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Messaggero Veneto: L’Udinese non riesce a far festa

Il commento del Messaggero Veneto al pareggio tra Udinese e Genoa non può non citare anche i fischi riservati ai bianconeri al termine del match.
Monica Tosolini

Il commento del Messaggero Veneto al pareggio tra Udinese e Genoa non può non citare anche i fischi riservati ai bianconeri al termine del match. Scrive Pietro Oleotto: “È nella terra di nessuno l’Udinese. Non proprio il massimo della vita con due trasferte alle porte nel giro di quattro giorni, tra Roma (sponda Lazio) ed Empoli. È nella terra di nessuno dopo uno scialbo zero a zero con un Genoa che per più di 70 minuti ha proposto come attaccanti il signor Bianchi e mister Ekuban. È nella terra di nessuno, distante 5 punti dalla zona bollente della classifica, ma di questo passo rischia di essere risucchiata e di questo se ne sono accorti gli 11.537 dello stadio Friuli che non hanno fatto mancare copiose secchiate (gelate) di fischi. E non dite che sono stati ingenerosi nel giorno della festa per i 125 anni dei colori bianconeri, perché per tutti e 90 i minuti di gioco hanno incitato l’Udinese nella speranza che si sbloccasse, slavo poi perdere la pazienza quando l’arbitro Meraviglia ha fatto partire il triplice fischio finale, il primo della bordata che ha salutato i bianconeri diretti negli spogliatoi.Difficile nascondere la delusione per una prestazione che è si è incanalata nel solco della prima ora dell’ultima trasferta, quella di Torino, quando l’Udinese ha proposto ben poco nonostante la “batteria offensiva” piazzata nella metà campo avversaria: Deulofeu e Pussetto alle spalle del centravanti Beto, lo stesso schieramento sul quale Luca Gotti ha scelto di puntare dopo l’infortunio di Pereyra, uscito per colpa di una clavicola malconcia con appena 12 minuti di partita alle spalle. La sua assenza – che potrebbe riproporsi anche nel turno infrasettimanale, anche se i primi accertamenti in ospedale sono stati confortanti – è stata pesante, come ha svelato lo stesso tecnico di Contarina in sede di commento, ma non si può trascurare la scelta del copione tattico nel cercare di capire perché l’Udinese ieri sia stata pallida e sostanzialmente senza idee”.

Nelle pagelle, poi, questi voti e giudizi:

WALACE IL MIGLIORE 6,5 – Il più ordinato in mezzo al campo e all’inizio l’unico che a livello agonistico si sintonizzi sulla stessa lunghezza d’onda degli avversari. Nella ripresa, con il baricentro della squadra più alto di una ventina di metri, risulta ancora più efficace. Scarica un destro potente respinto da un avversario che se fosse arrivato in porta avrebbe impensierito non poco Sirigu, sul secondo il portiere del Genoa ci mette i pugni. Nel finale sbaglia un lancio sulla sinistra e piovono fischi: ieri era quello che meno li meritava.

SILVESTRI 6,5 – Il primo intervento lo compie andando a bloccare in tuffo un cross di Cambiaso, poi si distende sul sinistro improvviso di Rovella. Sul finire del primo tempo viene graziato da Ekuban, nella ripresa si allunga a deviare il destro di Ghiglione che non era forte ma abbastanza angolato.

BECAO 6 – Non viene mai messo in difficoltà dalle due punte rossoblù, anzi, ferma in maniera autoritaria Ekuban che lo aveva puntato. Anche nella ripresa, quando Gotti passa alla difesa a quattro, tiene il campo in maniera autoritaria. A parte la gara con l’Inter, sinora è stato protagonista di una buona stagione.

NUYTINCK 5,5 – Non commette errori particolari, ma non dà la sensazione di sicurezza che aveva offerto fino a qualche partita fa. Perde un brutto pallone a centrocampo e dopo l’intervallo, quando Gotti passa alla difesa a quattro, è lui il sacrificato visto che in campo aperto è il difensore che può soffrire di più nell’uno contro uno.

SAMIR 6 – É vero che si fa superare da Ekuban nell’azione che per poco, a fine primo tempo, non permette al Genoa di passare in vantaggio, ma lo stop dell’avversario pare piuttosto fortunoso. Non va in difficoltà nei corpo a corpo e se nella ripresa il Genoa riesce a ripartire una sola volta è anche perchè lui è sul pezzo.

MOLINA 4,5 – Primo tempo. Si prende una ammonizione forse severa, ma questo non lo giustifica quando a inizio ripresa rifila un calcione a Rovella che gli sarebbe dovuto costare l’espulsione. Inevitabile subito dopo il cambio. (PEREZ 6) Qualche errore tecnico di troppo, ma sempre meno peggio di tanti altri suoi compagni.

ARSLAN 6 – Nei primi 45′ sono sue un paio di conclusioni dal limite che finiscono in curva. Non dà seguito al buon finale di gara disputato con il Torino, ma è comunque tra i meno impauriti. Piazza anche un paio di buone aperture che però Molina e Pussetto non sfruttano come dovrebbero.

UDOGIE 6 – Nel primo tempo arriva un paio di volte sul fondo ma non risulta mai incisivo in fase di ultimo passaggio. Nella ripresa alza i giri del suo potente motore e risulta pericoloso prima con un destro terminato a lato e poi con il colpo sotto con cui batte Sirigu. La sua posizione di fuorigioco, però, era solare.

PEREYRA SV – La sua gara finisce dopo 12′ minuti per un infortunio alla spalla. (PUSSETTO 4) Perché lui al posto di Pereyra? Non entra mai in partita, evidenzia una condizione imperfetta. Riceve una buona palla da Walace, ma sbaglia lo stop e dovendo allargarsi deve effettuare un tiro-cross da posizione molto defilata.

DEULOFEU 4 – Giornata-no. Si intestardisce in una serie infinita di dribbling, gliene riesce solo uno: poi il suo destro viene respinto. Nel primo tempo cerca il cross invece di concludere al volo. A tratti irritante (SUCCESS s.v.) Entra a otto minuti dalla fine e va a giocare vicino Beto. Cerca di risultare utile con le sponde.

BETO 6 – Una ripartenza delle sue al minuto 12 e conclusa con un assist per Deulofeu intercettato da Badelj. Nel secondo tempo si dà da fare, ma riceve pochi palloni giocabili. Su uno di questi riesce a concludere ma il suo tiro viene deviato da Cambiaso sul palo. Sul piano dell’impegno tra i più positivi.

SAMARDZIC 5,5 – Il suo ingresso in campo, invocato da più parti (pure da chi scrive), non porta i frutti sperati. Comincia con un servizio in verticale sballato per Beto dalla posizione di trequartista, poi lo si ricorda solo per un paio di calci d’angolo pericolosi battuti da sinistra. Nei minuti finali cn l’ingresso di Success si mette largo a destra ma non riesce a far scoccare la scintilla.

MAKENGO 5 – Si prende un’ammonizione dieci secondi dopo il suo ingresso in campo: roba da guinnes dei primati. Prendendo il posto di Arslan dovrebbe portare maggiore fisicità e aggressività, ma a penalizzarlo sono i troppi errori in fase di palleggio. É lui che perde in maniera ingenua il pallone da cui scaturisce il contropiede concluso pericolosamente da Ghiglione.

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