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D’Agostino: “Deulofeu è il Pedro dell’Udinese”

Un passato nella Roma e nell'Udinese, un presente a Lecco.
Monica Tosolini

Un passato nella Roma e nell’Udinese, un presente a Lecco. Gaetano D’Agostino è rimasto nel mondo del calcio come allenatore e a romatube.it ha parlato della sfida di domenica tra le sue due ex squadre. Ecco alcuni concetti espressi nell’intervista:

Chi metterebbe in attacco contro l’Udinese? “Io metterei sicuramente Pellegrini e Borja Mayoral perchè l’Udinese è una squadra fisica e c’è bisogno di giocatori bravi nello stretto, inserirei anche Pedro. Se la Roma la mette sul piano fisico l’Udinese è attrezzata. Bisogna essere bravi nell’attaccare gli spazi e negli uno contro uno. Dzeko lo farei entrare dopo perchè Borja Mayoral dà meno punti di riferimento”.

C’è un giocatore dell’Udinese che meriterebbe una piazza più importante? “Rodrigo De Paul è un giocatore importante. Cito sempre lui, perchè due anni fa dicevo che non era ancora pronto per fare il salto in una grande squadra. Adesso ha completato la maturità da giocatore completo. È un giocatore importante, sa fare le due fasi, fa tutto bene. È migliorato anche in fase realizzativa. Poi c’è Deulofeu che è un rompiscatole, attacca bene gli spazi, bravo nell’uno contro uno. Diciamo che è il Pedro della Roma, un peperino”.

Musso potrebbe essere il portiere della Roma? “Musso è un portiere forte. Occhio all’Inter anche perchè Handanovic viene proprio dall’Udinese, adesso sta andando verso i 37 anni. Secondo me Musso ha addosso anche gli occhi dei nerazzurri”.

Come ha vissuto il mancato trasferimento al Real Madrid? “L’ho vissuto male, perchè era una favola, il coronamento di un sogno. Quell’anno lì ero il centrocampista più prolifico in Europa con 12 gol. Avevo già raggiunto l’accordo personale con il Real Madrid, ma non trovarono l’intesa l’Udinese e il Real e sfumò tutto. L’ho pagata umanamente. Era sfumata la settimana prima la Juve e poi ti vedi sfumare il Real Madrid che è la squadra più importante al mondo. Non ho perso la fiducia ma ero arrabbiato con il mondo, perchè non dipendeva da me la scelta. Se il mio futuro dipende dal sì o il no degli altri, la prendo come un’ingiustizia. Perchè lì si parlava di qualche milione di euro e non si sono soffermati sul coronamento del sogno di un giocatore che è partito dal basso, era nel giro della Nazionale. Andare al Real Madrid mi avrebbe cambiato totalmente la carriera, non nascondo anche dal punto di vista economico. Il salto di qualità era dieci volte di più, con tutto il rispetto per l’Udinese che porterò sempre nel mio cuore. Dall’Udinese al Real, pensate che salto avrei potuto fare. L’ho pagata, però mi ha rafforzato da allenatore. Dico ai ragazzi di crederci e di non permettere a nessuno di intralciare il loro cammino, dipende solo da voi. Io stavo toccando il cielo con un dito ma non ci sono riuscito. Io sto studiando, ho tanta fame. Mi sono fatto una promessa: da allenatore vorrei togliermi più soddisfazioni di quando ero calciatore, anche se ho fatto una buonissima carriera. Vorrei fare una carriera migliore da tecnico rispetto a quando giocavo. Allenare il Real Madrid? Il sogno c’è, soprattutto in questo momento sognare ci rende ancora più vivi. E io sogno, perchè no?”.

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