Nel momento più difficile dell’ultimo decennio in casa Juventus, il vicepresidente dei bianconeri, Pavel Nedved, parla del futuro del club, delle sfide dei prossimi mesi e di alcuni degli uomini chiave della squadra in un’intervista esclusiva concessa a Pierluigi Pardo disponibile su DAZN dal 24 marzo: “Pirlo è e sarà l’allenatore della Juventus, al 100% – esordisce Nedved parlando del tecnico finito nel mirino dopo gli ultimi risultati negativi – Abbiamo sposato un progetto con Andrea, sapendo delle difficoltà che ci sarebbero state. Volevamo fare qualcosa in più ma non ci siamo riusciti, le difficoltà erano previste”.
“Siamo molto tranquilli, sulla via che volevamo e manteniamo questa strada. Ha tutto per diventare un grandissimo allenatore”, ha aggiunto Nedved, che dopo l’allenatore ha confermato anche la stella della squadra: “Cristiano Ronaldo per me non si tocca, ha un contratto fino al 30 giugno 2022 e rimarrà. Quello che succederà dopo si vedrà. Sia a livello tecnico che di immagine, ci ha dato uno slancio verso l’olimpo del calcio – ha aggiunto – Sul suo livello tecnico, non si può dire nulla: ha segnato più di 100 gol in 120 partite e, inoltre, ci ha trascinato in Champions. È un ragazzo molto semplice, anche se dall’esterno potrebbe non apparire così”. “È il prototipo di un giocatore moderno che con un talento immenso e con tantissimo lavoro ha raggiunto degli obiettivi incredibili”, ha aggiunto. Da CR7 al suo (teorico) compagno di reparto, che però quest’anno ha giocato pochissimo: “Dybala ci è mancato. Credo che quest’anno non abbia disputato più di 800 minuti con noi: sono pochissimi. La sua presenza ci garantirebbe varianti offensive e gol che ovviamente ci sono mancati fin qui. Ha un contratto di un altro anno e non ho altro da aggiungere a quello che hanno già detto il direttore Paratici e il presidente Agnelli. Ma è chiaro che alla Juventus valutiamo ogni opportunità di mercato”. Dopo aver blindato Pirlo, una battuta su Maurizio Sarri: “Un grandissimo professionista e un grandissimo allenatore. Il feeling è stato buono, non ci sono state le premesse per continuare a lavorare tutti insieme. Ma, anche qui, tutto è stato condiviso”. Così come lo fu con Allegri: “Mi hanno fatto piacere le parole di Max. Lui ha vissuto con noi anni bellissimi, abbiamo condiviso soprattutto delle gioie, lui ha fatto la storia della Juve. Credo che la nostra separazione sia arrivata in modo naturale e per questo non c’è alcun pentimento”. Infine un commento sulla lite tra Marotta e Agnelli: “La rivalità c’è e ci sta sempre ma deve rimanere tale, in amicizia. Non ho nessun messaggio per Antonio. Conte è stato preso dall’Inter per vincere e lui lo sa fare. Adesso è dieci punti avanti e ha l’obbligo di vincere, lo sa anche lui. Se sta costruendo come ha fatto alla Juve? Può essere, anche perché è con Beppe Marotta e so come lavorano loro due insieme. Anzi, ho saputo che è guarito: sono molto contento per lui. Marotta per tutti noi è stato un grandissimo maestro. Siamo contenti per loro”.