Filippo Di Natale, figlio del grande Totò, è passato dalla gloria per l’eurogol di un paio di mesi fa con la maglia dell’Orvietana (società di cui il padre è vice presidente) al dispiacere per l’infortunio, accaduto nella stessa gara contro il Seravezza Pozzi, in cui ha riportato la rottura del legamento crociato. Ai microfoni di SerieD24, l’attaccante classe 2003 ha parlato del rapporto calcistico con l’illustre papà e ha tracciato un identikit dell’azzurrino Baldanzi, che ha conosciuto nella trafila con le giovanili all’Empoli.
“Papà non mi è mai stato addosso o ha interferito direttamente nel mio percorso quest’anno. Sicuramente mi ha dato dei consigli utili per un attaccante, ma lui è un uomo di poche parole (ride, ndr)”.
“Mi è stato vicino come mi sono stati vicini tutti da subito, mi serviva fare un’esperienza fuori come quella che ho fatto quest’anno con l’Orvietana, è stata la mia prima con i grandi – ha proseguito Di Natale. Era necessario lasciare l’Empoli per iniziare a farsi le ossa. Anche perché l’anno scorso in Primavera non ho visto spesso il campo a causa anche di infortuni, una volta il naso rotto, una volta il Covid… non è stata una bella annata, mentre a Orvieto ho passato una bella stagione, salvo l’infortunio”.
Sull’azzurrino Tommaso Baldanzi: “Tommy è un fenomeno e lo si è visto sempre: è dall’Under 15 che ho giocato con lui e ogni anno confermava le sensazioni, ha qualcosa in più rispetto a tutti gli altri, tatticamente e tecnicamente è unico nel suo genere. Sta giocando un Mondiale Under20 fantastico, ma non avevo dubbi. Baldanzi è un matto: fa casino negli spogliatoi, è quello divertente della situazione“