A due settimane dalla ripartenza, con il recupero contro il Parma nel mirino, il Torino si concentra sulla tattica in quello che la Gazzetta dello sport chiama il ‘Longo Lab’. Il tecnico granata deve risolvere il problema della sterilità di un attacco che può contare su Belotti, Verdi, Zaza, Edera, Berenguer, all’occorrenza Meité e il giovane Millico: i 28 gol finora all’attivo (quart’ultimo attacco del campionato) sono davvero troppo pochi.
Longo ha in mente di far giocare Belotti solo negli ultimi 20 metri: avrà licenza solo di puntare la porta e fare gol.
Definita questa questione, si può anche parlare di moduli. Ed ecco le considerazioni della rosea: “La difesa a 3 sarà il campo-base, il tridente offensivo il progetto tattico sul quale insistere. Che sia 3-4-3, 3-4-2-1 o l’assetto con il trequartista più due centravanti classici cambierà poco. Le prove della difesa a 4 erano nei piani di Longo dall’inizio degli allenamenti collettivi, ma sarà una variabile da utilizzare solo a partita in corso e in casi di necessità.
Ma torniamo al tema: come assistere Belotti? Le pedine chiave saranno gli esterni, che Longo preferisce a piedi invertiti: il mancino Edera è in pole per diventare il titolare a destra, Verdi sta per essere dirottato a sinistra. È una soluzione con due punti di forza: favorisce gli assist per il Gallo e le incursioni con le conclusioni delle punte esterne. Occhio al ruolo immaginato per Berenguer. Esterno, trequartista nell’albero di Natale, anche mezzala: può essere il jolly giusto da pescare per più situazioni. E la coppia Zaza-Belotti? Progetto da lavori in corso, magari con la rifinitura di un Verdi o – appunto – di un Berenguer. Non da prima scelta. E infine Meité: spostarlo di ventri metri più avanti lo libererebbe dal peso delle responsabilità”.
