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Messaggero Veneto: L’Udinese e Gotti dicono sì

Il Messaggero Veneto ricostruisce le giornate convulse che hanno portato alla conferma di Gotti.
Monica Tosolini

Il Messaggero Veneto ricostruisce le giornate convulse che hanno portato alla conferma di Gotti. La scorsa settimana, all’indomani della sconfitta con il Lecce e prima del successo sul Sassuolo, Gotti aveva avuto un primo incontro con Gino Pozzo, venuto a Udine appositamente per programmare la prossima stagione. Un primo colloquio nel quale non erano emerse le criticità dei giorni successivi. Ma successivamente, suonavano strane le parole le parole di Marino al canale ufficiale quando rivendicava il coraggio della società di puntare su un tecnico come Gotti. Da parte sua, l’allenatore invece era convinto di essere stato lui a venire incontro alle esigenze della società.

Lunedì, quindi, le richieste di Gotti sembravano cozzare con quelle della società. Sono iniziati così contatti frenetici che hanno portato alla giornata di ieri, quando a Gotti era arrivato l’ultimatum della società. Spiega il Messaggero Veneto: “Sembra che gli incontri tra Gianpaolo Pozzo, Gino Pozzo in video chiamata da Londra, Pierpaolo Marino e Gotti siano stati addirittura tre. Alla fine è stato trovato un accordo: contratto biennale da 400 mila euro a stagione contro i 280 offerti in un primo momento dal club per un anno e una opzione per il secondo. Non è ancora dato sapere se le richieste extra-economiche di Gotti siano state accettate, certo è che questa trattativa così sofferta potrebbe sembrare non il modo migliore per preparare la prossima stagione”.

In un articolo a parte, il Messaggero Veneto spiega ancora meglio quali fossero le perplessità di Gotti che hanno rischiato di far saltare la sua conferma: non si trattava di problemi econoomici e nemmeno delle cessioni, gà ventilate, di diversi big. Ma: “Il problema principale, però, sul quale sarebbero sorti i maggiori attriti tra il tecnico e la proprietà, riguarderebbero i comportamenti rivedibili di un paio di giocatori considerati molto importanti dal club sui quali il tecnico avrebbe avuto più di qualcosa da ridire. Sottolineiamo: problemi comportamentali, che esulano dalle scelte tecniche perché Gotti, persona intelligente e tutto meno che sprovveduta, non ha mai messo in dubbio il fatto che le scelte tecniche, specialmente in un club come l’Udinese, sono di esclusiva competenza della società, anzi di Gino Pozzo che è il “padre padrone” del mercato sin dai tempi in cui portò a Udine un certo Marcio Amoroso”.

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