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Gazzetta dello sport: Toro d’assalto, ribaltone Longo

Senza Baselli il Torino dovrà essere più elastico e intraprendente.
Monica Tosolini

Senza Baselli il Torino dovrà essere più elastico e intraprendente. Longo deve pensare alla squadra senza il centrocampista che domani finirà sotto i ferri. La Gazzetta dello sport ipotizza le mosse tattiche del nuovo allenatore granata. Baselli doveva essere il regista della ripartenza del Toro, il play basso in un 3-5-2: senza di lui si cambia.

Scrive la rosea: “Il primo concetto è che, a partire da Torino-Parma del 20 giugno, non vedremo più la linea di centrocampisti a tre. In organico Longo può contare su tre interpreti esperti del ruolo (Lukic, Meité e Rincon): giocando ogni tre giorni, non saranno mai schierati insieme negli stessi 90’. Per di più, non è questo tempo di esperimenti per sostituire Baselli: sì, Ansaldi, Berenguer o Lyanco potrebbero anche adattarsi nella posizione di mezzala, ma al pronti-via serviranno certezze. La strada non è quella degli adattamenti. La chiave per uscire dal vicolo stretto sarà la ricchezza di moduli: il 3-4-3 come punto di partenza, o il 3-4-2-1 in una delle sue evoluzioni, ma l’infortunio di Baselli rilancia adesso in primo piano anche il ricorso al 4-4-2, finora considerato come l’assetto da spendere in caso d’emergenza.

Edera e Berenguer

C’è un altro principio che è bene chiarire subito, prima di approfondire il capitolo delle scelte: a differenza dell’epoca precedente al k.o. di Baselli, tra le soluzioni tattiche individuate c’è sì quella ad albero di Natale, ma non c’è più lo schema con il trequartista puro e le due punte centrali. È una scelta dettata dalle caratteristiche dei calciatori presenti in organico e dall’assioma che non è questo il tempo degli esperimenti: il Toro ha abbondanza di attaccanti esterni (Verdi, Berenguer, Edera, Millico), ma nessuno di questi è un interprete fedele – per fisicità e caratteristiche – di ciò che dovrebbe fare un trequartista. Così, a tredici giorni dal Parma, in pole c’è quel 3-4-3 nel quale a Longo piace da matti sfruttare gli esterni d’attacco con piedi invertiti: dal Filadelfia filtra che Edera e Berenguer attraversano un periodo di forma strepitosa, e ciò li spinge una ruota avanti rispetto ai compagni. D’altronde le scelte saranno calibrate sul livello di forma dei calciatori.

Pensiero stupendo

Longo il suo Toro lo vuole cattivo, affamato e dinamico. Restando fedeli al principio che nel mezzo ci saranno due centrocampisti, ora riprende quota il progetto 4-4-2. Il pensiero stupendo è riproporre Zaza-Belotti che, nelle idee del tecnico, possono e devono coesistere, avendo nelle gambe quel potenziale di gol che metterebbe le ali al Toro. Ci sarebbe da equilibrare la difesa dove sulla sinistra si può soffrire perché Ansaldi e Aina sono più cursori di spinta: la chiave può essere un centrale (Djidji o Bremer) da terzino sinistro. Il LongoLab è aperto, il Parma è nel mirino”.

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