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Tuttosport: Padoin con Allegri (lo manda Conte)

Già sabato, Tuttosport aveva anticipato la notizia del ritorno di Simone Padoin alla Juventus.
Monica Tosolini

Già sabato, Tuttosport aveva anticipato la notizia del ritorno di Simone Padoin alla Juventus. Il friulano, appese le scarpette al chiodo, torna in bianconero come componente dello staff di Allegri. Ieri la società ha ufficializzato la notizia e oggi Tuttosport scrive: “Un graditissimo ritorno nel gruppo della Juve. Si tratta di Simone Padoin , che è diventato ufficialmente parte dello staff tecnico, in qualità di collaboratore. Padoin ha vestito la maglia bianconera dal 2012 al 2016, vincendo la bellezza di 5 Scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane. Adesso inizia una nuova avventura, di nuovo nella famiglia bianconera: bentornato, Simone, e buon lavoro!».

Padoin è tornato in quella che per lungo tempo è stata quasi una sua seconda casa. La prima volta, che non si scorda mai, risale al gennaio 2012. Quella Juventus era cortina di esterni e Padoin rappresentava la soluzione last minute perfetta in termini di caratteristiche, personalità e duttilità. Il neo acquisto, nell’intervista di presentazione, spiegò: «La Juve al penultimo giorno di mercato è una cosa bellissima. Una sorpresa incredibile: è giunto tutto inaspettato, inimmaginabile fino all’ultimo secondo. Ma quando ho saputo della Juve ho fatto un po’ di pressione sulla dirigenza dell’Atalanta perché era un’occasione che non potevo perdere». A volere fortemente Padoin fu l’allora tecnico bianconero Antonio Conte , che aveva avuto modo di lavorare con l’esterno proprio nei pur pochi mesi trascorsi insieme in nerazzurro in passato. Evidentemente il leccese ci aveva visto giusto. Pur non essendo un titolare fisso, infatti, Padoin ha avuto ugualmente modo di essere prezioso e fondamentale per il club in una fase storica e indimenticabile: 107 presenze e 3 gol in un periodo (2012-16) coinciso con la vittoria di ben 10 titoli. In poco tempo l’ex atalantino non solo ha dimostrato a Conte di meritare la sua fiducia, ma ha conquistato tutto l’ambiente. Per i compagni è diventato “il talismano”: «C’era chi mi toccava prima delle partite, dicendo che portavo bene. Era una cosa simpatica. Ancora oggi, quando sento qualche ex compagno, c’è chi mi chiama Talismano», raccontava Padoin a Tuttosport l’anno scorso. L’aspetto più emblematico, forse l’attestato di stima più grande, è però giocoforza la chiamata di Allegri. Padoin, arrivato come pupillo di Conte, ha fatto breccia anche nel tecnico subentrato: questo vuol dire avere delle qualità che “vanno oltre”. Vuol dire avere intelligenza tattica, rapidità di pensiero, capacità di creare empatia e trasmetere valori positivi che possono anche andare a genio a due personalità così opposte e che fanno un calcio così diverso, mediante metodologie di lavoro e gestione del gruppo agli antipodi. Quanto ai tifosi, beh, l’affetto era (ed è) enorme, concretizzatosi in un coro ormai leggendario che ora torna quanto mai d’attualità. In attesa di sciogliere una volta per tutte il rebus CR7 , qualcuno avrà buon gioco a rispolverare il canto: «Che ci frega di Ronaldo noi abbiamo Padoin!», ai tempi cantato a squarcia gola allo Stadium”.

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