Sfida non semplice per la Roma contro l’Udinese in un Olimpico che va di nuovo verso il tutto esaurito. Josè Mourinho, nella conferenza stampa della vigilia, ne è conscio e ai giornalisti, ripreso da romanews.eu risponde così:
Il ritorno di Pellegrini sarà fondamentale domani?
“L’importante è avere qualità nel possesso palla collettivo. Loro hanno gente molto veloce e giocano ad alta intensità. Noi siamo migliorati nel possesso palla, la teniamo più di prima. Lorenzo è sempre un giocatore importante per noi. E’ una sorpresa per me la posizione di classifica dell’Udinese. Se giochiamo bassi e se regaliamo la palla a loro hanno delle qualità per farci male. Hanno anche gente che tira da fuori, sono un’ottima squadra, sarà una partita difficile”.
Come è cambiata l’Udinese rispetto allo scorso anno?
“Hanno cambiato poco rispetto allo scorso anno. Li conosciamo e conosciamo le persone che la gestiscono con grande esperienza. Per loro non è un problema vendere giocatori e poi prenderne altri. Hanno preso terzini veloci e aggressivi che hanno gamba e hanno trattenuto Pereyra che è un giocatore che può occupare tutte le posizioni”
A che punto è il recupero di Smalling?
“Ci sono 2-3 o 4 giocatori al massimo che hanno saltato tante partite, ma ci sono anche giocatori come Cristante, Mancini, Rui Patricio e Bove che non saltano mai partite. Quelli con una storia clinica più complessa sono 4: Smalling, Sanches, Pellegrini e Dybala. Noi lavoriamo su tante cose e pensiamo di stare facendo le cose giuste per prendere il meglio da questa situazione. L’infortunio di Smalling c’è. Ci sono persone che hanno più capacità di sopportare il dolore. Lui non è un ragazzo che sa giocare soffrendo e si tira un pochettino indietro. Il suo infortunio è una grande frustrazione per me, ma dobbiamo avere pazienza. Io non posso massacrare me e lui, vediamo quando torna. Adesso non è neanche a metà tra dipartimento medico e tecnico. E’ in ritardo ma è la prima settimana in cui non c’è dolore. La prossima settimana c’è una possibilità per tornare in campo con i preparatori. Ritorno prima del 2024? Nì…”
E’ importante avere empatia con la società o e necessario averla solo con la squadra?
“La squadra la vedi ogni minuto, ci viaggi, stai insieme, è un po’ come la famiglia. Questa è quella che io chiamo empatia funzionale, dare continuità al lavoro e al rapporto diretto. Con la proprietà e diverso perchè io sono qui e loro sono lì. Io sono pagato per non creare problemi e loro devono fidarsi di me. L’altro giorno mi hanno chiesto quando era l’ultima volta che avevo parlato con i Friedkin. Se me lo chiedi oggi ti dico che ci ho parlato ieri. Ma non ho parlato di contratto”
Crede sia arrivato il momento che la squadra ripaghi il grande supporto dei tifosi?
“Sono d’accordo che dobbiamo dare di più, nel senso di capire l’importanza di questi tifosi. Non devi mettere limiti a quello che dai, devi dare sempre di più. Abbiamo fatto qualche risultato negativo ma non mancanza di professionalità e rispetto per la gente. Nelle partite in casa di solito riusciamo a dare qualcosa in più, forse fuori casa ci manca l’aspetto di godere dell’antagonismo del giocare in trasferta. Non penso che noi godiamo molto del fuori casa, ci sono alcuni che preferiscono stare a casa perchè gli manca la mamma o il dolce della nonna. Ho avuto giocatori in passato che provocavano apposta il pubblico in trasferta per esaltarsi”
Senti che ci sono dei problemi a trovare continuità per via dei frequenti infortuni?
“Sì, ce l’ho io nella programmazione e ce l’hanno i giocatori che devono continuamente spostarsi di ruolo, come Bryan che è dovuto andare a giocare in difesa. Se non ci sono Paredes o Renato perdi tante qualità. Nel derby ci sono mancati i cambi di velocità, anche siamo arrivati tante volte in zone pericolose, più di loro. Renato ad oggi non è infortunato, ma non si è potuto allenare tanto con la squadra perchè ha avuto un altro piccolo problemino. Deve lavorare in questi prossimi giorni per arrivare a giovedì ad essere disponibile. Domani non gioca e non sarà nemmeno in panchina”
Con Friedkin avete parlato del fatto che la squadra sia poco ‘protetta’ dalla società?
“Di solito la gente vicino a me sa tutto quello che io penso. Non risparmio le parole, le critiche e gli elogi. Nel lavoro sono un libro aperto, Tutti sanno quando sono felice e quando non lo sono”.