Tra i protagonisti di una domenica di sport dalle variopinte emozioni, a finire sotto i riflettori una volta di più è stato l’attaccante dell’Inter Lautaro Martínez. Nel match di campionato contro il Cagliari a fare notizia tuttavia non è stato il suo undicesimo gol in Serie A, bensì la furiosa reazione nei confronti dell’arbitro Gianluca Manganiello, veementemente accusato di non aver concesso un fallo a centrocampo ai danni del calciatore nero azzurro. La protesta furibonda, inscenata nel finale di secondo tempo da parte del ventiduenne di Bahía Blanca, ha portato all’allontanamento dal campo impostogli dal direttore di gara, e lasciato importanti strascichi anche oltre il fischio finale dell’incontro. Il provvedimento ha infatti scatenato la reazione provocatoria del terzo portiere Tommaso Berni (anch’egli espulso) e dello staff interista, capeggiato dal mister Antonio Conte, per il quale ci si attende un intervento disciplinare da parte del giudice sportivo.
In un’annata nella quale l’Inter ha costruito la maggior parte dei suoi brillanti risultati sull’imprescindibile (per qualità e assenza di alternative) duo offensivo Martínez-Lukaku, la prolungata assenza dell’attaccante rischia di costare caro alla formazione milanese nella corsa allo scudetto, considerando che le scuse pubblicate sui social da parte di Martínez non sembra possano essere sufficienti ad evitargli una sostanziosa squalifica.
La scena a cui si è assistito ieri pomeriggio al “Meazza”, ha portato la mente a qualcosa di già visto, avvenuto qualche stagione fa in una “Dacia Arena” all’alba della sua inaugurazione. Era il 3 aprile 2016 e il Napoli capoclassifica, guidato da Maurizio Sarri, era impegnato in trasferta a Udine, in occasione del lunch match della 31° giornata. In quell’occasione l’Udinese targata Luigi De Canio, alla ricerca di punti fondamentali per la corsa salvezza, era riuscita a portarsi in vantaggio con il rigore trasformato da Bruno Fernandes, subendo poi il ritorno dei partenopei, affidato al numero 9 Gonzalo Higuaín, autore in friuli del suo 30o gol. Grazie a una partita di sostanza e a una reazione da grande squadra, i bianconeri avevano trovato il modo di arginare le scorribande degli uomini di Sarri, riportandosi avanti con la rovesciata dello scatenato Fernandes e consolidando il successo con la zampata di Théréau.
In un clima già di per sé teso, Higuaín si rese protagonista di un fallo di reazione nei confronti di Felipe, venendo dapprima ammonito e in seguito espulso dall’arbitro Irrati. L’attaccante, vittima di un senso di frustrazione, puntò il dito contro l’arbitro, rivolgendogli parole ingiuriose, che gli costarono 4 giornate di squalifica. In assenza del loro riferimento offensivo, nelle gare successive il Napoli si fece rimontare dalla Juventus, che alla fine della stagione si aggiudicò il quinto scudetto consecutivo.
A meno di 4 anni di distanza, ieri pomeriggio la situazione si è riproposta, con una serie di similitudini che accomunano i due calciatori protagonisti: entrambi attaccanti, entrambi argentini, entrambi uomini simbolo della loro squadra, protagonisti nella partita prima con un gol, e poi con una reazione scomposta nei confronti dell’arbitro, valevole l’espulsione e una squalifica (probabile nel caso di Martinez).
Il “Toro” per certo salterà la gara di domenica prossima contro l’Udinese, e nella giornata di domani si saprà se dovrà vestire i panni dell’assente forzato anche nel derby contro il Milan e nella sfida d’alta quota con la Lazio. A quel punto la domanda sorgerà spontanea: l’assenza di Martínez potrà ripercuotersi pesantemente sul risultato stagionale dell’Inter..?