Ancora una vittoria per l’Inter, l’ottava di fila, ma quanta fatica. Ottimo primo tempo del Torino, poi i nerazzurri sbloccano il risultato con un rigore di Lukaku, sfiorano il pareggio e si fanno raggiungere da un gol di Sanabria in mischia. Però la qualità che Conte ha in panchina fa la differenza: Alexis Sanchez, appena entrato, regala a Lautaro Martinez il pallone buono per segnare di testa il gol-vittoria.
LA PARTITA
Primo non prenderle è la scontata filosofia che Davide Nicola applica senza troppe remore nella circostanza. Primo non prenderle vuol dire tanti giocatori dietro la linea della palla sempre, possesso palla sì ma sempre il più possibile nella propria metà campo, linea difensiva a tre fissa dietro con la massima protezione possibile da parte delle altre due linee. Sembra quasi che non ci sia modo differente di affrontare l’Inter: se la si attacca, si sbatte contro un tremendo muro difensivo, se la si aspetta, c’è sempre il rischio che un errore possa diventare fatale.
La squadra di Conte però in questi mesi ha acquisito la consapevolezza di avere un potenziale enorme, così come quella di poter risolvere le partite in vari modi. Così per la prima mezz’ora sta al gioco del Torino, non esagera mai nell’alzare i giri del motore, punzecchia solo con qualche iniziativa di Lautaro Martinez e con con un colpo di testa di De Vrij su calcio d’angolo, nessuna di queste iniziative indimenticabile. Però anche contro il Toro, un atteggiamento troppo morbidocomporta rischi elevati. Così può succedere che una ripartenza di Sanabria debba essere fermata con le cattive da Skriniar, e che sulla susseguente punizione di Verdi il liberissimo Lyanco non riesca a fare altro che colpire un clamoroso palo di testa. E’ vero che nella circostanza c’è una scivolata di Bastoni che si perde l’avversario, ma sono proprio questi i momenti in cui Antonio Conte (confinato in tribuna per squalifica) fa esplodere tutta la sua rabbia. Per una sua squadra, un errore così è da censurare.
Considerazioni sparse sul primo tempo: 1)l’Inter sa di essere più forte ma gioca solamente fino a trenta metri dalla porta poi perde lucidità; 2)Lukaku e Lautaro quando non sono al massimo delle proprie possibilità possono essere fermaticon una prestazione perfetta a livello di forza fisica e attenzione; 3)l’apporto degli esterni interisti è decisivo contro le grandi squadre ma non altrettanto determinante contro le squadre molto chiuse; 4)il Torino può sperare di salvarsi a costo che riesca sempre a mostrare la compattezza di questo primo tempo e l’attenzione del settore difensivo.
Il furore e la ferocia, attributi tanto cari a Conte, restano nello spogliatoio anche all’inizio del secondo tempo, succede poco, non succede niente, il Toro non può certo lamentarsi di questo stato semicomatoso. Lukaku continua a non azzeccarne una, Lautaro continua a non beneficiare della presenza poderosa del compagno d’attacco, Gagliardini si fa ammonire e il suo allenatore lo toglie subito per mettere in campo Eriksen, così come Young entra al posto di un Perisic che è andato via via spegnendosi. Ci vuole un guizzo, ci vuole qualcosa di apparentemente secondario per sbloccare tutto. Qualcosa che accade all’ora di gioco, e a fare la differenza è una giocata di prima che Eriksen dirige su Lukaku, palla filtrante per Lautaro e tamponamento di Izzo sull’argentino: rigore, che con Lukaku sul dischetto è una sentenza. Inter in vantaggio. E poi Inter molto vicina al raddoppio con una delle classiche azioni alla Conte: verticale poi orizzontale, piatto di Hakimi dal limite e bella parata di Sirigu.
Nicola dalla panchina urla ai suoi: “Stiamo in partita”. se la sente che in un modo o nell’altro può portare a casa qualcosa. Anzi, porta a casa il massimo sfruttando un mischione in area avversaria. In pochi secondi succede di tutto in area interista, almeno cinque o sei contatti molto dubbi, il più dubbio una spinta di Sanabria su Skriniar un attimo prima di piazzare la palla alle spalle di Handanovic. dalla sala Var nessuna segnalazione di irregolarità, gol valido e partita raddrizzata con quello che da sempre viene universalmente definito il “cuore Toro”.
Ma poi alla fine quando una squadra ha titolari forti e riserve forti, una partita così la porta a casa per forza. Se nel primo gol c’è stata la costruzione di Eriksen, nel secondo è un altro nuovo entrato, Alexis Sanchez, a pennellare perfettamente il pallone da destra per un colpo di testa straordinario inventato da Lautaro Martinez. Un gol da fuoriclasse che dà la vittoria a una squadra per una volta meno brillante del solito, meno devastante rispetto alle abitudini, ma che anche da Torino porta a casa tre punti e continua a galoppare in testa alla classifica.
LE PAGELLE
Skriniar 6,5 – Insolito il modo in cui partecipa alla fase di possesso, forse il Toro gli lascia appositamente spazio e lo slovacco si prende la sua libertà di partire e impostare.
Lyanco 6,5 – I suoi anticipi fin dall’inizio fanno la differenza in area granata, potrebbe fare la differenza anche in zona gol ma non è un attaccante e da solo prende il palo di testa.
Lukaku 6 – Un po’ per una condizione che non è al suo massimo e un po’ perché gli avversari fanno buona guardia, il suo apporto non è quello solito, anzi gira anche un po’ alla larga. Però il rigore trasformato da lui sgorga da un suo assist per Lautaro.
Sanabria 7 – Caratteristiche perfette per una squadra che deve giocare come questo Toro contro questa Inter. Riparte, tiene palla, prende falli, quello che serve in queste occasioni. E quando si trova in area avversaria, per bravura o per furbizia, segna l’1-1.
Barella 6,5 – Come sempre tra i centrocampisti dell’Inter è quello che ci mette un po’ di pepe, che va a rubare qualche pallone nella zona in cui può fare male agli avversari, stavolta non è molto preciso nelle conclusioni.
Hakimi 5,5 – Insolitamente spento e timido nella partecipazione al gioco offensivo e nelle incursioni verso la porta avversaria.
Gagliardini 5,5 – Poco abituato a giocare dopo che Conte ha deciso di puntare sempre sullo stesso centrocampo, fatica a prendere i ritmi, facendosi prendere in mezzo da Lukic e Mandragora. Ogni tanto si inserisce in area avversaria come attaccante aggiunto, con poca fortuna.
Lautaro Martinez 6,5- Solo punturine per gli avversari all’inizio della partita, poi una lunga latitanza fino alla sua ricomparsa in occasione del rigore guadagnato. Però il gol del 2-1 è un colpo di testa da giocatore straordinario.
Eriksen 6,5 – Aggiunge qualità a una squadra che stava un po’ troppo accomodandosi sui ritmi bassi.
Bremer 6,5 – Convince sempre di più con le sue prestazioni che uniscono grande forza fisica a una qualità tecnica che si fa notare.
Zaza 6,5 – A proposito di cuore, la sua presenza in campo dà una scossa alla sua squadra che non a caso trova l’1-1 poco dopo il suo ingresso.
Sanchez 6,5 – Gli bastano pochissimi minuti per lasciare il segno sulla partita. Suo l’assist perfetto per il 2-1 di Lautaro.
IL TABELLINO
TORINO-INTER 1-2
Torino (3-5-2): Sirigu 6; Izzo 5,5, Lyanco 6,5, Bremer 6,5; Vojvoda 5,5 (43′ st Gojak sv), Lukic 6, Mandragora 6,5, Baselli 6 (4′ st Linetty 6), Murru 6 (22′ st Ansaldi 6); Sanabria 7 (43′ st Belotti sv), Verdi 6 (22′ st Zaza 6,5). All.: Nicola 6. A disp.: Milinkovic-Savic, Buongiorno, Rodriguez, Bonazzoli, Ujkani, Ferigra.
Inter (3-5-2): Handanovic 6; Skriniar 6,5, De Vrij 6,5, Bastoni 5,5; Hakimi 5,5 (43′ st Darmian sv), Barella 6,5, Brozovic 6 (35′ st Sanchez 6,5), Gagliardini 5,5 (11′ st Eriksen 6,5), Perisic 6 (11′ st Young 6); Lukaku 6, L. Martinez 6,5. All.: Conte 7. A disp.: Radu, Ranocchia, D’Ambrosio, Kolarov, Vecino, Pinamonti, Darmian, Sensi.
Arbitro: Valeri
Marcatori: 17′ st Lukaku rig. (I), 25′ st Sanabria (T), 40′ st L. Martinez (I)
Ammoniti: Gagliardini (I)
Espulsi: