L’Inter batte il Verona 1-0 con un gol di Darmian e fa un grande passo verso lo scudetto. Non una partita spettacolare, con un Verona che non si è mai tirato indietro (e può recriminare per un gol annullato a Faraoni) e un’Inter invece a larghi tratta contratta. Palo di Hakimi su punizione a metà ripresa, poi la rete decisiva al 76esimo: assist dello stesso Hakimi e conclusione di Darmian per 3 punti fondamentali.
LA PARTITA
Tutto da perdere per l’Inter, niente da perdere per il Verona, che al di là delle 6 sconfitte nelle ultime 7 partite ha da tempo raggiunto il suo obiettivo stagionale. Tradotto in atteggiamenti in campo, l’Inter lascia giocare senza sbilanciarsi troppo, il Verona si diverte quando ha il pallone, palleggia, scorrazza nella metà campo avversaria. Però poi gli uomini di Conte ripartono con il rumore fragorosodei loro cingoli, approfittano della difesa altissima di Juric, vanno a spaventare Silvestri. Circostanza questa che si verifica due volte nei primi sei minuti, prima con Lautaro che va via da solo su spizzata di Lukaku e tira con troppa precipitazione, poi con Hakimi che va via con la consueta velocità sulla fascia destra ma conclude alto. Poi al 17′ c’è anche la prima vera parata di Silvestri, ancora su Hakimi.
Quando però la tensione è alta, le differenze tecniche tra le squadre sono più difficili da percepire. E se è vero che l’Inter nei primi venti minuti va tre volte vicino al gol, basta una distrazione per rischiare una pericolosa frittata. Guaio evitato prima da un intervento poco ortodosso ma efficace di Handanovic con un piede su Bessa, poi dai pochi centimetri che separano un diagonale di Dimarco dal palo opposto. Con il passare del tempo appare evidente che nell’Inter manca qualcosa a livello creativo, che l’apporto tecnico dei centrocampisti non arriva con puntualità, che in mezzo al campo per il Verona quella formata da Ilic e Tameze è una coppia di assoluta affidabilità.
Il bilancio del primo tempo, al di là dello 0-0 fissato sul tabellone, parla di quel concetto che va tanto di moda in questo periodo, quello di “braccino del tennista” che colpisce inevitabilmente uno sportivo che vede il successo a portata di mano e che si traduce in grandi difficoltà nella costruzione. In sostanza, tre occasioni da gol di un certo rilievo per i nerazzurri contro una sola dei veneti, possesso palla nettamente a favore dell’Inter, ma due difensori del Verona (Ceccherini e Magnani) ammoniti su tre, considerazione questa che spinge Juric a cambiare tutta la linea tranne Dimarco nell’intervallo.
Il coraggio che non ha l’Inter, lo trova il Verona che entra in campo nel secondo tempo con un piglio addirittura più spensierato. Il giovane Ilic in mezzo al campo conferma tutto quello di di buono si dice sul suo conto. Da metà campo in su i veneti si divertono e anche parecchio. C’è un’occasione per Faraoni, ma il suo diagonale non va a segno. E solo dopo l’ora di gioco si rivede un po’ di Inter, con un’iniziativa di Lautaro sventata da Silvestri, poi con una punizione di Hakimi che centra il palo. Iniziative più individuali che collettive, perché il Verona continua a essere un degnissimo e spigliato avversario, senza paura.
Poi però ci sono le certezze di Conte. Una di queste si chiama Darmian. Entra al posto di un disciplinato ma poco ispirato Perisic e si mette a giocare come sa. Va a dettare un passaggio ad Hakimi e si ritrova quasi solo davanti a Silvestri. Freddo e sicuro di sè, piazza di piatto destro la palla dove il portiere non può arrivare. Ma il gol non sblocca l’Inter, anzi accentua ulteriormente quella paura di vincere che indurisce i muscoli. Ci sarebbe anche il pareggio veneto grazie a una nuova incertezza di Handanovic, che però viene graziato dall’arbitro Abisso: il portierone sloveno viene toccato da Faraoni, ma è obiettivamente difficile, rivedendo l’azione, considerare il terzino davvero colpevole. L’Inter accetta volentieri il regalo e porta a casa tre punti che rendono lo scudetto ancora più tangible.
LE PAGELLE
Lukaku 6,5 – Non ha la brillantezza e la forza devastante di qualche tempo fa, ma è sempre la portaerei su cui appoggiarsi ogni volta che non si sa esattamente cosa fare. Quando la palla va a lui, succede sempre qualcosa.
Magnani 6,5 – Il compito che gli viene affidato è quello che normalmente non si augura al peggiore nemico: quello dio trovarsi uno contro uno con Lukaku. Si arrangia un po’ con tutti i mezzi ma solo per il coraggio merita comprensione. A fine primo tempo prende un giallo e Juric decide di toglierlo.
L. Martinez 6 – Parte sparato con tutta la buona volontà di questo mondo ma si mangia un gol quasi subito. Ci rimane male e fa fatica a riprendersi, commettendo qualche errore di troppo. Si riprende nel secondo tempo ma poi Conte lo toglie
Hakimi 7 – Pomeriggio ispirato, fin dai primi minuti, partenze sempre puntuali sulla fascia di competenza, facilità di corsa e di inserimento in zona gol. Prende un palo su punizione, specialità che non si conosceva. Poi l’assist per Darmian.
Barella 5,5 – E’ il primo dei suoi ad attirare su di sè i rimproveri di Conte e non sembra trarne il giusto insegnamento. Fatica a entrare in partita e a sfruttarne i meccanismi. Forse sta dando qualche segnale di stanchezza.
Ilic 6,5 – Il ragazzo c’è e si farà, anche se sicuramente lontano da Verona perché è di proprietà del Manchester City, ma ha una personalità davvero notevole.
Darmian 7 – Conferma di essere l’arma in più da giocare sugli esterni, entra al posto di Perisic e si fa trovare pronto per mettere a segno il gol che sblocca la partita.
IL TABELLINO
INTER-VERONA 1-0
Inter (3-5-2): Handanovic 6; Skriniar 6, De Vrij 6,5, Bastoni 6; Hakimi 7 (34′ st D’Ambrosio sv), Barella 5,5, Brozovic 6,5 (34′ st Gagliardini sv), Eriksen 6 (20′ st Darmian 7), Perisic 6 (20′ st Darmian 7); Lukaku 6,5, L. Martinez 6 (26′ st Sanchez 6). All.: Conte 6,5. A disp.: Padeli, Radu, Ranocchia, Vecino, Young, Pinamonti.
Verona (3-4-2-1): Silvestri 6,5; Ceccherini 6 (1′ st Dawidowicz 6), Magnani 6,5 (1′ st Guenter 6), Dimarco 6 (26′ st Udogie 6); Faraoni 6, Tameze 6 (20′ st Salcedo 5,5), Ilic 6,5, Lazovic 5,5; Barak 6, Bessa 6 (32′ st Colley sv); Lasagna 5,5. All.: Juric 6. A disp.: Pandur, Berardi, Cetin, Ruegg, Favilli, Zaccagni, Kalinic.
Arbitro: Abisso
Marcatori: 32′ st Darmian (I)
Ammoniti: Ceccherini, Magnani, Barak (V)
Espulsi:
LE STATISTICHE
L’Inter ha vinto 13 incontri casalinghi di fila in Serie A per la seconda volta nella sua storia: in precedenza ci era riuscita nel maggio 2011.
Entrambe le ultime due reti casalinghe dell’Inter in Serie A sono state realizzate da Matteo Darmian su assist di Achraf Hakimi (ed entrambe tra 75° e 80° minuto di gioco).
Era da maggio 2018 che il Verona non perdeva almeno quattro gare di fila in Serie A (sette in quell’occasione).
L’Inter ha segnato in media un 1.17 a partita nelle ultime sei gare di campionato (7 reti nel parziale), dopo che nelle precedenti otto ne aveva realizzati in media 2.5 (20 reti nel parziale).
L’Inter ha colpito otto legni nelle ultime sei gare di campionato, almeno cinque in più di ogni altra squadra da inizio aprile in Serie A.
Solo due difensori nei top-5 campionati europei 2020/21 hanno fatto almeno 6 gol e almeno 6 assist (Achraf Hakimi e Robin Gosens).
Era da gennaio 2020 che un subentrato dell’Inter non segnava un gol in Serie A sullo 0-0 (in quell’occasione Bastoni contro il Lecce).
Il Verona è la squadra contro cui l’Inter ha giocato più incontri in casa in Serie A senza mai perdere (30: 19V, 11N).
Il Verona è ora la squadra contro cui Romelu Lukaku ha giocato più minuti in Serie A senza trovare il gol (347).