Il Messaggero Veneto rivela i motivi che hanno spinto Cioffi a declinare l’offerta dell’Udinese, partendo dalle condizioni poste dall’Udinese per il rinnovo: “un contratto annuale con opzione di rinnovo da esercitare a piacimento della società per meno di 400 mila euro a stagione, un accordo che ricalcava su per giù quello proposto e poi firmato (bonus più, bonus meno) da Luca Gotti nell’estate del 2020, dopo il suo primo spezzone da capoallenatore in bianconero. Una proposta che Cioffi non ha digerito, ma che pensava di poter migliorare con l’ultimo mese di campionato, dove è andato ad alti e bassi. Lunedì 23 maggio il nuovo contatto con il club, durante il quale è stata ribadita la stessa offerta. Declinata. A questo punto, poco dopo l’ora di pranzo, è scattata l’ufficialità del divorzio. L’impressione che la società sia rimasta un po’ spiazzata dalla velocità con la quale Cioffi ha detto “no grazie”. Cioffi ha in mano un contratto biennale con l’Hellas Verona che, dopo aver saputo delle intenzioni di Igor Tudor (l’allenatore croato è vicino all’approdo al Bologna con l’ex Atalanta Giovanni Sartori come direttore sportivo), si è tuffato sul tecnico dell’Udinese offrendo circa 700 mila euro all’anno per due campionati. Più della cifra (comunque quasi di doppio di quello che offrivano i bianconeri) è stata proprio la lunghezza del contratto a convincere Cioffi che avrebbe invece privilegiato l’Udinese in caso di offerta biennale. Offerta alla quale avrebbe voluto aggiungere l’ingaggio del fratello Matteo Cioffi, docente di psicologia dello sport e responsabile dei corsi Uefa A, Uefa Pro e per preparatori atletici della Figc in quel di Coverciano”.
Ora è caccia al sostituto: si fanno i nomi di Pecchia, Zanetti, Inzaghi e Pirlo. La società vaglia diverse opzioni.
