dell’opposizione che dai suoi stessi alleati.

La situazione per gli altri sport Poco prima del suo “question time”, Vincenzo Spadafora aveva parlato delle Legge per le Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026 e le finalei ATP di Torino: “È stata approvata definitivamente la Legge: l’Italia riparte insieme allo Sport. Un impegno importante portato avanti, nonostante l’emergenza, grazie alla collaborazione di tutti: istituzioni nazionali, regionali, locali, CONI, CIP, federazioni sportive e forze politiche, come dimostra il voto unanime al Senato”. Il messaggio del ministro dello Sport è proseguito: “Un segno di speranza e di ottimismo per il futuro, che conferma l’importanza vitale dello Sport per la ripartenza economica del nostro Paese. Questo provvedimento infatti genererà sin da subito un’importante spinta per la ripresa economica, in modo particolare nelle aree territoriali maggiormente colpite dal Coronavirus, e avrà positive ripercussioni sulle possibilità lavorative dei giovani. È stato inserito, grazie al lavoro sinergico di Governo e Parlamento, il Forum per la sostenibilità e l’eredità olimpica, una garanzia per i territori in tema di rispetto dell’ambiente”.

E ancora: “I Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026, e le Finali ATP di Torino costituiranno una leva per la ripartenza dopo tanta sofferenza sull’intero territorio nazionale e su tutti i settori della nostra economia. Ora è necessario mettersi in cammino con passione e determinazione potenziando anche l’intero settore dello sport di base, perché i giovani di oggi saranno i campioni delle Olimpiadi del 2026, e le loro vittorie saranno direttamente proporzionali al sostegno che riusciremo a dare allo sport di base: per tutti, per tutte le discipline e in ogni angolo del Paese”.

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