Gazzetta dello sport: il modello Lecce. Tanti giovani e costi bassi

Focus economico della Gazzetta dello sport sui prossimi avversari dell’Udinese, i giallorossi del Lecce. La Gazzetta dello sport li presenta come “una case history di ristrutturazione aziendale. Sì perché i conti dei giallorossi, invidiati da tutti, fino a poco tempo fa non erano buoni. Dopo la retrocessione del 2020, erano stati accumulati 27 milioni di perdite tra il 2020-21 e il 2021-22, per un totale di 46 milioni a partire dal 2015-16, cioè da quando s’insediò l’attuale proprietà. Tre stagioni in C, tre in B e una toccata e fuga in A: un percorso complicato e particolarmente dispendioso per la cordata di professionisti locali, capeggiata da Saverio Sticchi Damiani. Dopo aver immesso equity per oltre 20 milioni, nel maggio del 2022 la compagine azionaria (potenziata dagli innesti di Luciano Barbetta e del gruppo di Boris Collardi, al 10% ciascuno) ha detto basta e ha affidato una mission al nuovo a.d. Sandro Mencucci: rendere il Lecce autosufficiente e, allo stesso tempo, competitivo. La promozione appena conquistata come punto di partenza, il ritrovato tandem tra Mencucci e il d.s. Pantaleo Corvino, che avevano lavorato assieme alla Fiorentina, come chiave della svolta”. Obiettivi chiari: valorizzare i talenti, tenere sotto controllo gli stipendi, sanare il debito accumulato, rendere la gestione profittevole. Il segreto? Mencucci spiega: “In società siamo pochi ma buoni. Nessuno invade il settore degli altri. Il d.s. ha un budget da rispettare, tra acquisto dei cartellini, stipendi, commissioni agli agenti, e piena libertà nelle scelte, all’interno di quei numeri. La strategia è quella di investire su giocatori che abbiano una prospettiva e di evitare i vuoti a perdere. Il settore giovanile, poi, è prezioso per noi: in prima squadra abbiamo 6 ragazzi della Primavera”.