La Roma si riorganizza. Aspettando che il nuovo dittatore mondiale, quel male invisibile che ha stravolto le nostre vite, decida quando ritirarsi dall’occupazione, le telefonate tra dirigenti e procuratori continuano a programmare il futuro. C’è un problema di bilancio evidente, che va al di là del fair play finanziario sul quale l’Uefa ha già anticipato clemenza ai club, e c’è una transizione societaria che lascia ancora molti dubbi, con Friedkin e Pallotta obbligati a sospendere la trattativa. Ma va anche pensata una squadra credibile per la prossima stagione, a prescindere da come e quando si concluderà quella attuale. E allora la dirigenza attuale, contando di essere confermata per almeno un altro anno, ha individuato la necessità di tre o quattro colpi che, al netto delle cessioni, possono aiutare Fonseca a migliorare il proprio standard di competitività: considerando Zaniolo e Zappacosta come due nuovi acquisti, e ritenendo complicata la conferma di Smalling e Mkhitaryan, la Roma dovrà inserire nel gruppo almeno un difensore centrale, un centrocampista, un esterno offensivo di piede destro e un valido vice Dzeko che prenda il posto di Kalinic.
Difesa, l’obiettivo è trovare il sostituto di Smalling
L’unico reparto che la Roma non intende modificare è quello dei portieri, dove potrebbe essere promosso secondo Fuzato se Mirante decidesse di chiudere la carriera altrove. Olsen invece potrebbe restare al Cagliari, ancora in prestito, se dovesse andare via Cragno. Tra i difensori invece sono in bilico quasi tutti gli esterni: da Florenzi, che torna dal prestito al Valencia, a Kolarov, che è tentato dal Bologna di Sabatini e Mihajlovic, fino a Spinazzola e Bruno Peres che sicuramente non sono incedibili. La Roma vuole però sfoltire anche il garage di centrali: Ibañez, preso a gennaio dall’Atalanta, dovrebbe avere più spazio, così come Cetin, nella speranza di liberare loro il posto attraverso le cessioni di Fazio e Juan Jesus. Ma se non resta Smalling, si apre un cratere nel mezzo. Petrachi sta provando ad abbassare le richieste del Manchester United ma la salita sarà invalicabile senza la partecipazione alla Champions. Un nome che la Roma sta considerando è Ezequiel Garay, svincolato del Valencia, sul quale però pesa il grave infortunio che lo ha escluso dal finale di stagione.
Centrocampo, da Mandragora a Castrovilli
A proposito di parametri zero, per la linea mediana la Roma ha fatto diversi sondaggi per Bonaventura, che si libera dal Milan. E ha aperto un canale con la Juventus per un possibile scambio di plusvalenze tra Cristante e Mandragora. Ma il vero obiettivo è Gaetano Castrovilli, per il quale la Fiorentina ha rifiutato 40 milioni dal Napoli a gennaio. Per convincere Commisso, e l’ex romanista Pradè, può entrare in ballo il cartellino di Florenzi, che tuttavia per il momento non è intenzionato ad accettare squadre italiane.
In attacco l’obiettivo è El Shaarawy Arriviamo così alla zona del campo in cui Fonseca chiede più qualità. L’ideale sarebbe confermare Mkhitaryan, ammesso che le condizioni fisiche possano rassicurare la Roma a tempo indeterminato, ma l’Arsenal ha chiesto 25 milioni per cederlo, nonostante il contratto in scadenza nel 2021. Inoltre Mkhitaryan guadagna circa 7 milioni a stagione e mira comprensibilmente all’ultimo grande ingaggio della carriera. Per questo l’ipotesi del ritorno di El Shaarawy dalla Cina diventa molto concreta. Contatti ce ne sono già stati, il giocatore freme per rientrare ed è disposto a stracciare il mega accordo con lo Shanghai per le prossime due stagioni. Per la Roma si “accontenterebbe” di 3 milioni più i bonus a fronte dei 14 che percepisce ora. Si può fare. Capitolo vice Dzeko, che ha deciso di restare fino alla fine del contratto: se il Lipsia riscatta Schick, si cerca un centravanti che possa accettare la panchina ma anche essere utile come investimento. Torna a circolare il nome di Mariano Diaz del Real Madrid.