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Gazzetta dello sport: Pablo Marì, un gigante mancino tutto dribbling e tackle alla corte dell’Udinese

Mancherebbe solamente l'ufficialità a certificare l'arrivo di Pablo Marì all'Udinese.
Monica Tosolini

Mancherebbe solamente l’ufficialità a certificare l’arrivo di Pablo Marì all’Udinese. Per questo la Gazzetta dello sport oggi traccia un profilo del giocatore atteso a Udine nei prossimi giorni. “Da London Colney, villaggio che ospita il centro di allenamento dell’Arsenal nella contea dell’Hertordshire, ai campi del Bruseschi, quartier generale dell’Udinese. E’ il viaggio che, assieme alla moglie Veronica e al figlio, si prepara a fare Pablo Marí, difensore di 28 anni che con la maglia dei Gunners ha trovato poca fortuna. In due anni nel nord di Londra (spalmati su tre stagioni, essendo arrivato in Inghilterra nel gennaio 2020) ha totalizzato – mettendo assieme campionato e coppe varie – 22 presenze. Lo storico ha fruttato 1944 minuti d’impiego e una rete realizzata. La soddisfazione del gol se l’è tolta all’Emirates col Rapid Vienna, il 3 dicembre del 2020, nella quinta giornata della fase a gironi di Europa League. Ha segnato di testa la rete del momentaneo 2-0 (il match finì poi 4-1), mettendo in mostra un fondamentale che in altre avventure calcistiche (ne ha vissute diverse) ha saputo sfruttare meglio: il colpo di testa.

Le caratteristiche

Ha nome più da ballerino che da calciatore, ma la struttura fisica e le movenze fanno intendere subito che con la danza ha poco a che fare. Non è particolarmente veloce, è dotato di un buon lancio in profondità che gli fa cercare la verticalizzazione (rigorosamente con il piede sinistro) di frequente. Il fatto che poi si possa permettere di farlo pure a Udine dovrà passare dalle disposizioni di Gabriele Cioffi, ma la capacità c’è. Se difetta in rapidità non si può dire la stessa cosa per la solidità, garantita dai 193 centimetri di altezza. Fa un uso disinvolto del tackle in scivolata, sa giocare d’anticipo e non disdegna di liberarsi della palla nei momenti che possono rivelarsi critici. In questo senso è un po’ più britannico e meno ispanico. Nella penisola iberica c’è però nato e cresciuto, e non si può prescindere da quel percorso per valutarlo bene.

Prima di Udine

E’ originario di Almussafes, paesino della Comunidad Valenciana che si trova a 30 chilometri a sud di Valencia, celebre per essere la sede di un grande stabilimento Ford. I primi passi seri li ha mossi nel Mallorca, dove ha fatto tutte le giovanili. Con il club isolano, nel dicembre 2011, ha esordito in Liga in trasferta a Granada. Quella gara, assieme ad altri 4 minuti giocati col Levante, rimane l’unica esperienza nella massima divisione del suo Paese. Per il resto molta Segunda B – con Mallorca B e Nastic di Tarragona – e parecchia Segunda, sempre col Nastic, col Girona e col Deportivo La Coruña e un trasferimento al City senza mai giocare. E’ stato anche in Olanda, al Nac Breda, e al Flamengo. In una intervista recente ha sottolineato che «l’Arsenal è molto più di un club». A Udine pensano lo stesso dell’Udinese. Lo impari prima possibile”.

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