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Serie A: Inter-Genoa 3-0

Il belga in gol dopo mezzo minuto, nella ripresa il raddoppio di Darmian e il gol della sicurezza realizzato da Sanchez
Monica Tosolini

Inter lancia l’ennesimo segnale forte al campionato: sta bene e sarà difficile fermarla. Subito in vantaggio con la solita azione travolgente di Conte, la squadra nerazzurra domina il primo tempo senza riuscire ad aumentare il vantaggio ma poi nella ripresa chiude il discorso con il 2-0 di Darmian e con il 3-0 di Alexis Sanchez entrato da una manciata di secondi. E adesso per le inseguitrici sarà durissima. 

Un allenatore può metterci tutto l’impegno del mondo nella preparazione di una partita, ripetere schemi e raccomandazioni come se avesse davanti degli studentelli da istruire in maniera totale. Però poi lo stesso allenatore può trovarsi davanti una squadra che schiera Lukaku e Lautaro, assistere impotentea un mezzo regalo dei suoi e dopo mezzo minuto gli avversari hanno già messo la testa avanti. E’ quanto successo a Davide Ballardini., sicuramente un allenatore che merita immensa considerazione per quello che sta facendo, ma che poco o nulla può chiedere di fare ai suoi giocatori quando Lukaku parte in progressione e calcia esattamente in buca d’angolo. 

In venti minuti di monologo assoluto, è un puro caso se l’Inter non arriva al raddoppio. Sono almeno tre le circostanze in cui basterebbe poco per andare a segno. Prima un’azione di Darmian in stile Hakimi con conclusione finale (colpo sotto) fuori di poco. Poi un colpo di testa di Skriniar su calcio d’angolo che Lautaro blocca involontariamente davanti a Perin e non riesce a ottimizzare. Infine un sinistro di Barella da fuori che sbatte sulla traversa. E’ un’Inter che segue alla perfezione il disciplinare del calcio secondo Antonio Conte: aspetta quando è giusto aspettare, riparte con furore e va in un attimo dall’altra parte giocando a uno o due tocchi. Tanto davanti ci sono quei due là, basta servirli con un minimo di spazio a disposizione e ciao ciao agli avversari. 

Resta aritmeticamente in partita il Genoa, anche se all’area avversaria si avvicina solamente con qualche iniziativa isolata. Resta in partita per merito quasi esclusivo di Perin, che prima risponde due volte a Lukaku e poi altrettante a Lautaro che sembra aver ritrovato al cento per cento il piacere di giocare. Il prezzo da pagare è abbastanza elevato in termini di sacrificio tattico. Scamacca e Pjaca partecipano attivamente al lavoro difensivo e non possono essere lucidi dalle parti di Handanovic. Rovella si fa ammirare per l’eleganza dell’incedere e del tocco, ma sa benissimo che non può osare troppo perché ogni palla persa rischia di trasformarsi in un incubo. 

Nell’intervallo Ballardini comincia a ragionare un po’ sul derby, fa rifiatare Strootman (ammonito) e riorganizza la difesa rinunciando a Radovanovic (in grande difficoltà sulle accelerazioni avversarie), sposta Zapata al centro e punta sulla freschezza di Onguenè, poco utilizzato fino a questo momento. E il Genoa continua a restare in partita, anche se sicuramente i rossoblù beneficiano di una certa rilassatezza mostrata dagli avversari al rientro in campo dopo l’intervallo. La stabilizzazione della partita incoraggia Ballardini a un’ulteriore svolta. Butta dentro Shomurodov e Pandev, rinunciando a Scamacca e Ghiglione. sguinzaglia Pjaca sulle tracce di Brozovic e spera soprattutto che siano veri i segnali di calolanciati da Lukaku al rientro dopo l’intervallo. 

Il teorema dell’allenatore genoano dura meno di mezz’ora, perché contro l’Inter basta mezza incertezza. Spazio per una ripartenza, palla a Lukaku che stavolta si trasforma in uomo-assist e quando vede arrivare Darmian lo serve con una precisione disarmante, quasi troppo facile il destro in diagonale che passa tra le gambe di Czyborra e finisce in fondo alla rete. E’ esattamente quello che Conte stava chiedendo ai suoi dall’inizio della ripresa e questa azione conferma ancora una volta quanto la squadra segua il suo allenatore. Qui può cominciare a fare qualche calcolo sul turno infrasettimanale anche l’allenatore dell’Inter, che butta dentro Sanchez al posto di Lautaro e ne riceve subito una risposta positiva, perché il cileno segna il 3-0 di testa da vero opportunista riprendendo una respinta di Perin su conclusione di Lukaku. Qui finisce tutto, Inter ancora prima in classifica e con un’autorevolezza che ricorda la seconda più che la prima Juve di Conte. In queste condizioni sarà difficile starle dietro. 

LE PAGELLE
Lukaku 
7 – Alzi la mano il difensore che entra in campo con piacere sapendo che deve marcare questa forza della natura, questo uragano che dopo una manciata di secondi colpisce l’obiettivo con puntualità esagerata. Poi diventa uomo-assist. 
Perisic 7 – Continua il suo ottimo momento di forma e anche la sua voglia di applicarsi, in perfetta sincronia con i movimenti di Bastoni alle sue spalle e con la voglia di dare una mano anche alla fase difensiva. 
Barella 7 – Concedergli un pizzico di di libertà all’interno degli schemi significa esaltarne le prerogative e le attitudini, il ragazzo ringrazia, si muove a tutto campo, dialoga con profitto. 
Lautaro Martinez 7 – Si diverte a svariare e a dialogare, si diverte a tirare in porta, ha detto di sentirsi molto interista nei giorni scorsi e il suo atteggiamento in campo esprime in pieno questo sentimento. 

Perin 6,5- Certo non si illudeva di passare un pomeriggio di permesso retribuito, ma nemmeno pensava di iniziare il suo incubo dopo mezzo minuto e di dover ingaggiare un duello infinito con il gigante Lukaku. 
Darmian 7 – Non è uguale ad Hakimi ma in questa occasione va molto vicino a una prestazione-tipo dell’ex Real, magari meno dinamico ma con una grande saggezza tattica. 
Rovella 6 – Si vede che il ragazzo ha stoffa, perché non soffre San Siro (sia pure vuoto) e non soffre il confronto con Brozovic, quando avreà completato la sua crescita in tema di personalità sarà da grande squadra. 
Ghiglione 6,5 – Nei momenti di possesso palla è un punto di riferimento importante sulla fascia destra, perché i compagni sanno benissimo che dal suo piede possono arrivare cross preziosi, non sempre sfruttati. 
Scamacca 5 – Non si può dire che non si sacrifichi, perché lo si vede continuamente correre alle calcagna dei suoi avversari, ma poi in fase conclusiva non ha la necessaria lucidità. 

IL TABELLINO
INTER-GENOA 3-0
Inter 
(3-5-2): Handanovic 6; Skriniar 6,5, De Vrij 6,5, Bastoni 6,5; Darmian 7 (39′ st D’Ambrosio sv), Barella 7 (39′ st Vidal sv), Brozovic 7 (31′ st Gagliardini 6), Eriksen 6,5, Perisic 7 (39′ st Young sv); Lukaku 7, L. Martinez 7 (31′ st Sanchez 6,5). All.: Conte 7,5. A disp: Radu, Padelli, Ranocchia, Vecino, Kolarov, Pinamonti.

Genoa (3-5-2): Perin 6,5; Goldaniga 5,5, Radovanovic 5,5 (1′ st Onguenè 4), Zapata 5; Ghiglione 6,5 (17′ st Pandev 5), Strootman 5,5 (1′ st Behrami 5,5), Rovella 6, Melegoni 6 (26′ st Portanova 5,5), Czyborra 5,5; Scamacca 5 (17′ st Shomurodov 5,5), Pjaca 5. All: Ballardini 6. A disp: Marchetti, Masiello, Zappacosta, Zajc, Criscito, Destro, Badelj.
Arbitro: Chiffi
Marcatori: 1′ pt Lukaku (I), 24′ st Darmian (I), 32′ st Sanchez (I)
Ammoniti: Zapata, Strootman (G)
Espulsi:

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