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Aic, Calcagno: Il calcio deve provare a ripartire

Il calcio vorrebbe ripartire, ma la condizione necessaria è la garanzia di sicurezza per tutte le persone impegnate.
Monica Tosolini

Il calcio vorrebbe ripartire, ma la condizione necessaria è la garanzia di sicurezza per tutte le persone impegnate. Le posizioni sono divise e sull’argomento ha parlato Umberto Calcagno, vice-presidente dell’associazione italiana calciatori: “Ripartire sarebbe un segnale importante, la Serie A avrebbe un effetto benefico anche verso il basso. Il nostro sistema deve fare di tutto per ripartire, se poi non si potrà alzeremo le mani”. Chi non è convinto è il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora: “Spero non sia avverso al calcio”.

Spadafora nell’ultima dichiarazione aveva messo in evidenza la priorità di altri settori sportivi rispetto al calcio, scatenando le polemiche. “Non voglio immaginare che ci sia un’avversione verso lo sport più importante in Italia – ha commentato Calcagno a Radio Goal in onda su Radio Kiss Kiss -. Credo sia mancata compattezza circa la ripartenza e questo ha creato confusione. Adesso però sa che Leghe e Figc sono compatte”.

Il calcio se potrà ripartire dovrà convivere con il virus: “Questo mi preoccupa un po’ – ha ammesso il vice-presidente dell’Aic -. Dovremo capire se questo sport potrà farlo, anche nelle serie minori. Se la ripartenza sarà con il virus, mi spavento. Per ora stanno ripartendo gli allenamenti singoli. Stiamo ripartendo lentamente così come il nostro Paese”.

Il rischio è una ripartenza a diverse velocità anche nel calcio: “Le società di Lega Pro sento che non sono pronte per applicare il protocollo sanitario. Questo mondo cambierà anche a livello di costi, mi dispiacerebbe avere una ripartenza a più velocità, anche se sarebbe comunque importante una ripartenza”.

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