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Gotti: “L’affidabilità è più importante delle capacità”

I manager sanno quanto sia difficile scegliere bene i collaboratori per proseguire gli obiettivi aziendali.
Monica Tosolini

I manager sanno quanto sia difficile scegliere bene i collaboratori per proseguire gli obiettivi aziendali. Una selezione sbagliata può portare non solo all’insuccesso personale, ma anche a un danno economico, motivazionale, produttivo e reputazionale dell’azienda. Per un manager la scelta della propria squadra è una grande responsabilità perché deve costruire un gruppo di lavoro unito, motivato, responsabile e produttivo. La fase più difficile non è, comunque, la selezione, ma i successivi momenti delle sfide, delle criticità e anche dei dubbi sono difficili per cui serve una motivazione efficace.

Questi sono stati i temi principali del webinar “Scegliere e motivare i propri collaboratori ….Centrare gli obiettivi”, assistito da oltre un centinaio di partecipanti, proposto da Daniele Damele, Presidente di Federmanager FVG, che ha invitato i professionisti delle eccellenze dello sport regionale.

Per Luca Gotti, mister dell’Udinese Calcio, fare l’allenatore in Serie A significa essere un acceleratore di tutte le relazioni e delle cose che succedono intorno alla squadra. Quando si gioca (e si lavora) in un ambiente di alto livello professionale Gotti ha spiegato quanto sia più importante di avere le persone affidabili e poi brave: “L’affidabilità è prioritaria alle capacità”. Quindi, la scelta dei propri collaboratori deve adeguare tutta una seria di presupposti. Nelle conclusioni Luca Gotti ha parlato delle differenze tra l’educazione e l’istruzione e del metodo di lettura che lui ha adottato per educare il suo ambiente lavorativo.

Anche Eugenio Dalmasson, Coach di Allianz Pallacanestro Trieste, ha condiviso mister Gotti confermando che “le persone vengono sempre in primo piano e la scelta dei bravi e affidabili collaboratori è una fortuna”. Un altro aspetto importante, sottolineato da Dalmasson, è che le scelte dipendono dagli obiettivi della società e dal budget disegnato per raggiungere questi obiettivi.

Andrea Carnevale, dirigente area scouting Udinese Calcio, è stato fortunato durante la sua carriera ventennale del calciatore, perché ha potuto giocare con i grandi campioni del calibro di Zico e Maradona, e con grandi squadre. Per lui “la motivazione è una grande forza per giocare con oppure contro grandi campioni”. Alla domanda sulle scelte di un bravo giocatore Carnevale ha evidenziato l’importanza di identificare il talento della persona, ma poi tocca all’allenatore (o al manager) farlo crescere.

Per Claudia D’Atri, psicologa del lavoro, delle organizzazioni e dello sport, la squadra di calcio o di basket è paragonabile ad un’azienda. La risorsa umana è fondamentale per qualsiasi realtà societaria. Secondo D’Atri “ci sono tre semplici mosse per agire sulla motivazione: un ascolto attivo dei propri collaboratori, il coinvolgimento in ciò che si fa e la comunicazione efficace”. Ha poi definito l’identikit del manager ideale che ha l’atteggiamento positivo, non ha paura di mettersi in discussione, crea un ambiente sereno che influisca positivamente sul benessere del clima aziendale.

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