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Gazzetta dello sport, Sema: “Non ho l’ansia di ritornare in Premier”

Alla scoperta di Ken Sema grazie all'intervista rilasciata dal laterale sinistro alla Gazzetta dello sport. Figlio di una coppia di congolesi emigrati in Svezia nel 1987 (lui è nato nel 1993), Sema racconta di aver reso felice il papà (...
Monica Tosolini

Alla scoperta di Ken Sema grazie all’intervista rilasciata dal laterale sinistro alla Gazzetta dello sport. Figlio di una coppia di congolesi emigrati in Svezia nel 1987 (lui è nato nel 1993), Sema racconta di aver reso felice il papà (che in Congo ha giocato anche in serie A) per essere riuscito ad affermarsi come calciatore. Anche il fratello 31enne gioca, è centrocampista nel Norrkoping.

Di sè racconta: “Ho iniziato a giocare a casa a 12 anni. Poi sono andato nei campionati minori, da ragazzino ero un’ala molto offensiva. Ho fatto la seconda e la terza serie svedese. Fin quando a 23 anni non sono arrivato all’Ostersund e ho avuto la fortuna di fare l’Europa League. Giocammo con l’Arsenal e io feci gol lì all’Emirates Stadium. E’ stata la mia fortuna. Da lì è arrivato il Watford”.

Ha fatto anche l’Olimpiade del 2016 in Brasile. “Pensi che giocai contro Troost-Ekong con la Nigeria e Walace vinse quella medaglia d’oro. Oggi sono miei compagni all’Udinese”.

Com’è la serie A? “Difficile. Ero abituato a giocare offensivo, attaccando con l’uno contro uno, qui bisogna difendere. Ma è un campionato molto bello, mi piace”.

Lei è è in prestito dal Watford. Se dovesse scegliere tra serie A e Premier League? “Non sono assillato dall’idea di tornare in Premier. So che sono in prestito, ma penso soltanto a migliorarmi, voglio crescere. Il resto non è importante. Oggi non vedo l’ora di tornare in campo contro la Samp dopo la squalifica”.

A Udine sta crescendo. “Con l’allenatore Gotti mi trovo bene, parla tanto con me e mi permette di esprimermi nel modo che preferisco”.

Lei è uno dei migliori crossatori del campionato, questo è quel che le piace? “Sì, mi piace tanto. Adoro rifornire gli attaccanti, ma penso anche a segnare, mi esalta fare gol. E ci sono riuscito con Genoa e Sassuolo all’andata”.

Chi sono i suoi miti? “Uno su tutti. Zlatan Ibrahimovic. Lui è il fenomeno per eccellenza. Il mio idolo, il numero uno, il top . Ha segnato valanghe di gol . E in Svezia è una leggenda, ho avuto la fortuna di conoscerlo”.

Come avete vissuto la pandemia in Svezia, diversamente rispetto a noi? “Io non so giudicare e dire chi ha fatto meglio o peggio. So che da noi era tutto aperto, ristoranti, bar, poche mascherine. Ma sono rimasto a Udine”.

Si trova bene? “Non manca nulla all’Udinese. Vivo la città che è molto tranquilla. E ho legato con Stryger Larsen, Teodorczyk, Nuytinck, Troost-Ekong. I nordici”.

Come lei e la sua Sara… “Sì lei è svedese. Anche le italiane sono belle, ma il prossimo anno sposerò Sara”.

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