La Gazzetta dello sport presenta oggi Marco Silvestri, raccontando tramite le sue parole il suo arrivo a Udine e l’incredbile feeling con l’ambiente e con Gotti in particolare. Tutto è cominciato a metà luglio, quando ha firmato per l’Udinese ed è diventato papà per la seconda volta. Gli sono arrivati i messaggi di Pierpaolo Marino e di Gotti. Quello dell’allenatore lo ha colpito in maniera particolare: da lì ha iniziato a conoscere ed apprezzare il tecnico friulano con il quale, ha spiegato, parla molto. In pochi mesi ha parlato più con lui che in due anni con Juric.
Ammette di essersi preoccupato quando è arrivato a Udine e si è trovato di fronte tanti giocatori di nazionalità diverse, ma poi si è reso conto di essere entrato in un gran gruppo. Per quanto riguarda il campo, “in preparazione è stato fatto un gran lavoro di reparto”.
Finora “la parata più difficile è stata quella su Orekeke, quella più complicata su Dybala”. A Udine si trova bene, vive in centro con la famiglia. Per quanto riguarda l’aspetto professionale, ha trovato un top club non solo per impianto e strutture. Ama il computer e ha fatto un corso di programmazione.
E’ rimasto impressionato da Osimhen, “un attaccante che sa fare tutto e ha tutto”.
Dei compagni, a Udine ha ritrovato Udogie, che era con lui a Verona. Di lui dice: “E’ davvero forte. Possiamo considerarlo un talento del calcio italiano. Ha potenzialità illimitate, si impegna e lavora sodo per arrivare. Udine è la scelta giusta anche per lui”.
