Juve, non ci siamo. Questo afferma la Gazzetta dello sport nell’analisi della partita con l’Udinese: “Una brutta Juve, salvata da Ronaldo. E da chi, sennò? Nell’ora più buia, quando la sconfitta pareva ineluttabile, il gioco era un’ipotesi e ci si interrogava sul futuro immediato di Andrea Pirlo, CR7 ha rovesciato il risultato e l’Udinese, ha raggiunto i 99 gol in bianconero e ha trascinato la Juve al secondo posto, condiviso con Milan e Atalanta, tutte insieme nella volata per la Champions. Qui finiscono le note liete. Per un’ora abbondante si è vista una pessima Juve, incapace di scheggiare il muro alzato dall’Udinese. La Signora è stata rimessa in pista da una “follia” di De Paul, fin lì il migliore in campo. L’argentino in barriera ha allargato il braccio e poiché era in area, il rigore è arrivato in automatico, trasformato da CR7. Qui è partito il ribaltone, ma come ha detto con intelligenza Leonardo Bonucci alla fine, se la Juve pensa di aver risolto i problemi con i dieci minuti finali di Udine, non ha capito nulla. Da salvare ci sono il carattere e la condizione fisica, i preparatori atletici sono bravi, la squadra corre e non è mai in deficit di gambe. Il resto è un rebus. Coda polemica: l’Udinese, attraverso il d.g. Pierpaolo Marino e l’allenatore Ivan Gotti, ha contestato la scorrettezza della punizione che ha portato al rigore. Secondo loro c’era fallo per l’Udinese.
Un gol imbarazzante
La rete subita dalla Juve, l’1-0 di Molina, sarebbe imbarazzante in Promozione, figuriamoci in Serie A. Se avete voglia, e se non lo avete già fatto, osservate il fermo immagine qualche attimo prima che De Paul batta a sorpresa la punizione. McKennie e Dybala protestano con l’arbitro. Cuadrado si allaccia le scarpe al limite dell’area. Bernardeschi, Alex Sandro e Bentancur danno le spalle alla palla. Nessun juventino protegge il pallone, nessuno pone a Chiffi la più classica delle domande («Fischia lei?») in modo da congelare la situazione. Tutti si aspettano che De Paul utilizzi la punizione per crossare e l’argentino li fa fessi con il tocco veloce per Molina, libero di puntare Szczesny e di trafiggerlo. È un gol manifesto della disorganizzazione e del pressapochismo, è una rete che mette molte persone davanti alle proprie responsabilità. Per esempio, i componenti dello staff a supporto di Pirlo che cosa ci stanno a fare? Non sono in grado di organizzare la Juve su una situazione tanto elementare?
Un buco nero
Nel primo tempo la Juve è stata prigioniera di un buco nero evidente. Non occorreva essere diplomati a Coverciano per capire che a centrocampo, con lo scivolamento all’indietro di Pereyra in non possesso, l’Udinese mutava in 5-4-1 o 5-3-1-1 e godeva di superiorità numerica tra mediana e trequarti. Sulle fasce, con gli allineamenti di Molina e Stryger Larsen, le ali Cuadrado e Bernardeschi venivano raddoppiate o schermate. L’unica vera palla gol della Juve è arrivata su corner di Cuadrado, un colpo di testa in tuffo di McKennie uscito di un niente. In generale un’insistenza sterile. La prevalenza strategica dell’Udinese sulla tecnica individuale degli juventini. E la scomparsa di Cristiano Ronaldo, inghiottito dalle fauci di Bonifazi e Nuytinck, non esattamente Sergio Ramos e Van Dijk, con rispetto parlando: immaginiamo la stizza di CR7….”