Tra una decina di giorni, Udinese e Gotti dovranno trovarsi e decidere se proseguire assieme. In casa bianconera la decisione sarà presa da Gino Pozzo che, secondo il Messaggero Veneto, farà ovviamente le sue valutazioni. Ma, scrive il quotidiano, “Gotti va giudicato per la missione salvezza centrata agevolmente e valutato per quello che è il suo primo anno completo da titolare di una panchina, dopo le esperienze ad alto livello con il ruolo di vice o collaboratore tecnico. Anche sotto il profilo tattico e del modulo, poi, non bisogna trarre delle conclusioni definitive: non è vero che è ancorato al “solito” 3-5-2, contro il Verona aveva cercato di disegnare un 3-4-2-1 davvero interessante con Pereyra e Deulofeu alle spalle di un centravanti di riferimento (allora Llorente), ma già nell’intervallo pagò pegno agli acciacchi perdendo Pereyra che, rientrando, non ha poi più trovato Deulofeu”.
Gotti, da parte sua, dà la precedenza all’Udinese ma è chiaro che dopo questa stagione abbia degli estimatori in Italia, Parma e Sassuolo su tutti.
Quindi, scrive Pietro Oleotto, “è probabile che, dopo le valutazioni tecnico-tattiche, il discorso tra Pozzo e Gotti si sposti sui risvolti economici. Che cosa vorrebbe la proprietà bianconera? Rinnovare alla stessa cifra dello scorso anno? Difficile. E cosa potrebbe chiedere l’allenatore? Un contratto di due-tre stagioni? Insomma, potrebbe essere anche questo lo scoglio ed è chiaro che in questa prospettiva l’Udinese avrebbe già sondato le possibili alternative. Sul mercato molti ex (anche Walter Mazzarri per certi versi, vista l’esperienza al Watford) o tecnici a spasso ma ancora sotto contratto, come Rolando Maran reduce da un’esperienza tutt’altro che esaltante con il Genoa, ma dovrebbe stracciare un accordo in essere con il presidente Enrico Preziosi per un altro anno di 900 mila euro a campionato”.
