I 16 punti in 12 gare della vigilia, rappresentano un ruolino affatto malvagio per un club che ha rischiato seriamente la retrocessione solo pochi mesi prima; ma 6 sconfitte nelle ultime 8 in campionato suonano come innegabile campanello d’allarme in casa bianconera. Servono punti pesanti a Empoli per evitare l’insorgere di una crisi affatto gradita, nel contesto di in una Toscana a volte amara per i tecnici bianconeri, vedi Gotti e Velazquez, che proprio in riva all’Arno nel granaio della vecchia Repubblica Fiorentina, perdettero inesorabilmente la propria panchina.
Toscani guidati da quel D’Aversa che in questa stagione non solo ha dimostrato di non essere il tecnico fumantino di Lecce (come non ricordare la testata inferta ad Henry), ma di meritarsi appieno la categoria. Lungimirante il presidente Corsi a credere appieno nell’allenatore nato a Stoccarda seppur di origini abruzzesi-pugliesi, tecnico presente al Gewiss Stadium di Bergamo nel corso dell’ultima tornata di campionato, laddove la compagine di RUNJIAC era di scena.
Sulla sponda friulana il tecnico bn nell’occasione é costretto a rinunciare a PAYERO, rilanciando in mediana dal primo l’ispanico ZARRAGA, mentre in avanti la proposta prevede il duo THAUVIN-DAVIS.
L’inizio non é tra quelli da ricordare. Una leggera prevalenza bianconera sembrerebbe avvalorare un tasso tecnico-fisico favorevole agli ospiti, nell’occasione in giallo. La partita per lo più traccheggia nelle espressioni tecnico-tattiche, almeno sino a metà ripresa quando Pellegri, avvalorando lo status di enfant-prodige guadagnato in tenera età, si inventa una rete da fuori area trovando un pertugio in mezzo a 3 maglie gialle, e soprattutto battendo un OKOYE forse non impeccabile nella circostanza. 3º gol nelle ultime 3 gare per il genovese in prestito dal Torino rilanciano le legittime ambizioni di un attaccante dal valore acclarato.
La reazione dell’Udinese stentava a materializzarsi nonostante un possesso palla divenuto ancor più corposo con la frazione che si chiudeva con un vantaggio seppur minimo, ma fortemente voluto da parte dei padroni di casa, e per contro un’Udinese piuttosto deludente.
La ripresa partiva in verità con ben altro piglio in controtendenza rispetto agli usuali rientri dagli spogliatoi. Vero che ai bn veniva chiesto almeno il recupero del punteggio, ma la voglia e lo spirito nell’approccio da parte degli uomini di RUNJAIC alla contesa, sembravano di tutt’altro segno rispetto alla prima parte di gara. Tuttavia la supremazia territoriale rimaneva piuttosto netta, ma senza incidere poi, più di tanto. Gli ingressi di LUCCA e ZEMURA prima, di EKKELENKAMP poi, contribuivano peraltro a conferire maggiore vivacità alla manovra, contro un’Empoli sempre più rintanato nella propria metà campo a difesa del punteggio.
Al 70º l’episodio che poteva far girare la partita; LUCCA difendendo la palla a pochi metri dalla linea di porta, si girava calciando verso la porta difesa da Vasquez. Si frapponeva nella circostanza Cacace, con una deviazione che sfiorava prima il ginocchio per poi carambolare sulla mano; l’episodio evocava facilmente la recente deviazione di KABASELE a Venezia, con la differenza che in Laguna il penalty fu concesso ai padroni di casa, mentre in Toscana no… facendo imbestialire i 300 tifosi giunti dal Friuli e non solo!
A poco servivano le contenute, ma evidenti proteste dei ragazzi, tutti pronti nella circostanza, ad elevare il braccio al fine di segnalare la scorrettezza compiuta dal difensore di casa.
Sappiamo tutti ahinoi come finiscono gli episodi al Var in questa stagione, ovvero nel peggiore dei modi. L’arbitro non si recava nemmeno al video-check dimostrando di fidarsi della triade occulta, gettando in tal modo per l’ennesima volta un’ombra truce sulla gestione della gara.
Quando, imitando peraltro il rugby antesignano in tal senso, verrà reso pubblico il dialogo in “rigorosa diretta” tra fischietto e sala tecnica, tutti capiremo di che pasta é permeata siffatta gente.. anche se poi a pensar male si fa peccato, ma spesso ci s’azzecca!
Fortuna vuole che con 20 minuti più recupero ancora a disposizione, la squadra non si sia affatto scomposta, andando a cercare il meritato pareggio, materializzatosi ad un quarto d’ora dalla fine con un colpo di testa di un ispirato DAVIS, ora abile anche nel trovare gol pesanti. Bravo l’inglese, sempre più indispensabile in chiave tecnico-tattica per gli schemi predisposti da Mr. RUNJAIC.
Raggiunto il pari che in fondo poteva star bene ad entrambi, la squadra non si fermava, e seppur non troppo efficace negli attacchi, non esitava nell’andare a cercare il gol della vittoria, obbligando i padroni di casa a difendere con pervicacia la propria retroguardia.
Partita che non generava ulteriori occasioni gol, ma che riabilitava un primo tempo un po’ opaco. Con OKOYE di fatto inoperoso, la squadra é cresciuta nella ripresa, attraverso situazioni tattiche evolute, come il passaggio (con l’uscita di GIANNETTI) dalla difesa a 3 a quella a 4, retrocedendo EHIZIBUE da una parte e chiedendo a ZEMURA un sacrificio in copertura dall’altra. Con LUCCA schierato in avanti ad affiancare DAVIS ed EKKELENKAMP a dare dinamismo in luogo di un po’ troppo statico ZARRAGA, ecco che nonostante una giornata non esaltante di capitan THAUVIN, i risultati si sono visti eccome.
Dovremo altresì aspettarci nuovamente trasformazioni tattiche nel corso di gara, poiché oltre a rappresentare una esigenza del calcio attuale, abbiamo gli interpreti giusti per poterle eseguire con adeguato profitto. Empoli in passato non si é dimostrato sempre terreno amico. Il fatto di aver concluso in crescendo la gara, lascia intendere che il cammino virtuoso di inizio torneo possa in fondo essere ripreso, anche se il prossimo turno porterà a Udine nel lunch match di domenica, un grifone assai affamato di punti, con RUNJIAC ad affrontare l’ennesimo esame proposto dal calcio più complesso (non più bello) al mondo.
AM